domenica 31 ottobre 2010

Remember ever who you are.

Rendere reale ciò che percepisco, materializzare i pensieri in qualcosa come parole, frasi punti e virgole. Dargli vita, si una vita propria, perché comunque ogni cosa prende una sua vita, una sua strada. Dipende da chi ci si avvicina, da chi legge, da chi interpreta e da chi risponde. Dal come anche. Quel passo che divide i " se " ed i "ma" per capire quanto sono vicini o quanto sono lontani.
Non è l'ispirazione che mi manca tutt'altro, ho ancora tante storie da raccontare, solo non voglio cadere nello squallido rituale della somiglianza e dello scontato. Si è un mio cruccio, magari una volta fatto il tutto, risulterà tutto uguale ad altro, sarò scialbo e scontato. Ma almeno sarò sicuro di aver provato con tutto me stesso di evitarlo. Posso dire di averci provato, come sempre, avrò la coscienza pulita.
Non è un fatto di voler per forza essere "differente", cerco solo di essere me stesso e se me stesso il più delle volte non risulta accettato da tutto il resto, come posso io far qualcosa che risulta uguale a tutto il resto?
Almeno posso dire di avere, uno o più "principi" da seguire.
Voi? Lì avete anche voi oppure avete cambiato (o cambiate) in base ai vostri umori ed ai vostri contatti?
Si è normale, succede di continuo, sopratutto da chi è abituato ad avere e non viceversa, in mancanza del qualcosa si avvicina si adatta e via. Forse, sbaglio.
Magari sbagliassi. A volte ringrazio d'essere "venuto" su così, a volte mi maledico. Ma tant'è che ogni giorno sono sempre più fiero di me e di ciò che ho fatto, perché so che non ho tradito me stesso, sono riuscito fino ad ora ed essere coerente con ogni parola data, con ogni "idea" che mi sono fatto in testa.
Per sopravvivere bisogna sapersi dare delle "regole", le mie sono basate sulla coerenza con se stessi, sul rispetto e sulla sincerità. Ora voglio riuscire a scrivere tutto ciò che mi sta passando per la mente, come dicevo. Cercando appunto di essere coerente con me stesso, quindi sincero e rispettoso. Ma per rispetto sia ben chiaro intendo il rispetto delle idee e della persona. Cosa comporta per me questo? Comporta semplicemente che se la persona ha un idea che non mi trova concorde, la rispetto, va benissimo, ma per rispetto e sincerità (appunto) prima o poi quel che penso glielo dirò. Prima o poi.

mercoledì 27 ottobre 2010

Risposte lunghe per domande sciocche. Cosa chiedo? Chiedo la realtà non un surrogato. Con sincerità, non balle. Ad ogni costo.

Ho fatto quel che andava fatto.
Ho detto quel che andava detto.
Non me ne faccio un problema.
C'è ben poco altro da dire.
Poco o niente.
Potrei dire, anzi scrivere, altre considerazioni conseguenti ad altro.
Certo che prima andava bene, niente era scontato, era tutto bello e divertente.
Si posso dire benissimo di essere tornato all'origine, perché ormai a quanto sembra ciò che mi aspettavo, che sentivo, che ho tentato di evitare inizia a prendere corpo.
Origine, dicevo, da solo quindi e non è un problema è si forse meno bello ma io ci sono cresciuto e ci so stare. So cosa vuol dire lottare, si lottare perché davvero a volte la vita sembra un gigantesco ring. Non ho mai avuto e mai avrò bisogno del cavalier servente che mi viene dietro ne tanto meno che prenda le mie parti, se c'è va bene, altrimenti per me si può fare anche così.
Non rinnego niente, non cancello niente e se è vero che comunque negli ultimi tempi la mia vita è diventata diversa dalle aspettative per via di influenze esterne le mie decisioni le ho prese da solo, da solo mi sono fatto carico di conseguenze e altrettanto faccio tutt'ora. Così farò sempre.
Appunto da solo. Io so farlo, posso farlo, ma invece mi sorge un dubbio.
Lo sanno fare tutti?
O meglio perché c'è gente che riesce a fare date cose solo con il sostegno di qualcuno? Senza tale presenza? Lo farebbe? Se ne trovasse un altra? Un alternativa, magari più accomodante, che ne so. Infondo non sono pratico di certe situazioni. Ma posso interpretare messaggi e segnali, le "sensazioni". Quello che sento, ho sentito non mi piace per niente ed infine mi trovo con un senso di meschinità addosso come poche volte.
Poi certo, per come sono fatto io torna la classica domanda. Perché?
Ancora sento che il messaggio non è arrivato, ma non importa oramai, perché è arrivato qualcos'altro.
Qualcosa che promette bene, che si perde nel mezzo ma che infine non è nient'altro che un insulto. Un insulto al pensiero, ai pensieri.
Si ma prima andava bene, non ero solo, ero solo io che ci pensava, che perdeva tempo e tanto altro. Illuso di aver trovato un piccolo ormeggio dove poter attraccare e non farmi trascinare dalla marea, ho chiuso gli occhi mi sono fatto abbagliare. Nel momento in cui la luce s'è affievolita, tentando di riaccenderla a quanto pare mi sono scottato e dal dolore ho (forse chi lo sa?) aperto gli occhi. Forse mi sbaglio ancora chissà. Ma di una cosa sono certo, ero sicuro di aver trovato qualcosa di più della sola conoscenza personale ma quell'amicizia grande. Davvero grande, beh evidentemente è stato un errore. Un errore di calcolo.
Il mio unico errore è stato quello di cercare di evitare ciò che sarebbe successo comunque, in modo diverso, in modo meno vistoso ma sarebbe successo, lo ripeto ancora una volta:
- Non sarebbe stata la prima volta che avrei visto qualcosa bruciarsi così.
Ed io non ci voglio (volevo?) stare, ma tant'è che nemmeno io mi tiro indietro, solo una cosa posso tirare, il grilletto un colpo alla testa a tutto ciò che c'è stato un lampo improvviso, soffrirà di meno. Così potrà andare lì sulla Luna insieme a ciò che è stato perso dagli uomini. Insieme a tutte le altre bellissime illusioni che sono finite per svanire, uccise, dalle persone che ci credevano tanto o che avevano contribuito a darle vita.
Se qualcosa del genere di quello che c'è stato vuol dire che forse non ce n'era il bisogno, che forse non si è saputo apprezzare il tutto.
Per me mai niente è stato scontato perché mai la mia mente e tutto il resto avrebbero potuto concepire, nemmeno questo.
Di quello che succederà di qui a poco so davvero ben poco, so solo che l'incubo si sta per realizzare e quando io, tu, noi, voi, tutti ci faremo i conti saremo soli. Anche quando ci sveglieremo saremo soli ed a quel punto trovare qualcuno a cui chiedere aiuto sarà difficile.
Ma io credo che non lo farò, i miei demoni, i mie problemi alla fine dei conti li affronto da solo.
Per quanto riguarda sfogarsi, confidarsi e levarsi i pesi dallo stomaco beh, qualcosa mi inventerò chissà, il mondo è pieno di gente che sa fingere benissimo d'ascoltarti. Internet è ottimo per questo.
Chissà nel futuro se ci sarà solo questo se non rimpiangeremo un bel "faccia a faccia" mentre il computer decide se farci funzionare la nostra bella chat cumulata di pixel.
Chissà.


Dissi ... Ascoltala! «Non mi piace» Peccato c'era tutto - Ti saluto persona densa

(Aspetta, aspetta che rispondo al telefono. Pronto?)

