martedì 31 agosto 2010

Between light and darkness, I'm ... nowhere

I tempi cambiano. Tutto cambia, se infondo anche un tipo come Goethe disse "Un arcobaleno che dura più di quindici minuti non lo si guarda più" perché io dovrei rimanere all'infinito a perdermici dentro. La luce. La luce è soggettiva, si può benissimo cambiare, ci sono varie sfumature, vari punti da cui assorbirne l'energia. I tempi cambiano, tutti cambiamo, non ce ne accorgiamo ma il futuro è già qui davanti a noi.
Ogni arcobaleno nasce dopo una pioggia, per poi ... lentamente ... sparire. Per il prossimo arcobaleno tocca aspettare una nuova pioggia, una tempesta.
Ormai vedo avvicinarsi le nuvole in modo sempre più minaccioso, l'arcobaleno si affievolisce, mi devo preparare, da qui a poco niente (forse) sarà come prima. Semplice pioggerellina ristoratrice o di gigantesche dimensioni? Non lo so, ma ormai ogni certezza è stata persa. Anche quei pochi ... o quell'unico ... punto fermo non sono più tali.
Il tempo cambia tutto.
Tutti verremo sostituiti, tutti verremo riciclati, tutti siamo temporanei, siamo tutti vuoti a perdere.
A volte, basta una frase detta o no, qualcosa letto, un solo pensiero, una sensazione.
Tutto contribuisce, come la pioggia appunto, che col tempo erode anche la più dura delle rocce.
Quello che pensiamo conta poco, quello che diciamo conta il doppio.
Tanto più che ciò che diciamo è direttamente legato a ciò che proveranno gli altri che ci ascoltano.
Ogni giorno siamo responsabili non solo della nostra, felicità ma anche, della felicità di tutti coloro che ci sono vicini o almeno a cui vogliamo (o crediamo di volerne) bene.
Quando, le frasi, anche le più belle iniziano a diventare consuetudine e magari non vengono corrisposte, il tutto si impolvera come un bellissimo mobile antico. Si rovina e si vuole tornare ad apprezzarne tutta la bellezza iniziale dopo che da legno grezzo era diventato una pregiata opera d'arte. Invece se non gli si dà più molta importanza basta mettere tutto in soffitta, chiudere a chiave e non pensarci più. Un antiquario o un robivecchi un giorno potranno occuparsi degnamente di tutto.
Il sole occupa metà delle nostre giornate con la sua luce, l'altra metà la passiamo nel buio senza luce appunto. Sta a noi capire quale è la nostra parte.
If we're evil or divine. We're the last in line
Così diceva il grande Ronnie James Dio in una delle sue canzoni.
Io? Beh io aspetto gli eventi futuri. Niente è certo, niente è sicuro, nemmeno il domani. Solo una cosa è certa, un giorno moriremo, ma saremo certi di aver vissuto?

