domenica 1 aprile 2012

... E nei sogni di bambino, la chitarra era una spada e Giorgio Chinaglia il grido di battaglia

Una volta ai ragazzini si raccontavano storie di imprese eroiche, cavalieri in groppa a possenti cavalli che combattevano contro i draghi, paladini dal cuore puro pronti a salvare tutto e tutti.
Oggi per me se n'è andato uno di questi eroi, Giorgio Chinaglia, proprio il giorno del "pesce d'aprile" ha voluto fare a tutti il suo ultimo scherzo, tanto è vero che quando mia madre me l'ha detto la prima cosa uscita dalla mia bocca è stata: «Stai a scherza' vero? È il pesce d'aprile?»
Invece no. Le sue imprese, come quelle di ogni antico eroe mi sono arrivate grazie ai libri, le foto, i video ed i racconti di chi certe cose le ha viste e vissute davvero. Così oggi mi sono ritrovato a stare male, come se fossi stato lì in mezzo ad altre 80.000 persone allo Stadio Olimpico, quando era ancora tutto di marmo, il 12 Maggio 1974 e contro il Foggia, lui, Long John ha realizzato su rigore la rete della vittoria.
Ed anche se tutto questo, può sembrare stupido, in un certo senso mi rende felice.
Mi rende felice perché la storia della Lazio è arrivata fino a me sul serio e non solo con le nozioni statistiche, i dati, i nomi ma con le emozioni, anche le più brutte come la scomparsa di un personaggio a modo suo entrato nella storia.
Dovrei fare un intero post sull'essere laziali, sul perché mi sento laziale per rendere appieno ciò che significa per me e tanta altra gente questa perdita, non è solo tifo ma è uno stile di pensiero oserei dire, una filosofia volendo esagerare ed oggi abbiamo perso il protagonista di tanti e tanti racconti che verranno raccontati ancora per anni ed anni ... le leggende non muoiono mai.

«Questa è l'eredità che Giorgio ci lascia: la spavalderia dell'essere tifosi della Lazio. Che è tremendamente più forte e importante di qualsiasi champions league.»


Col dito puntato verso il cielo per sempre.







Di Lazio ci si ammala inguaribilmente
Giorgio Chinaglia