Amica mia, è da tempo che non parliamo, non capitiamo negli stessi posti, ed i concerti sono son certo i luoghi adatti a concentrarsi e completarsi. Bisogna ritagliare spazi, anzi, dedicarli, ché quei ritagli a tempi stretti non son possibili i racconti. Amica mia, cosa racconti, cosa mi accenni, come vivi in questi giorni? Ti affanni, ti appanni gli occhi dai pianti, e pianti i ragazzi gli uni dopo gli altri? Che devo dirti, di concentrarti su quel che cerchi? Disegna cerchi e poi distruggili… sì, lo so, non ascoltarmi, non darmi retta, io che sono lento come una caretta caretta rimasta a terra che cerca l’acqua. Dici che sono buffo perché mi immergo e non mi tuffo, perché rifiuto di fare rima con quel personaggio belga dei fumetti e cartoni, con la pelle blu, i pantaloni bianchi, che si muove in branchi, nei boschi, nei villaggi. Amica mia, mi piace dirti stupidaggini, perché parliamo di argomenti pesanti e ci è concesso distrarci, farci dei ritratti reciproci in cui specchiarsi per poi ritrarsi e ritrattare i fatti. Incontriamoci, mangiamo qualcosa dai piatti, dai cartocci, così mi spieghi i tuoi rapporti complicati, i nuovi sfoghi che si son palesati. Io ti racconto invece di come non riesco a sfogarmi dei poteri magici che uso per controllarmi nelle situazioni normalmente assurde in cui sono solito ficcarmi. Amica mia, non guardiamo film assieme, non andiamo a divertirci: sono cose che fanno i conoscenti, non gli amici, sono scuse e gesti per occupare il tempo tra persone che non sanno cosa dirsi, che non voglion preoccuparsi. E noi siamo preoccupati, non parliamo mai del fatto che non ci siamo mai baciati. Ne parliamo adesso: perché, è ovvio, noi siamo la risposta alla domanda “possono due persone di diverso sesso dialogare a fondo senza che scatti un movimento od ingranaggio che si muove sempre nello stesso modo, e che non fa mai un rumore nuovo?”. Amica mia, siamo al telefono, i miei compari ridono, fanno battute allusive, mi diverto a dare loro risposte elusive. E non sarebbero compari se non sapessero dei miei poteri: li senti ridere con umorismi sottili e fittizi dovuti ai Fumetti della Gleba, e non ai servi della gleba. Cantami o musa del tuo lavoro, lo stai cercando? Ne hai trovato un altro? È un’occasione? Bada, le occasioni non esistono: se fai una scelta mentre stai male qualsiasi occupazione in poco tempo comincia a pesare, e tu a ripeterti e non capire come sia possibile che con un lavoro così comodo e stabile il tuo pianto rimanga inestinguibile, al limite tra l’angoscia del perfettibile e quel barile di irresolutezza di cui non ti liberi né in una casa nuova né con una compagnia diversa, e queste cose le so perché anche io, e queste cose si disgregano con il tempo, amica mia, un millimetro dopo l’altro, occupando lo spazio astratto, soluzioni proprie, mai obsolete, mai prese in prestito come le diete, o perlomeno rimodernate, senza rispetto per chi le ha prestate. Amica mia, quando mi riporti un libro fai sì che sia spiegazzato, senza copertina, tutto scritto e sottolineato. Dai, vediamoci per parlare. Stai spendendo troppi soldi: in questo modo non posso usare i miei poteri, posso al massimo darti dei consigli. Sono troppe le persone di cui vedo il potenziale e che non mi permettono un’efficace interazione per pigrizia, per sfiducia o per diritto, che il mio non-rispetto lede, e si ritraggono. Dimmi quando invado troppo. Lo so, ti fermi, devi andare. Fammi sapere quando trovi un lasso spazio-temporale per camminare, parlare, fare merenda. Stammi bene – retorica a parte, ti saluto, persona densa.


martedì 26 ottobre 2010

Try it or Lost it

Sono di nuovo qui, nel mio posto preferito, da solo a scrivere. Qui è dove ho scritto le cose migliori, dove ho passato gran parte dell'estate, comprese quelle lunghe settimane. Si quelle.
Nonostante la temperatura si sto qui lo stesso, devo.
Chiedo consigli cerco voci ... eccone una:
«Scrivi, scrivi il tuo miglior post e pubblicalo, magari anche sulla pagina, spiegati al meglio e le cose si sistemeranno»
Un altra ancora eccola:
«Prova a sistemare la situazione, prova a mettere apposto le cose e se non ci riuscirai lascia andare tutto così com'è evidentemente è l'unica conclusione possibile.»
Si cerco consigli, consigli da chi non ho mai incontrato, consigli da persone esterne alla mia vita e avrei potuto chiedere ad altre 1000 di loro, ma non avrebbero mai avuto l'effetto di quella singola ed unica voce.
Quella voce che quelle (per fortuna) poche volte che ho sentito "che non andava bene" mi ha spinto a dare il meglio di me per tirarla su. La sentivo quella voce. La sentivo.
Si perché la cosa bella di tutto è che alla fine dei conti, le lunghe parlate in chat tra pomeriggio (quante lezioni per la patente perse, quante guide ...) o la sera erano il contorno, il contorno dei seppur relativamente brevi incontri di persona tra pullman e fermate del pullman. Tutto culminava là, ad esempio i racconti, potevo mandarli via internet, no li stampavo anche solo per vedere la reazione. Per vederla. Non per leggerla.
Si perché poi si sa', la prima volta che una così detta "amicizia" ha toccato tali altezze, per il sottoscritto è stata questa, si sa', lo sai.
Sai anche che l'influenza (diretta, indiretta che ne so) che c'è stata su di me è stata grande, se alla fine sono uscito come il migliore alla maturità nel tema, se il professore che mi conosceva da un giorno mi chiedeva continuamente perché non avessi messo a frutto tale "capacità" (per un attimo avrei voluto scrivere talento ma al solo pensiero di averne uno mi metto a ridere) in un liceo di che credi sia il "merito"? Ah si certo mio perché il tema l'avevo scritto io. Ma secondo te per chi ho iniziato a sfruttarlo per davvero? Chi mi ha infondo, incoraggiato ed in un certo senso spronato? Ora sono all'università, "Lingue e Letterature Moderne", chi dovrei ringraziare la professoressa di italiano che nell'ultimo tema dell'anno mi mise 9 ma che quando la incontrai e gli dissi cosa stavo facendo all'università si fece una grossa risata dritta sulla mia faccia e se ne andò via, senza dirmi altro (e pensare che infondo la stimavo) ?
Infondo, quella tua voce quasi fin da subito diventò la più importante. Lo è tutt'ora in questo momento.
Ed in questo momento che cerco di pensare di scrivere che ... che si ecco mi tocca di nuovo parlare inizialmente si inizialmente si inizia a parlare di te, almeno mi sembra, ma poi ancora mi tocca rispondere, quasi giustificarmi di aver dato una sincera opinione su un qualcosa che davvero non mi piaceva a prescindere.
Botta e risposta botta e risposta, ma il fatto è che non me ne importa niente! Pensavo di poter risolvere questo problema, quello che per egoismo chiamo "Il mio problema" e me ne scuso se lo definisco mio, ma no mi tocca stare a leggere e l'unica cosa che mi è interessata ( Senti, dopo i giorni che lei ha passato a sentire le tue storie...tutto ciò che hai fatto è stato elaborare cose che non verranno mai alla luce, ma lei ha lasciato correre ovviamente.) non ha nemmeno ricevuto una spiegazione. Si è tornati a parlare di personalismi di cose che non me ne importa niente alla fine si parlava di lui e di me ... e non mi interessano ne l'uno ne l'altro.
Da tempo provavo a spiegare il mio problema per bene, ma evidentemente per avere una reazione valida ho dovuto tirare fuori il peggio di me, sempre in modo sincero si un "Ormai sei solo un cumulo di pixel!"
Si tanta rabbia e tanta frustrazione, perché oramai tutto ciò che era speciale è rinchiuso in quei maledetti pixel, in quella chat, in un protocollo. Questo va bene per altri "amici", va bene per restare in contatto non per essere in contatto e questa frustrazione è diventata insopportabile doveva uscire fuori. Rabbia per come l'amicizia più profonda mai trovata si fosse ridotta a questo, ma poi si dicesse qualcosa di bello.
I discorsi si sono ridotti a «Leggi» «Recensisci» e poi niente più, l'unico modo per parlare di qualcosa era questo e non va bene, non si posso veder ridotto ciò che ho sempre visto come grande ed immenso in un qualcosa di così piccolo, senza senso ed alla fine inutile. Non lo accetto, non posso vedere la decadenza di tutto questo farsi largo, il lento appassirsi di tutto, come già troppe volte è successo e come sta succedendo ancora, con quelli con cui ho condiviso anni alla scuola e che ora mi sono già quasi ignoti. Ma con loro, con loro non ho avuto tutto questo, si con qualcuno ho lo stesso un gran bel rapporto è ovvio, ma che comunque può resistere in questo modo, infondo questi rapporti si sono rafforzati proprio così tramite i pixel.
Tutto nel frattempo si sovrappone ad una domanda, cosa gli avrò fatto provare, con quelle parole?
Si perché lo so, lo capisco infondo era quello che volevo, suscitare qualcosa di forte, dispiacere, dolore, delusione, malinconia, rabbia non lo so. Ma so che almeno ora avrai almeno "assaggiato" ciò che ho provato sempre più spesso io stesso. Negli ultimi tempi poi sempre più. Non dico una bugia, se dico di essere dispiaciuto da questo ma allo stesso tempo so che è qualcosa che oramai andava fatto, per capire come risolvere il tutto, in un modo od in un altro.
Infondo sono solo stato sincero e lo so che non è sempre piacevole, ma lo sai, per me senza sincerità alla base non ci può essere niente e se questo non va bene tanto vale non cominciare per niente.
Ancora idee, ricordi eccone ancora.
Vero, più di una volta ho sperato ben altro, essendo pur sempre cosciente della realtà, ma che dire in merito a questo? Una volta tanto che ho un sogno privarmi anche di questo?
Pensa anche a questo, lo sai io da un giorno all'altro non avrò più una casa, chissà dove andrò un giorno potrei essere io ad andarmene lontano, sicuramente più lontano di adesso, non lo so, ma la sola idea peggiora tutto il mio stato d'animo poiché il tutto distruggerebbe a prescindere tutto quello di cui ho parlato dal inizio alla fine di questo post.
Ma cavolo poi Hug, te lo ricordi? Si quello, che uscì fuori grazie ad una stupida ricerca, quello mi ha davvero cambiato la vita più di quanto ci si possa rendere conto. Sembra stupido e inutile ma è terribilmente vero.
Si cavolo posso aver travisato qualsiasi parola, qualsiasi gesto, qualsiasi frase, ma i brividi di quel momento e per tutta quella mattina non me li sono immaginati. Sono stato bene in quell'attimo e se la vita non è altro che la ricerca di quella felicità nascosta in quel momento ero stato molto vicino a trovarla.
Anche il libro, quello là, che da infondo da il titolo alla pagina, l'ho comprato e non l'ho mai letto, ma quello che doveva fare l'ha fatto ne abbiamo parlato t'è piaciuto molto ed è nata la pagina. Tra l'altro a me non mi piace nemmeno molto. Si l'ho comprato per parlare di qualcosa, quello stesso giorno che te l'ho dato perché sapevo che te lo avrei potuto dare e per parlarne subito lì al momento. Sotto al sole, ah quanto ce n'era.
Ed ora, ora qualcuno dirà che il tutto è ridotto ad una tragedia greca, che magari faccio inutili discorsi e tante altre belle cose, ma chi se ne frega, questo è quello che voglio dire.
Dovevo fare qualcosa, non potevo fare altrimenti, infondo mi sembra normale, quando stai perdendo qualcosa a cui tieni fai di tutto per trattenerlo.
Se tutto questo ha un senso solo per me, allora devo per forza di cosa chiedere venia, ho sbagliato tutto ogni cosa. Ho sbagliato a credere, a sperare, ho fatto scelte sbagliate, mollo tutto e me ne vado. Sparisco tanto così non ci vuole niente un paio di clic qualche password e io non sono mai esistito. Niente di tutto questo.
Il blog sparisce i suoi post con me. I ricordi prima o poi spariscono, rimarrà forse un po' di dispiacere, di malinconia, ma il tempo, disse qualcuno, cura tutti i mali.
Ma se infondo non è esistito niente nemmeno quel dolore avrà senso di esistere, semplicemente sarò più povero, molto più povero. Ma almeno non avrò niente da perdere, per cui perdere il sonno, per cui dispiacermi e via dicendo.
Ma si dai che adesso sono sicuro che per qualcuno anche quest'ultima frase risulterà sciocca ed inutile non è vero?
Ah pensatela come volete.
Pensa quello che ti pare.
Ancora adesso mi spiace, sono si dispiaciuto nonostante sono io quello che infondo ha acceso la miccia, ma sono triste alla sola idea di averti ferito. Il fine giustifica i mezzi si dice, ho sempre pensato che non fosse veritiera come frase, ma ho scoperto che a volte è l'unica via possibile, almeno per smuovere le acque, ancora ... mi dispiace.
Ma io ho questo problema che infondo riguarda noi (usare questa parola mi mette i brividi mah .... infondo chissà se c'è mai stato un noi ... boh) o che oppure riguarda me verso te, perché così per me non va bene ... non so per te...
Potrei continuare a scrivere all'infinito, ma credo che il concetto sia stato centrato.
Ricorda "Ormai sei solo un cumulo di pixel!" (si sulla pagina tra l'altro è stato riportato male)
Ormai perché è la triste e frustata constatazione di quello che è diventato tutto.
Oramai la persona è direttamente associata alla finestra di una chat, può essere questo giusto? Oramai ho dimenticato anche la voce ...
Non credere, non crediate, che ieri, oggi o in questo momento mi si divertito anzi ... in questo momento sto come poche volte sono stato.
Se non dovessi alzarmi presto domani mattina, andrei a fare una bella camminata, proprio come feci uno dei primi giorni che parlammo, visto che ricevetti una chiamata poco felice e subito dopo quella camminata alla fine mi arresi e confidai tutto a te. Chissà se te lo ricordi, ma infondo è iniziato tutto così, con quella stupida foto in un quadrato appunto di pixel e tanta amarezza nel cuore che nel frattempo diventò felicità.
Felicità di aver trovato "un arcobaleno che cammina" " un fascio di luce" o tante altre cose inventate al momento, in vari momenti, per varie occasioni.
Se la conclusione dovesse essere questa, sarebbe esattamente come è iniziata.
Un quadrato, pixel e tanta amarezza infondo al cuore.