lunedì 30 agosto 2010

Another night ... another (the same?) question


Troppe domande, troppe cose per la testa. Per capire bene cosa succede, dovrei stordirmi, scollegarmi in modo lucido da tutto per poter, forse, capire cosa mi succede davvero intorno.
Cosa succede a me, quello che provo, quello che sento. Quello che capisco e che magari recepisco in modo sbagliato. Tutto colpa di quello che mi viaggia nella testa nello stesso momento in cui concepisco tale pensiero. Il futuro. Ecco poi c'è il futuro, lontano e nascosto. Nascosto in una nebbia sempre fitta ed al solo pensiero, di cosa ci si possa celare, oltre quella coltre ecco che mi ritornano in mente centinaia di idee e di pensieri.
Poi, poi capitano quei giorni, che provo apro gli occhi e sto male.
Succede anche che capitano quei giorni che apro gli occhi e sto bene.
Ancora meglio quando apro gli occhi e non succede niente.
Decido, infine, di chiuderli di provare a tornare a sognare ed ecco che allora mi ricomincio a chiedere, ne vale la pena?
Il sogno stesso mi sarà utile? Alla fine dei conti potrei benissimo andare avanti senza, confidando sulla realtà. Almeno quella è sincera, siamo noi a non doverla interpretare male. I sogni invece, sono infimi. Ti fanno sognare, stai bene benissimo ... ma poi col tempo, se rimangono tali diventano rimpianti, cose tristi da dimenticare. Sensazioni mai provate, situazioni non vissute, idee non realizzate, parole non dette e gesti non fatti, solo immaginazione e tali sono rimasti.
Vi sembra giusto? Essere alla mercé di tutto questo? Se fossimo tutti più razionali forse, si soffrirebbe di meno.
Ma, se fossimo tutti più razionali evidentemente l'essenza stessa della vita andrebbe a farsi friggere. Allora la vita stessa non avrebbe senso e diventeremmo pupazzi nelle mani di chissà chi o chissà cosa.
La razionalità è utile, sognare è essenziale.
In rari casi, per smettere di stare come tra due mondi, quello dove abbiamo tutto ciò che vorremo e quello dove è tutto una lontana utopia è meglio dimenticare il complesso insieme di tutte quelle cose che abbiamo sognato. Per un po' una piccola pausa, capire di nuovo chi siamo, settare di nuovo gli obbiettivi, infondo se anche noi cambiamo e tutto cambia compreso chi ci è intorno noi stessi dobbiamo cambiare. Non possiamo aggrapparci a vecchie passioni, a vecchie idee, a sogni antichi, a memorie ormai troppo lontane dal posto in cui siamo arrivati.
Girare la pagina, senza cancellare tutto ciò che c'era prima, dandogli ogni tanto uno sguardo per non scrivere le stesse cose. Per non imitarci, per essere noi stessi. Noi stessi del momento dell'attimo e non una copia di noi di qualche capitolo prima.
Nei casi estremi invece, prendere tutto e farci un bel fuoco, un falò è la soluzione migliore e con meno controindicazioni. Azzerando tutto ricominciando da capo, sai che divertimento a rifare tutto. Ma tanto, si sa' non è possibile, i ricordi sono sempre dietro l'angolo e noi stessi ce ne facciamo una ragione prima o poi.
Perché ho parlato di questo?
Perché ho scritto questa robba forse inutile?
Per inerzia, forse, come diceva Pasolini nel video che ho messo di sotto.
Oppure più semplicemente perché tutto ciò mi frulla per la testa e mettendolo qui nudo e crudo capisco quello che penso. Magari risulta utile anche a qualcun'altro chissà.
Ho pure aggiunto nuova musica al blog. Dai Beatles a Ozzy, passando per J.Ax e Rolling Stones.
Era un'informazione di servizio.

Calvino & Pasolini



Piccolo rinnovamento

del blog, si continua a cambiare, forse anche la playlist musicale verrà aggiornata.
Evoluzione continua ma la radice è la stessa.

Slash w/ Lemmy - Doctor Alibi: 2010 Golden Gods Awards - Los Angeles, CA

Che fottuto rock 'n' roll sia. (Post per provare gli aggiornamenti e-mail)

domenica 29 agosto 2010

A letter from Seattle


A volte basta poco, per stare meglio.
Per sentirsi meglio.
Sta sera stavo ripensando all'ultima lettera scritta da Kurt Cobain.
Fa capire tante cose.
Per questo giro basta così. In bilico tra il buio oscuro e la luce intensa, preferisco non sbilanciarmi e lasciare tutto così, in penombra. Non è il massimo ma è meglio che cascare in un fosso.

Da Boddah
Vi parlo dal punto di vista di un sempliciotto un po' vissuto che preferirebbe essere uno snervante bimbo lamentoso. Questa lettera dovrebbe essere semplice abbastanza semplice da capire.
Tutti gli avvenimenti della scuola base del punk-rock che mi sono stati dati nel corso degli anni, dai miei esordi, intendo dire, l'etica dell'indipendenza e di abbracciare la vostra comunità si sono rivelati esatti. Io non provo più emozioni nell'ascoltare musica e nemmeno nel crearla nel leggere e nello scrivere da troppi anni ormai. Questo mi fa sentire terribelmente colpevole.
Per esempio quando siamo nel backstage e le luci si spengono e sento il maniacale urlo della folla cominciare, non ha nessun effetto su di me, non è come era per freddy Mercury, a lui la folla lo inebriava, ne ritraeva energia e io l'ho sempre invidiato per questo, ma per me non è così. Il fatto è che io non posso imbrogliarvi, nessuno di voi. Semplicemente non sarebbe giusto nei vostri confronti ne nei miei. Il peggior crimine che mi possa venire in mente e quello di fingere e far credere che io mi stia divertendo al 100%.
A volte mi sento come se dovessi timbrare il cartellino ogni volta che salgo sul palco. Ho provato tutto quello che è in mio potere per apprezzare questo. Ho apprezzato il fatto che io e gli altri abbiamo colpito e intrattenuto tutta questa gente. Ma devo essere uno di quei narcisisti che apprezzano le cose solo quando non ci sono più. Io sono troppo sensibile. Ho bisogno di essere un po' stordito per ritrovare l'entusiasmo che avevo da bambino.
Durante gli ultimi tre nostri tour sono riuscito ad apprezzare molto di più le persone che conoscevo personalmente e i fans della nostra musica, ma ancora non riesco a superare la frustrazione, il senso di colpa e l'empatia che ho per tutti. C'è del buono in ognuno di noi e penso che io amo troppo la gente, così tanto che mi sento troppo fottutamente triste. Il piccolo triste, sensibile...! Perchè non ti diverti e basta? Non lo so!
Ho una moglie divina che trasuda ambizione e empatia e una figlia che mi ricorda troppo di quando ero come lei, pieno di amore e gioia, bacia tutte le persone che incontri perchè tutti sono buoni e nessuno ti farà del male. E questo mi terrorizza a tal punto che perdo le mie funzioni vitali. Non posso sopportare l'idea che Frances una miserabile, autodistruttiva rocker come me.
Mi è andata bene, molto bene durante questi anni, e ne sono grato, ma è dall'età di sette anni che sono avverso al genere umano. Solo perchè a tutti sembra così facile tirare avanti ed essere empatici. Penso sia solo perchè io amo troppo e mi rammarico troppo per la gente.
Grazie a tutti voi dal fondo del mio bruciante, nauseato stomaco per le vostre lettere e il supporto che mi avete dato negli anni passati. Io sono troppo stravagante, lunatico, bambino! E non ho piu nessuna emozione, e ricordate, e meglio bruciarsi in fretta che spegnersi lentamente.

Pace, Amore, Empatia.
Kurt Cobain

Frances e Courtney, io sarò al vostro altare.
Ti prego Courtney continua così, per Frances.
Per la sua vita, voglio che sia felice senza di me.

VI AMO, VI AMO

venerdì 27 agosto 2010

Dovrei ... (post altamente pesante)