lunedì 25 ottobre 2010

In una bella giornata sinceramente Vaffanculo

Sempre in mezzo, sempre lei a salvarmi, ad aiutarmi, entità magnifica e dalle diverse forme come potrò mai ringraziarti? Musica, te lo dissi tempo fa', te lo dico ancora, grazie.
Si perché fin da questa mattina, erano i Beatles che cantavano per le mie orecchie Let It Be che in un autobus, strapieno di studentelli imberbi che hanno saltato la scuola, con un signore anziano molto, molto, ma davvero molto "petulante" (e mi censuro) hanno messo a dura prova i miei nervi, sono rimasto in silenzio. Finito il canto di Lennon e compagnia arrivano Flea, Frusciante e amici. Tell me baby. Ho trovato posto mi sono seduto e ho viaggiato.
Succede che si fanno le 19 e l'attesa per prendere il pullman si prospetta ben oltre i quaranta e dico quaranta minuti. Al freddo, sotto la pioggia. Allora cominciando tra i vecchi ricordi con Fatboy Slim e la sua Rockfeller Skank ed altri pezzi l'attesa si fa meno dura, passano i minuti, si libera posto sulla panchina, al coperto, mi siedo, spengo l'iPod è l'ora di intrattenere relazioni sociali.
Eccolo arriva grande, grosso, blu ma sopratutto vuoto! Entro, entriamo, ci sediamo. Ancora qualche minuto si dialoga, si guarda il buoi che ci circonda è tarda sera oramai lei può essere la compagna perfetta, ecco ho trovato. Glasvegas ottimi. Passano i minuti mi rilasso, prendo sonno ... le note mi accompagnano ancora ... mi sveglio diavolo sono quasi arrivato.
Torno a casa soliti preamboli e poi finalmente eccomi al computer, ciao mondo questo tuo figlio sperduto si riaffaccia. Si perché oramai il mondo, il mio vecchio mondo è tutto lì, più che mai si è ridotto tutto a questo.
Non ci parlavo da tanto tempo, non ci vorrei parlare, oramai ... ma si infondo ci spero ancora, ieri mi aveva cercato, forse vorrà parlare? Proviamoci, in ricordo dei bei tempi andati, della nostalgia di quello che sognai e che ogni tanto sogno. In onore delle parole dette e dei pensieri della notte.
Ma no niente, niente di tutto questo. Leggi questo. Io lo leggo. Dal momento in cui ho aperto quella chat si è rovinata la serata. Perché l'ho fatto? Stupido! Niente sarà più come prima e niente sarà come vuoi (o al massimo volevi, ormai non lo sai più nemmeno te).
Poi succede una cosa di questo genere (si l'ho scritto anche sul mio stato di facebook, il tutto è leggermente rimaneggiato ed in più su facebook sono aggiunti altri fatti della giornata.)

Arrivo ceno, ciao! Parliamo con qualcuno va'!

«Leggi!»

«Cosa?»

«Questo!»

«Ma no dai che è?»

«Maple leaf is very tasty cooked on the grill!»
«Cosa?!»
«Dai non t'arrabbiare con me, non t'offende!»
«... e chi s'arrabbia, chi si offende? Ormai sei una chat sei un cumulo di pixel

Ed il tutto non è stato piacevole, per niente.
Si perché il tutto si è ridotto a questo:
«Leggi» «Cosa ne pensi?» «Boh»
Succede così che in tutto il casino che è saltato fuori io mi sono letteralmente incazzato, ma mica per quella cavolata ... no per niente ... il problema è che oramai ... una foto ... un rettangolo, quattro parole ogni tanto ... un maledettissimo cumulo di pixel! Si è ridotto a tutto questo. Per quanto ne so potrebbe essere tutto finto, anzi per me lo è. Di vero non so se c'è ancora qualcosa, stavo per esplodere sul serio, tanto che già la situazione era scomoda chi mo lo avrebbe rinfacciato? Anzi forse avrei fatto bene ad essere veramente arrabbiato ed a dimostrarlo come davvero poche volte ho fatto. Ma poi un ritornello ... mi è iniziato a rimbalzare per la testa ... "Have a nice day" degli Stereophonics, beh se non ho dato libero sfogo ad ogni singola pulsazione delle mie emozioni del momento è grazie a loro.
Poi arriviamo a poco fa, sto su facebook.
"Meraviglia delle meraviglie" leggo.

Mozart Gran Misa en do m. -7. Quoniam tu solus (Bernstein)


L'ascolto. Bella anche questa, ottima. Lo faccio per due volte e nel frattempo inizio a scrivere qui.
Ed ora Zio Ax, J.Ax che per qualche settimana ho dubitato di apprezzare come sempre.
Evidentemente fa troppo parte di me, tutta, la musica, sincera e per sincera intendo fatta col cuore, con passione, anche Ax si, nonostante ultimamente non sia il solito e sono sicuro che almeno ci butta davvero quello che pensa.
Vibrazioni, questo mi da la musica, buone cattive ... emozionanti insomma.
Tra l'altro oggi dopo aver letto, mi era quasi passata la voglia di scrivere, tanto più racconti. Gli effetti possono essere davvero "strani" facessi la fine di Coleridge.
Si ora che faccio l'Università me la tiro, cazzarola.
Quando oramai quasi tutti i miei compagni di scuola lavorano anche chi avrebbe potuto provarci, chi aveva le possibilità io ci provo e poi chissà, intanto nonostante tutto me la godo e l'esperienza nonostante tutto è più che positiva e si mi sento come "un monello" all'asilo ...
Tralasciando il fatto che ho rischiato oggi stesso la vita e che già faccio il portaborse ... il futuro è assicurato!
Ora per chiudere sto ascoltando Whiskey in the Jar, la cover dei Metallica, questa canzone mi trasmette proprio la sensazione di "vita".
La vita fatta di alti e bassi, successi e tradimenti, soddisfazioni e grandi pianti. In pochi minuti c'è tutto questo è il potere della musica, farti vivere anche quando non sai come vivere, né il perché.
Grazie amica, a buon rendere.
Una canzone mi seppellirà!
(beh mica male ...)

domenica 24 ottobre 2010

Riprendendo il discorso che voi leggerete dopo di questo in modo del tutto stupido ecco il discorso conclusivo della serata folks

Quel post, sarebbe dovuto continuare allungo. Si perché il discorso non l'ho ancora finito, ma sapete, era il momento adatto e con la frase adatta, mi piaceva l'idea, almeno questo lasciatemelo ancora fare.
Il discorso, da brava persona che cerca di vedere tutti le sfaccettature delle situazioni sarebbe dovuto continuare su questo treno. Sul treno del «Ok ho fatto, anzi sto facendo una cavolata, ma sai com'è non so che fare, preferisco annegare con la nave, passare da stupido che ho rinunciato da solo alla vita quando forse mi sarei potuto salvare, perché non so che fare.»
Il succo del discorso, detto in modo molto spiccio ed ampiamente influenzato dall'esterno ma comunque è questo.
Il presente, il passato e il futuro non sono più niente, davanti ad una scelta.
Da lì parte tutto da li può finire tutto.
Gli errori si fanno, ne ho fatti e ne farò, ne farete anche voi, mi dispiace. Ma io almeno io per ora da ogni errore ho tratto non un insegnamento, sarebbe troppo "classico" ho tratto una sconfitta.
Da ogni sconfitta ho fatto un altra partita, per tante altre partite che ho vinto.
Al netto siamo quasi al pareggio una più una meno, ma ora inizia ad essere il tempo di scegliere con cura, di stare attenti e non sbagliare, si inizia a giocare sul serio e il tempo è ancora così tanto che non basterebbero milioni di parole per riempire fogli di rimpianti e scuse.
Ma chi vivrà vedrà nel frattempo, come sempre mi faccio accompagnare dalla sola cosa che ancora oggi non mi ha mai abbandonato e che non ho mai avuto paura di perdere.
Musica, signori e signore. La musica.

When was a light. When was me, but what I can see near me? The future it's too ugly. Fog my friend. Breaking you, breaking me, breaking yourself.FIRE!

Non capirai la portata di quello che ti aspetta fino a che non te lo troverai davanti, la portata maestosa di ciò che ti accadrà, una gigantesca opera di incastri che aspetta solo te, per completarsi e mettere in moto il tutto, se non lo farai, quegli ingranaggi si arrugginiranno, ogni singolo componente, ogni pezzo, poco a poco perderà la sua funzione, non girerà più fino a sgretolarsi a non essere più niente e quel perfetto che poteva essere è solo un altro rifiuto nella marmaglia dell'esistito che poteva consacrarsi all'eterno.
Ma si convinciamoci, auto convinciamoci di essere delle brave persone, di essere migliori che ogni nostra singola scelta sia stata giusta «Si forse ho sbagliato ma non me ne pento» ma complimenti!
Si però infondo, sono una persona stimata e riesco bene nel mio lavoro sono utile.
Stronzata tutto ciò che dici diventa falso nel momento stesso in cui ti sei posto la domanda.
Nello stesso momento in cui il seme del dubbio si è insinuato dentro quelle piccolissime, quasi impercettibili, crepe dell'auto convinzione il dubbio è già diventato realtà. Hai sbagliato e come se hai sbagliato e si sei una persona inutile se non fosse per il tuo lavoro e per quella cosa che chiami "casa" o "famiglia" a nessun altro fregherebbe di te. Semplicemente un altra testa che crede di pensare, un altro cuore che spera di battere, un paio d'occhi che non vedono l'ora di ammirare e di restare rapiti.
Speranze, inutili ed insulse speranze.
«Si ma la speranza mi aiuta ad andare avanti, almeno quello !» Ed infatti non dovrebbe essere questo a spingerti ad esistere, la speranza deve essere qualcosa di più non il centro cardine del tuo essere dei tuoi progetti futuri dei tuoi sogni.
Ci arrabbiamo per niente, ci sfoghiamo con poco, per poco, quando magari noi stessi siamo la causa delle stesse problematiche, delle stesse reazioni ad altra gente, anche chi non ci aspetteremmo.
Con che coraggio io potrei mai arrabbiarmi, pretendermi di sfogarmi, di annegare nelle lacrime, di bruciare nelle fiamme dalla rabbia per cose ... stupide, stupide e che riguardano solo me. Quando cresci, se cresci o sei già cresciuto capisci. Capisci il senso delle priorità e dei bisogni. Capisci che si è importante pensare a se stessi, ma se insieme a te c'è altra gente allora le cose cambiano.
Ho fatto un paio di scelte, dolorose si, ma necessarie. Ho dovuto, devo ... lasciare molto di quello che ho, che ho avuto e che ho trovato indietro ... non posso permettermi di stare male per altra gente, non posso permettermi di risolvere problemi non posso ... vorrei ... i ponti devono saltare. Almeno ora sto meglio, molto meglio sotto molti punti di vista, certo che ... guardando alcune foto, il ricordo torna vivo e pulsante e mi prende a schiaffi. Ma resisto devo. Perché oltre ad aver tirato fuori in alcuna di queste situazioni, qualcosa che non avrei voluto oppure non ho tirato fuori ciò che avrei voluto ... bé devo viaggiare, devo muovermi, leggero ed il carico deve essere altrettanto.
Il tempo è diventato poco, pur volendo, ne viene concesso ancora meno e in quel momento io sono lontano, sto riprendendo fiato, sto riposando, si sto anche cenando.
Se avessi il dono dell'ubiquità, della comprensione universale, se avessi il dono di non legarmi troppo e tante altre cose ... beh sarebbe stato meglio forse.
Si ma poi, poi c'è che ti trovi davanti a quel libro, si quello che hai sempre desiderato non sei mai riuscito a leggerlo, vorresti prenderlo è ormai tanto tempo che lo cerchi è il libro definitivo della tua vita, per la tua vita, con tutta la tua vita dentro.
Ed invece gli dai una leggera sfogliata, sembra essere del tutto diverso da come te lo aspettavi, il dubbio ancora lui ti pervade, sei fregato, rimetti quel libro sullo scaffale e te ne torni a casa.
Esci da casa e ovunque ti giri lo vedi, vedi quel libro, quel maledettissimo libro che adoravi e che desideravi, ora non lo vuoi più vedere scappi ma ogni tuo pensiero vanno a quelle pagine che hai sfogliato, il numero delle pagine, i capitoli ... no basta.
C'è una sola soluzione, il libro te lo scriverai da solo.
Allora si che sarà il tuo libro.
Amore, odio e tutto il resto, in questo momento potrebbero anche non essere mai esistiti, me ne importa altamente poco.
Forse tempo fa' si, ora mi domina qualcos'altro, un altra entità fa parte di me.
Il dubbio.
Vaffanculo tutto, vaffanculo tutti, una canzone ci seppellirà.

venerdì 22 ottobre 2010

Chef Ragoo - Silenzio Statico

L'avevo detto che avrei scritto il testo della canzone.
Eccolo.
Silenzio Statico - Chef Ragoo

Vado via in balia degli elementi
mi serve aiuto al volo ma gli amici sono lenti
l'hip hop è lento, il rock è lento
ora ho bisogno di uno stimolo violento
cammino a stento non vedo e non sento
al momento sono perso nel vento
mi accontento di quello che ho dentro
non ho altra scelta anche riflettendoci
noi passiamo l'esistenza dividendoci eravamo in cento dopo eravamo in quindici
contaci adesso io con me stesso si fotta il passato e si porti via anche il resto
sono fin troppo onesto
non sono fatto per vivere nel vostro contesto
sarà per questo che non so in che posto siate
tutte le persone se ne sono andate che fate?
Persone cambiate idee barattate per 30 monete come state?
Sempre tutto a posto, a posto il cazzo io non vi riconosco
non so chi siate mi imbarazzate
se penso che stavo con voi qualche estate fa
a parlare del senso dell'esistenza
parole al vuoto ratti nella mensa

E' la sensazione più intensa vuoto pneumatico silenzio statico pratico
meditazione nell'attico ascoltatore mentre elaboro violenza
E' la sensazione più intensa vuoto pneumatico silenzio statico pratico
meditazione nell'attico ascoltatore mentre elaboro violenza


Cancello cellule celebrali in quantità tali che c'è da stupirsi se penso
rimuovo gente e luoghi quel tempo è sepolto
quell'uomo è morto
quel palco è vuoto
quel testo è un ricordo lontano e rimosso
io passo sempre col rosso vado dove voglio e non vi chiedo il permesso
sopratutto se il posto dove vado è un rifugio che si trova dentro me stesso
questo è il mio corpo
porco quel porco
questo è il mio sangue
qui non si piange più
se avessi lacrime per ogni sconfitta
dovrei tenerle in un cassone in soffitta
troppe cazzate in giro aria fritta
non c'è la mia fetta e la torta è finita
con le dita negli occhi mi acceco
soffro meno quando non vedo che
per ogni uomo libero ci sta un divieto
e per ogni verità c'è un segreto
la mia città è nemica del pensiero
io odio il papa e disprezzo il clero
una vita condizionata da loro
la libertà è più rara dell'oro nero
e se mi chiedi cosa vedo per davvero io vedo un'umanità senza futuro

E' la sensazione più intensa vuoto pneumatico silenzio statico pratico
meditazione nell'attico ascoltatore mentre elaboro violenza
E' la sensazione più intensa vuoto pneumatico silenzio statico pratico
meditazione nell'attico ascoltatore mentre elaboro violenza

mercoledì 20 ottobre 2010

Veloceincursionenotturnadiunqualsivogliapensiero

Non c'è tempo, non c'è tempo per le emozioni. O almeno non ne ho, non ne voglio avere o non ne posso avere.
Infondo cosa sono le emozioni? Impulsi elettrici che sbattono qua e là per il nostro corpo, c'è chi dice al cuore, chi alla testa, chi all'anima ...
Impulsi elettrici, frazioni di secondo, no nemmeno questo lusso, ora come ora ed il futuro è più nero che mai, nero come l'infinito, il buio, l'assenza ... l'assenza di luce, che può allo stesso tempo nascondere una presenza di chissà cosa. Forse niente.
Il fatto è che in questo momento sto con una candela in mano, la cera è quasi finita e la luce e fiacca, fra poco si spegnerà.
Impulsi elettrici dicevo, scosse, brividi insomma attimi. Attimi distanti e infiniti che rimarranno scolpiti per sempre nella memoria delle cose non accadute e che non accadranno mai.
Per sempre forse.

domenica 17 ottobre 2010

Losing the mind, taking control, re-taking my mind. Now I will take the world (that's my hope)

Ce l'aveva quasi fatta. Apatia, paranoia, grigiore ... nemmeno più la musica reggeva.
Poi è successo. Un suono primordiale, antico di quelli che ti percuote si insomma ti prende a schiaffi.
Brividi sulla schiena, come la prima volta oramai era davvero tanto tempo che non sentivo una tale scarica d'energia, tanto forte che non riuscivo a mettermi in piedi, ero atterrito, il suono aveva preso possesso di me, si è impadronito di me per un non meglio precisato lasso di tempo, mi ha ripulito, usando il fuoco ha bruciato via tutto nemmeno la cenere è rimasta.
Ora mi sono alzato, di nuovo, sono in piedi.
Nuova forza, nuova energia, non ci ho messo propriamente tre giorni ma la conclusione è la stessa.
Resurrezione. Non sono né il vecchio né il nuovo, sono io ed io basto e avanzo.
I problemi permangono solo che ora ho quella scossa, quel brivido, quella carica elettrica che ha risvegliato quello che il torpore aveva sopraffatto.
Adesso ogni forma di sentimento ha campo libero, si può sfogare, si anche il menefreghismo se vuole può tornare a spadroneggiare, ma dovrò stare attento non è il solo, rabbia, malinconia, felicità, nostalgia e tutto l'esercito empatico del mio essere è pronto a dar battaglia per il trono.
Fino a che poi non sarò solo qualcosa che non dà segni di vita, qualcosa che c'è ma non esiste più, come quel gatto bianco che ho visto oggi, morto.
Sono passato una volta e stava lì.
Sono ripassato ed era ancora lì.
Lui sta lì, ma in realtà non esiste più, non ha più sentimenti ne pensieri.
Questo vuol dire esistere, non respirare.
Esistiamo quando pensiamo e proviamo qualcosa, siamo vivi quando siamo utili.
Se siamo egoisti, menefreghisti, senza idee ed apatici siamo come roccie, immutabili nel tempo, inscalfibili e forse non sarebbe una soluzione tanto malvagia ...
Ma oramai lo so' a me piace lottare, contro tutto e tutti, tanto più contro me stesso e ne vale la pena.
La vita fa schifo. La vita è una gran bastarda. La vita è dura. Io posso essere peggio ... non per tutti, anche solo per me ...
Ma se vi dico che la vita è dura ve lo dico con convinzione, con una, due anche tre o mille ragioni e sono ben più serie di qualsiasi altra cazzata. Anche l'amore e stronzate simili.
Non nego che sia bello, che se c'è diventa l'antidoto a qualsiasi male ma è anche vero che può andare anche in secondo piano, può diventare un optional, un favore che la vita ci può fare.
Ma quando ti accorgi che alla fine dei conti, quello è l'ultimo dei tuoi problemi e che davanti a te ai una marea di ostacoli e di altri problemi devi fartene una ragione, l'amore diventa un ornamento per pochi e tu in quel caso non fai parte di loro.
Amore, sentimenti cose da romanzo, per ora le vedo così, le voglio vedere così, devo vederle così.
Per forza, non posso fare altrimenti, in caso contrario mi accorgerei che l'intero mondo che c'era intorno a me sta scomparendo ed io sto finendo schiacciato dalle rovine di quel modesto mondo che mi ero creato e ci avevo messo molto più di 7 giorni.
C'è gente che parte, gente che torna, gente che non vedrò più.
Io stesso da un giorno all'altro potrei partire, lasciare tutto, volente o nolente.

Sono libero, sono libero, è tutto quello che posso dire ... quello che posso essere in questo mondo pieno di paura e miseria.

I'm free, I'm free, that's all I can say ... all I can be in this world full of fear and misery.

Ich bin frei, ich bin frei, das ist alles was ich sagen kann ... Ich kann in dieser Welt voller Angst und Elend werden

Italiano tutto mio.
Inglese tutto mio. (Per cerca di fargli avere lo stesso senso spero di non aver fatto casino con la traduzione)
Tedesco mio con l'aiuto di google traslator, ma a prima vista rende bene il concetto.

giovedì 14 ottobre 2010

Dolore, piacere. Sublime.

Infinito, buio, paura.
Paura, buio, muro.
Muro, paura, infinito.
Non vita, spettatore, osservatore terza persona, non prima ... non me, fuori non io.
Esperienza, andata e ritorno. Fine.
Viaggio lungo, viaggio corto. Continuo.
Ciclo, non fine, ripetizione.
Così va la vita? Non so.

martedì 12 ottobre 2010

Go ... and Go ...

Una moltitudine, centinaia e centinaia di corpi estranei. Molti estranei del tutto tra di loro. Quasi tutti estranei da me.
Tanto per tagliare corto, il nulla contro il tutto, l'alfa contro l'omega, lo yin contro lo yang e tutte queste belle cavolo di possibili contrapposizioni che vogliono sapere tanto di filosofico ma che alla fine sono solo frasi fatte e io non mi voglio ridurre a questo.
Inizia a mancarmi non l'ispirazione, che poi ispirazione cos'è mai? Qualcosa di inutile, se vuoi fare qualcosa la fai, tanto più una cosa come (ad esempio) lo scrivere che l'uomo fa da tanto, tanto tempo, il fatto è semplicemente che cosa si scrive, di solito si vogliono esprimere idee, sentimenti e giù di lì insomma di solito si vuole esprimere qualcosa che si ha dentro. Da questo, punto di vista inizio a sentirmi arido, insomma, sempre gli stessi pensieri, la musica, anche quella, forse boh, sono io ma credo di avere bisogno di qualcosa di nuovo:

Vado via in balia degli elementi
mi serve aiuto al volo ma gli amici sono lenti
l'hip hop è lento, il rock è lento
ora ho bisogno di uno stimolo violento
cammino a stento non vedo e non sento
al momento sono perso nel vento
mi accontento di quello che ho dentro
non ho altra scelta anche riflettendoci
[...]Contaci adesso io per me stesso
si fotta il passato e si porti via anche il resto
sono fin troppo onesto, non sono fatto per stare nel vostro contesto

Ah se l'avessi scritta io una cosa del genere, non l'ho fatto, ma mi ispira spesso, quando ho bisogno alcune parti di questa canzone le ripeto come un vero e proprio mantra che dire ... quella canzone è verità pura e io la verità pura se pure a volte spietata l'adoro se posta nel modo giusto ancora di più. Dovrei scrivere per intero questo testo, visto che in rete non sembra sia disponibile.
Tutta questa sensazione di "piccolezza" da dove viene? Se non dalla mia prima settimana d'università da dove?
Il senso di perdita di identità è gigantesco. Ora non sei più lo studentello del tecnico, non tiri più a campare, tutto quello che hai costruito negli anni è azzerato.
Dal canto mio è un dramma, oramai per me che insomma non sono mai stato tradizionalmente con un largo giro di amici, mi ero messo su qualcosa di bello.
Ora? Ora tutto questo si sta sgretolando sta scomparendo, sempre perché come sempre mi piace fare di testa mia, giustamente. Beh meno male che nel frattempo in un modo o nell'altro un'ancora di salvataggio l'ho trovata oppure l'ancora ha trovato me, oppure mi è semplicemente caduta in testa, ma almeno non passo più le giornate universitarie nella più totale solitudine ed inesistenza, anche perché senza interazione, facendo tutto in modo ai limiti della meccanicità, davvero inizierei a credere di non esistere ... che rottura, dopo tanto tempo ero riuscito ad essere quasi sicuro di esistere ... presente "The Truman Show" ?
Altra cosa, altra nozione, nuova cosa che ho avuto la certezza di accertare è la seguente: Non sono il solo.
Ma va'? Si infatti me lo dico da solo, l'ho sempre saputo, ma così ho avuto la conferma definitiva che il mondo è pieno di problemi, c'è chi ne ha di più, chi di meno. Ma tutti abbiamo dei problemi più o meno gravi, ma che per chi li vive in prima persona sono solamente problemi non hanno una "priorità" solo per chi è esterno al problema, bisogna sapersi immedesimare capire, ascoltare e quando serve, parlare.
Oggettivamente io a breve termine ho almeno un paio di grosse gatte da pelare, ma se solo mi facessi trasportare dall'onda delle emozioni, sarebbe una tragedia, finirei come mia madre, che si in questi giorni l'ho vista a pezzi.
Pezzo di ghiaccio, mi chiama a volte, ma che ci posso fare se nessuno non mantiene il controllo, la nave va persa, qui siamo in due che dovrei fare? Poi certo la notte faccio i conti con tutto ed eccomi lì che non dormo.
Mah ... questo post alla fine non ha niente di speciale, solo il racconto, di un tizio qualsiasi che sta andando all'università che ha qualche problema, che si sta scontrando duramente contro la realtà della vita, che già conosceva ma che ora è grande, grossa e fa ancora più paura.
Bah ... proviamo a dormire ...i

giovedì 7 ottobre 2010

When stop became start

Quando si fa così tardi e sto qui, per scrivere in ore tanto tarde a volte penso: «Ehi sono solo!»
Ma poi mi rispondo: «Ah no ci sono io»
Si io, me stesso, perché me stesso alla fine è ciò di cui ho bisogno, me stesso e quando lo sono nemmeno il più grande degli tsunami "emotivi" possono buttarmi giù, tanto più non mi faccio fregare da reazioni chimiche e quant'altro. Solo che delle volte ho bisogno, si bisogno di fermarmi di smetterla di fare "l'illuminista" e scaricare tutto stare male come non mai, per due o tre giorni che di solito bastano e subito dopo eccomi qua di nuovo pronto a prendere a calci nel culo la Vita e lottare per non subire la stessa sorte.
Ah si, quando sto sottoterra a livello "emotivo" sono molto più "poetico" (ahah) bah, giudizi personali, io quando sto in quello stato e scrivo certe cose non ne vado tanto fiero, certo scrivo per sfogare, scrivo per me, scrivo perché ne ho voglia e bisogno ma mica mi piacciono tanto.
Preferisco volare col pensiero, immaginare situazioni fuori da ogni possibile razionalità inserite nella realtà dei fatti e tanto altro ancora.
Una ragione per tutto, basta trovare quella, "darsi" una ragione per fare qualcosa e vedrete che sarà tutto migliore.
Scrivo cose che non mi piacciono a volte perché ne ho bisogno.
Scrivo perché ne ho bisogno.
Scrivo perché forse mi piace.
Scrivo per me.
Vado all'università, continuo vado avanti per sovvertire quella parola, quella scritta a caratteri cubitali nel mio DNA - FALLIMENTO - . Questa volta sarà il destino avverso a fallire, forse non mi laureerò, non sarò "dottore" ma ci vado, ci provo, lotto non mi faccio trascinare è tutta la vita che combatto tante cose scritte dentro di me, contro di me, per me e di certo non voglio fermarmi adesso che sono nel momento di massimo potere decisionale sulla mia vita.
Ho appena finito le superiori, vado all'università, sono abbastanza intelligente da capire un buon numero di cose ed evitarne altre.
No, farmi fregare non ci sto, tanto meno fregarmi da solo buttandomi giù.
Riassestamento, ogni tanto ci vuole in tutto per tutti, ma poi fate come me, partite al massimo della potenza, rimanete in prima, si la velocità non sarà tanta, rischierete di bruciare tutto ma nemmeno le salite più aspre vi saranno d'intralcio.
Se poi vi fate accompagnare dalla musica giusta tanto meglio.
Non ho mai smesso di lottare, forse mai finirò, ogni tanto una pausa di riflessione e si riparte, mattone per mattone, martellata per martellata, pugno per pugno il muro lo butto giù, il muro del non essere, del non esistere. Perché io come sono vivo voglio anche essere. Respirare soltanto non mi interessa.

martedì 5 ottobre 2010

Come da classico.

Eh si quando pensavo di aver toccato il fondo come da classico pum mi si è sfondato il pavimento sotto i piedi.
I problemi sono di diversa natura e diversa soluzione.
Dammi una mano a sfogarmi e poi a chiarirmi le idee.


lunedì 4 ottobre 2010

Sinceramente come sempre, cercando un raggio ... di luce (Beh che v'aspettavate?)

Sfogo i pensieri, i timori e le paure attraverso le parole questo forse è il mio problema.
Certo meglio così che tenersi sempre tutto dentro, ma sapete quante volte mi chiedo "Cose semplici e banali, perché non penso a loro?". Vivrei sicuramente in modo più tranquillo invece così con il mio modo di fare, di pensare, di scrivere ... mattone dopo mattone creo nient'altro che gigantesche fortezze, fortezze forse di sabbia, che ogni tanto crollano, ma non tanto per un problema di fondamenta, ma semplicemente perché ho voluto troppo. Forse.
Se dai il massimo nessun obbiettivo sarà irraggiungibile, si dice, leggo, non so se io fin'ora l'ho fatto ma di sicuro, per ora è tutto quello che ho.
I pensieri, sono attimi sono impulsi elettrici che ci scorrono dentro, io non faccio eccezione naturalmente ed il problema è che a volte li intercetto, li blocco e li devo per forza "espellere".
Come faccio? Scrivo, scrivo qui, per ora e per mia sfortuna non so fare altro che dire tutto quel che mi passa per la mente. Lo so forse faccio solo casini.
Mi sento a volte come un muratore che sta costruendo una casa da solo, dov'è finito l'architetto?
Nel senso che vado a ruota libera a volte come se non avessi punti di riferimento, anche se uno credo di averlo, ma ... beh sempre in prospettiva futura e con il futuro sconosciuto provo a prepararmi a quando un giorno sarò davvero senza riferimento. Quel giorno che farò non scriverò più? Cavolo oramai è diventata la cosa principale che so fare, quello che sto passando in questi giorni è propedeutico da oggi a chissà quale giorno potrei non avere più tutto questo che per me è fondamentale, per scrivere (non vorrei esagerare dicendo anche per esistere, esistiamo solo se qualcuno ce ne dà la possibilità ed è così per me), dall'oggi al domani potrei finire nella grande soffitta del passato e l'idea non mi piace per niente, mi mette addosso quella paura che odio.
Sbaglierò, forse, c'è un però. Questo però dice questo, dice che se mi fossi accontentato di cose semplici e banali, sarei davvero solo, non sarei chi sono, non sarei chi vorrei diventare.
I pensieri sono attimi, le parole secondi, il problema è dopo quando si legge, quando si ascolta e quando in seguito si rimane da soli a pensare su tutto ciò. Lo so, me ne rendo conto.

La sicurezza ha un ventre tenero,
Ma è un demonio steso fra di noi.
Ti manca e quindi puoi non crederlo,
Ma io non mi sentivo libero.
E non è dolce essere unici,
Ma se hai un proiettile ti libero.

Oggi infondo, sono stato molto meglio di ieri, la mia paura è che sia per la presenza dell'assenza ... del riferimento ... il mio (egoisticamente scusate) unico riferimento. Perché quest'assenza, odierna chissà perché, chissà percome nemmeno vorrei saperlo (ma tanto la curiosità mi abbatterà come sempre) se pure mi ha fatto stare "meglio" (che poi meglio di cosa? Meglio di ieri e l'altro ieri sarei stato anche sotto tortura al centro dell'inferno) non ... cioè ... non ...
mi ha fatto piacere, forse non è proprio quello "il pensiero" che volevo tirare fuori ma tant'è quello è uscito questo vi tenete.
Scusate se negli ultimi giorni ho creato un universo parallelo, cercherò di tornare a pensare a tutti gli altri e smettere di pensare per me. Perché come ci sono arrivato qui, posso continuare, ma se devo farlo a spese d'altri scusate preferisco rimanere a piedi ...

Who'll be the last to die for a mistake
The last to die for a mistake
Whose blood will spill, whose heart will break
Who'll be the last to die for a mistake

Da cosa nasce quella mia paura? Dal fatto di non essere mai arrivato a tanto, di avere tanto in così tanto poco tempo rispetto a tanto altro e anche questo "tanto altro" è sempre andato a farsi benedire, ma in quei casi non me ne fregava niente.
Sarà che fin da piccolo, ero già "più grande" come ragionamenti (ahimè ve lo posso confermare nero su bianco) e anche ora che mi affaccio all'età dei grandi, dopo che solo di sfuggita ho visto cosa potesse essere la vita che avrei potuto ...
Ehi i problemi sono tanti, non ci posso fare nulla, di sicuro non sono l'unico.
Ma almeno, almeno qui, mi posso sfogare. Almeno questo.

Ma va là, convivendo comunque con un pizzico di paura ...

Oggi stavo facendo un test all'università e stavo bene.
Ora sto qui sto leggermente peggio ma pur sempre bene.
Evidentemente ogni tanto devo liberare ciò che di me rimane nascosto in profondità.
Due giorni di follia e disordine dovrebbero essere una consuetudine per tutti.
Il rischio di ricominciare tutto da capo c'è, ma almeno ora almeno per un po' se tutto va bene, starò altrettanto.
Però penso anche un altra cosa, vaffanculo follia.

domenica 3 ottobre 2010

Se fossi stato, se avessi, se non ... Ripensando, scavando, applaudendo.

Una notte. Notte insonne, paura. Giorno seguente realizzazione quantomeno a "lungo termine" o distanza temporale delle paure.
Notte seguente, stessa cosa giornata appena di seguito stessa cosa, solo più diretta e immediata.
Terza notte? Sto scrivendo alle 2 di notte qui sopra, mi ero accomodato nel letto ore addietro, per cercare di dormire, sperando di non incorrere in sogni, in incubi, volevo solo immergermi nel nulla farmene circondare, sperando che la "stanchezza" mi mettesse subito fuorigioco. Sono le 2 di notte e sto qui come pensiate sia andata?
Ho il terrore di ciò che potrà accadere dal sorgere del sole in poi.
Sono andato alla ricerca, di dove è iniziato tutto e l'ho trovato.
Si parlava addirittura di balocchi natalizi, cosa che poi feci a modo mio.
Guarda caso, da qualche giorno quello stesso "pensiero" stampato, che avevo anche io nella mia cameretta si era staccato, segni del destino.
Lì in quel antico post tanto più dietro quel pensiero colorato, balocco natalizio, stampa d'arredamento con tanto di "dedica e messaggio" c'erano scritte più meno le stesse cose. Frasi piene di incertezza e paura.
Per il futuro. Quel futuro è questo preciso momento, forse, come lo sono tutti quelli in avvenire chissà.
Evoluzione o implosione, credo siano le possibili soluzioni, come infondo per l'umanità intera, o ci evolviamo o tutta la nostra civiltà imploderà su se stessa e non ci saranno macerie da ricostruire, sarà la fine punto.
Certo che se quando mi sono messo su questa strada, avessi saputo quello che ho passato (varie volte), che sto passando adesso e che in un modo o nell'altro passerò di nuovo non so se l'avrei fatto. Ero tanto speranzoso, ero forse accecato da quella sensazione di benessere tanto da diventarne perennemente dipendente. Di sicuro quello che sono oggi dipende molto da quello che è accaduto tutti quei mesi addietro. Nel bene o nel male.
Usavo le parole di Neruda ora posso usare benissimo le mie.
Quando col tempo ho preso coscienza di ciò che veramente sarebbe stato era comunque troppo tardi tutt'ora lo è ma sono riuscito ad andare avanti, forse potrei riuscirci ancora, ma ogni tanto, proprio perché preso troppo tardi succede questo. Vado in panne tutto mi si materializza davanti e tutto mi scappa dal controllo. Me ne sarei dovuto accorgere prima? Prima di quando? Come facevo? Nello stesso momento in cui tutto iniziava era già troppo tardi.
Poi successe questo, mentre prendevo coscienza, della situazione reale feci quella "promessa" a me stesso.
Era quando io mi ero oramai ritrovato ed invece qualcun altro aveva bisogno di me e subito dopo chiuso il mio telefono, dopo un paio di risate, fissando fuori dalla finestra ma dentro di me promisi questo.
Promisi di esserci sempre nonostante tutto e 'sti cavoli di me. Esserci sempre come sostegno pronto. Nonostante tutto, nonostante me. Ancora oggi tutto questo vale e se ne avrò la forza varrà per sempre. In caso contrario dovrei cancellare tutto. Quando dico tutto è tutto non ci sono vie di mezzo, questo stesso blog sarebbe a rischio, dovrei valutare bene.
Non ho mai vissuto tanto tempo nell'illusione, rimanendo rapito dalla stessa idea di illusione, ma poi capitano questi momenti, questi periodi che vorrei cancellare tutto, sono un disilluso. Come si fa a combattere un disilluso?
Provai a scappare da tutto, ma evidentemente, la mia promessa ha funzionato anche troppo bene.
La sensazione è esattamente quella di essere stato preso (scusate il termine) per il culo. Sfruttato utilizzato e manipolato, non so' da chi o da cosa. Come sempre sarà stata di sicuro tutta colpa mia, ovvio.
Come potrei incolpare qualsiasi altra persona o "entità" ? Se è vero che sono stato risucchiato in tutto questo è pur vero che non mi è dispiaciuto per niente, anzi, solo che ora mi sento annegare. Soffocato.
Prima, mentre cercavo di prendere sonno ho avuto dei "colpi di tosse" mi capita ogni tanto, di quelli che ti lasciano quasi senza fiato sapete cosa ho pensato? Ho pensato "c'ero quasi riuscito" ho ripreso fiato e mi sono rimesso a cercare di dormire. Capite? Come posso solo pensare d'essere arrivato a tanto?
Rimanere senza fiato, come se non mi fosse già successo altre volte. Che fossi un clandestino in questa vita l'ho sempre detto e l'ho sempre saputo ma addirittura farmi passare tutto questo, perché? Ecco la spiegazione a qualcuno dei mille perché di ieri.
Perché sapendo che sarebbe successo tutto questo mi ci sono buttato dentro?
Perché lo scrissi in quel post, in quella dedica e continuai imperterrito nel mio avanzamento verso questo momento?
Perché succede tutto questo?
Perché non mi accontentai di rimanere quel che ero?
Perché da tutto quello che conosco, ho conosciuto e conoscerò in seguito questo sembra tanto differente da non permettermi di vivere come avevo sempre fatto?
Perché scrivo? Perché ho paura? Perché ho questi incubi? Perché se non dormo non penso ad altro che proprio a quell'incubi? Perché se non sono incubi sono sogni? Perché non c'è una via di mezzo?
Perché a differenza del passato, vedo tutto così in certo?
Perché il futuro immediato ora mi fa tanta paura mentre prima non era un problema?
Perché non mi sento adeguato? Perché a volte mi pento di essere me stesso?
Perché a volte maledico d'essere così? Perché ho rimpianto scelte che prima non avevo mai nemmeno riconsiderato?
Perché è tutto tanto complicato? Perché la sola idea di stare senza tutto questo non mi fa dormire?
Perché a me? Perché così?
Perché è stato possibile tutto questo? Perché questo legame tanto forte?
Perché penso che anche tutto questo post sia solo inutile?
Perché mi sento inutile, nonostante nella realtà risulto "utile"?
Perché vorrei essere qualcun altro? Perché vorrei essere qualcun altro? Perché vorrei essere diverso?
Perché sono fatto in questo modo?
Perché si insiste col dire che merito certi complimenti, tanta stima, a volte affetto?
Perché dubito di tutto? Perché dubito anche di questo? Perché dubito di me?
Perché mi sento stupido?
Perché alla fine dei conti quello che "immagino" si realizza? Perché quello che vedo si realizza?
Perché quando avevo l'opportunità non ho chiuso tutto ma invece ho continuato?
Perché sono tanto scemo da credere che importi a qualcuno di tutto questo per davvero?
Perché sono tanto scemo da credere che a qualcuno importi di me sul serio?
Perché non riesco ad arrabbiarmi?
Perché nonostante tutto preferirei continuare a soffrire?
Perché ho paura di diventare qualcosa che non voglio diventare?
Perché ciò che mi fa "sorridere" mi fa anche "non sorridere"?
Una risposta a tutti quei perché potrebbe essere che quel giorno di mesi e mesi fa tutt'oggi è uno dei giorni più importanti della mia vita. Anzi lo è.
Il tutto poi che ci crediate o no il tempo di scrivere una parola sullo schermo, di una smorfia, di una frase, di un click, di un saluto o di un sorriso.
Che cavolo di spettacolo che è tutto questo, lo vedete? In un attimo possiamo rimanere fregati e in un altro possiamo distruggere tutto. Non è melanconicamente ed ironicamente bellissimo?
Visto che ho fatto lo stesso le 3? Le 3 e 19 in questo momento, te l'avevo detto.
Fin dall'inizio, come dicevo, seppure non ero cosciente di ciò che mi aspettava, avevo visto che sarei arrivato a questo punto e avevo anche visto non una, non due, ma tre conclusioni differenti. Che poi conclusioni non sono diciamo strade. Solo che sono arrivato fino lì per ora, una volta imboccata una delle tre, potrò vedere oltre forse e chissà cosa ci sarà.
Oh, almeno ad una cosa questo post è stato utile, a farmi star meglio, non in modo definitivo, ma almeno fino al pomeriggio credo ... forse non dormirò lo stesso ma almeno un po' più a cuor leggero. Mi sento leggermente sfogato. Ma ce n'è ancora ... poveri voi.
Povero me.

Ho solo voglia ...

... di dormire, non voglio sognare, perché già so che diverrà tutto un incubo e poi svegliarmi.

La vita grigia e insulsa è molto meglio.

sabato 2 ottobre 2010

Vorrei aggiungere un ultima parola al torpiloquio notturno.

Cazzate.

Quanta robba inutile ...

che ho scritto in questa nottata.
Buon massacro.

Perché?Perché?Perché?Perché?Perché?Perché?Perché?Perché?Perché?Perché?Perché?Perché?Perché?Perché?Perché?Perché?Perché?Perché?Perché?Perché?Perché?

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Antipasto post-incubo. Grazie.

Volevo scrivere di cose belle.
Volevo scrivere in un certo modo, di quello successo più o meno in quest'ultima settimana.
Le belle parole, i gesti di stima, d'affetto.
"Bravo complimenti" "Che carino!", strette di mano, "bacetti" e via dicendo.
Qualcos'altro è uscito fuori, un mostro e mentre scrivevo quello vi giuro soffrivo.
La notte precedente a questa è stata una notte piena di incubi, paure che si sono palesate (di nuovo) stavo male avevo voglia di urlare! Volevo esplodere.
Mentre scrivevo il post appena sotto invece come ho detto soffrivo.
Ora mi sento come se volessi "lacrimare", si lacrimare perché l'altro termine, quello che dovrei usare non vale d'essere sprecato serve per cose più serie, più serie di me.
Causa effetto azione e reazione, sta tutto qui e sta noi rompere l'incastro per capire dove siamo.
Ora tocca a me.
In questo precisissimo momento mi sento inutile, avulso dall'esistere stanco di sperare e anche leggermente preso in giro.
Vorrei solo rinchiudermi, in un mio incubo, per diventare io un incubo farne parte e combatterlo.
Cavolo sono triste questa è la verità.
Ora cosa farò? Musica, forse, dormire se ci riuscirò. Per il resto è tutta un incognita, ho paura.

Discorso notturno a tu pertù con la Vita, a base di rabbia e paura.

Perché?
Giusto dalla domanda si parte. La domanda è un perché.
Perché?
Una domanda a cui cerco una risposta.
Ma se davvero succedesse? No dai, ti prego almeno questo! Te lo chiedo in ginocchio ti scongiuro Vita per favore non farmi anche questo. Lo sai della questione inerente abbiamo parlato spesso noi due. Vita lo sai quanto mi sei cara, ma questo no non lo accetto, ti maledirei se davvero mi facessi questo te lo giuro. Rinnegherei la tua esistenza la tua giustezza d'essere. Diventeresti un inutile fardello, diamine ora che un minimo t'eri colorata, un senso forse iniziavo a dartelo ma che dico non lo so nemmeno io.
Vita mia non farmi anche questo, hai stroncato aspirazioni e sogni, velleità di qualsivoglia possibilità d'espansione dello spettro "sentimentale" parliamoci chiaro, questa possibilità non me la darai mai vero?
Ora perché mi fai anche questo? Perché già da ieri notte ero accompagnato da incubi, la notte insonne, paura mai avuta tanta di notte, paura di finire lì in quel momento, mi sentivo comprimere, espandere, implodere! Presagio di tutto questo?
Perché?
Perché proprio ora (e lo sai) che avevo quasi trovato il giusto equilibrio mi butti giù di nuovo nel baratro? Lo fai sistematicamente continuamente, ci ero abituato, ma no questa volta no! Hai voluto dare il meglio di te, vuoi distruggermi darmi il colpo di grazia, anzi no, ti piace farmi questo vero? Una volta non basterebbe vero? Mi uccidi, mi fai rinascere, mi uccidi di nuovo e via dicendo, all'infinito da tanto troppo tempo. Attenta potrei stancarmi del gioco.
Bacetti, attestati di stima, di quando in quando sorrisi e applausi (ma quando dai?) da chi sai e dalle persone più svariate, almeno quello, un po' di variazione di scena. Vita mia mi illudi. Perché lo fai?
Questi gesti, convenevoli, quelle parole a volte scontate, altre meno che mi lasciano col dubbio della sincerità ... riesco quasi ad accontentarmene, non ti nego che la mia aspirazione tempo fa' (oramai) fosse qualcosa di più, di più vero, sincero profondo, tutte quelle belle cose che piacciono a tutti, me compreso posso?
Si cara Vita, ho rinunciato a tutto questo da tempo non ci penso, ho spento quel pulsante vengono facendo nascere più di un dubbio sul mio essere e lo sai che anche in questo momento il dubbio permane, sai ancora meglio che provai a scappare da tutto questo, a rifugiarmi dentro di me da solo ma tu hai mosso i fili, hai giocato le carte che avevi nascosto cavolo quel giorno mi hai messo a terra, in quel momento stavo male per cercare di non soffrire più ma quando scoprii che facevo stare male anche almeno un altra persona mi sono arreso, sono tornato sui miei passi e ritornai a stare in bilico. Maledettamente in equilibrio tra ciò che è, che non è e che non sarà.
Vita mia non hai già infierito abbastanza? Perché continuare? Perché usare lo stratagemma della dilatazione temporale ... allungando il tempo di incertezza e sofferenza? Il solo fatto che mi ci fai pensare mi ti fa maledire.
Come farei? Te l'ho detto infondo mi basta quello che ho per resistere, quelle dimostrazioni, quei gesti e via dicendo, diamine se ne ho bisogno! Ne ho bisogno per mettere su un piccolo muro per resistere a tutto quello che mi viene addosso, arroccato dentro me stesso. Maledetta. Resistere ai pensieri che non vorrei aver pensato, combattere le paure e le certezze di ciò che non voglio.
Perché mi hai messo davanti a tutto questo? Questo è tutto il risultato di quanto di più influente mi hai fatto accadere in quasi tutta la mia esistenza, non voglio nemmeno pensare che il tutto sia finalizzato a tornare nel nulla. Un buco nero della mia vita questo sarebbe, questo troverebbe chi mi incontrerebbe. Lo sai vero che io e te per tutta la strada che abbiamo davanti non saremo felici vero? Certo che lo sai, ne sento io la puzza da qui e tu che stai manipolando il tutto non lo sai? Ridi di me, fai bene!
Ridicolo, altro che genio.
Imbecille, altro che "artista" ahah.
Impostore, usurpatore doppiogiochista infido e pure sbagliato tié.
Tutto merito tuo, grazie.
Vita, senti fammi capire, cosa devo fare anche perché una volta che mi sembra ti trovare la strada giusta mi ridi in faccia come oggi (anzi ieri), mi arrendo lascio ogni velleità di libero arbitrio, reprimerò ogni velleità di libero sogno con utopistico sogno di realizzazione personale, ma dammi tregua.
Non farmi sperare, non farmi vedere spiragli, non farmi sognare ad occhi aperti.
Non farmi provare, soddisfazione, piacere nel ricevere taluni "segni" d'affetto e non.
Non darmi possibilità di scelta. Fa si che non debba aver paura che quello che sogno rimanga tale e che debba tanto essere "una brava persona". Fammi essere un nulla, più di quanto già non lo sia. Nulla per tutti per chiunque, non farmi interagire non farmi vivere, mi accontento di esistere.
Si perché se le cose le farai andare nel modo peggiore ti prego staccami la spina della volontà, perché Vita mi stai davvero stancando, sfinendo, ti sei occupata troppo poco di Matteo, si di me e hai pensato ... a cosa?
Vita bastarda, vita infame è così che vuoi che ti chiami in futuro?
Lo vedi ora che sono ancora capace di combattere posso tirare il peggio di me stesso fuori e se mi conosci un minimo sai che posso superarmi ancora che se il mio essere "un bravo ed innocuo individuo altre sì detto ragazzo o simile, facciamo essere vivente" è ben conosciuto io stesso non ho mai esplorato fino in fondo il mio essere "scuro" ed in un certo senso cattivo, potrei davvero iniziare a fare lo "stronzo", certo non mi piacerebbe, ma almeno una volta tanto sarei io a decidere il gioco. Perché dovrei farmi ancora trasportare? Dimmelo.
Non puoi concederti il lusso, di farmi tutto questo. Di farmi vedere certe cose, farmi sognare, per poi farmi stare male per poi riuscire a tornare a star bene e a tuo piacimento farmi ricominciare da capo.
Te lo ripeto ho capito i miei limiti, cavolo se non mi stanno bene ma li accetto in fondo così vanno le cose. Ma farmi fare questa esistenza no. Lo rifiuto.
Vita, lo sai che potrei infondo dare tanto, perché ti ostini a vietarmelo?
Lo sai quale è la cosa che in questo momento è peggiore? Che tutto questo discorso non mi fa stare meglio.
La cosa bella che infondo sta mattina stavo bene e nei giorni passati c'era quel bel macigno sopra il tutto e via si andava avanti ...
Ah cosa dici? Vero vero, questo sarà un qualcosa di "triste" da leggere così a prima vista su questo ti do ragione, ma Vita sai che c'è? In realtà non è triste, non è "depresso" è pauroso.
Si questa è paura al 100% non ne posso fare a meno e mi fa stare male. Tu lo sai e ci giochi Vita.
Vita tu sai tutto di me, davvero non mi merito niente? Davvero la mia esistenza condotta fin'ora mi leverà anche quel poco di bello che ho ricevuto? Anche il più stupido ed insulso convenevole gesto d'affetto?
Ecco cosa succede quando ti penso ... Vita, te l'ho detto finalmente.