... dovrei odiarvi tutti. Per non odiare me.
Sto ... male ... ogni tanto quando apro gli occhi, mi rendo conto della realtà, quando lucidamente capisco cosa sto facendo, quello che vorrei, quello che non avrò mai. Soffro come un maledetto.
Prima succedeva una volta ogni chissà quanto. Ora è diventato sempre più frequente. Come se mi avessero avvelenato, per ricattarmi ora con l'antidoto. L'antidoto mi tiene in vita, ma mi brucia moltissimo, mi fa stare ancora più male del veleno stesso.
Se non c'è sto male. Se c'è sto male lo stesso. Se gli sto vicino, sto bene e contemporaneamente soffro lo stesso come non mai.
Vita inutile. Inutilizzata, più che altro, credo.
"Sembri un personaggio di un libro", "Quando scrivi sembri J.Ax" (oh per me è un complimento), "Scrivi, che sei bravo =)" "Ah ti ammazzo" o allo stesso tempo "ti adoro" tante cose che boh. Inutili forse, perché se fossero vere, se fossero servite, io ora non starei così.
Dovrei tagliare con tutti e con tutti mandare tutto in fumo, dovrei ritornare ad essere solo. Per non stare più così e per non odiarmi. Per non dirmi "Stupido, che diavolo fai? Ma sopratutto a che o a chi servi? Non lo vedi che è tutto inutile? Il destino fin dall'inizio ha deciso di renderti tutto più difficile, di non farti vivere. Tu non dovevi nemmeno essere concepito. Così dicevano quei dottori, non saresti mai dovuto esistere, sei un maledettissimo errore, hai fatto saltare un sistema, perfetto. Ora se vivi e soffri è semplicemente perché non ci saresti nemmeno dovuto essere, è questo il problema di fondo. Tu non esisti. Vivi, respiri, parli interagisci, ma sei di passaggio. A qualsiasi errore si ripara col tempo, anche con te è solo questione di tempo. Così quel giorno, tutto tornerà apposto, non l'hai ancora capito è? La tua vita è intera presa in giro, la tua stessa esistenza, ogni tuo respiro è un respiro che sarebbe dovuto essere di qualcun altro, tu ne hai preso il posto, gli hai levato quel respiro, sei un clandestino dell'esistenza, qualcosa che non doveva essere, inutile che sogni, i tuoi sogni sono di qualcun'altro.
O per lo meno i tuoi stessi sogni, li realizzerà qualcuno che c'è per davvero, qualcuno che seppure non se lo merita, è vivo. Ah e poi cosa vorresti fare l'amore? Ahah per favore, abbandona ogni speranza, già ce n'è poco per chi c'è per davvero e tu vorresti toglierglielo? Con che diritto? Rinuncia, rinuncia subito. Lo dico per te se poi vuoi continuare a soffrire fai pure."
Ogni volta, ogni maledettissima volta, che apro gli occhi, vorrei scappare, cancellare tutto dalla mia mente, non essere mai esistito, non aver mai parlato con nessuno essere una persona totalmente azzerata.
Questa vita da clandestino, la sto infondo sprecando. Fino ad ora e così sono sicuro che continuerò, ho rinchiuso sentimenti, idee e quant'altro ma sopratutto i primi. Una maschera d'argilla induritasi col tempo diventata come marmo oramai si è sovrapposta del tutto a me. Non solo quindi sto sprecando questa vita, ma questa vita la sta vivendo questa maschera che ha preso il mio posto e che mi fa stare nel mondo dei vivi.
Soffro. Provo ad addormentarmi ma niente, metto su della musica, a volte riesce a farmi stare male anche quella.
Solo piccoli blackout sulla vita, mi consentono di assaporarne il gusto. Mi intrufolo durante questi. Credo di vivere solo durante questi attimi, appunto, credo. Perché poi si annulla tutto e allora basta!
Fuoco, fiamme e rabbia per buttare giù sta malinconia di vivere. Fuoco per bruciare tutto, fiamme per circondarmi, rabbia per urlare al mondo intero la mia domanda, perché dovrei stare qui con voi? Perché? Solo per stare male, per vedere, immaginare, sognare ma non fare niente di più? Per cosa? Per chi? Per quanto? Per quanto dovrei stare così? Per quanto? Per quanto mi devo sentire come il personaggio di un libro mai scritto?
Bruciare tutto, quello che ho fatto. Tutte la parole che ho detto o scritto. Quelle azioni, quelle frasi, non sarebbero mai dovuti esistere. Saluti, abbracci, pezzi di carta scritti, disegni, blog, link, foto, video, niente di tutto questo sarebbe dovuto esistere. Io posso forse, servire ad altri, nessuno può aiutare me, perché io per loro non dovrei esistere. Non esisto.
Sto male, dentro. Cure esistono? La felicità? Boh.
Fascio di luce, un arcobaleno. Sedativo a tutto questo, ma forse ... forse è come l'antidoto?
Non so cosa, fare, non so con chi parlare, scrivo.
Sputo fuori tutto questo marasma di malinconia per sentirne meno il peso. Scusate se esisto. Scusate se vivo, non ne posso fare a meno.

mercoledì 25 agosto 2010

That night ...

what a night. That post will be completed soon ... now it's too late ...


Ah non si può spiegare, raccontare. Qualcosa di boh. Così me lo ricorderò meglio.
Che bello il cielo rosso di notte.

lunedì 23 agosto 2010

Cento post di ... me

Se iniziamo a dubitare di ciò in cui crediamo, se iniziamo ad avere dubbi sulla veridicità di quello che crediamo di volere, se tutto d'un tratto tutto ciò che credevamo fosse un sogno, diventasse ai nostri occhi, qualcosa di nullo di indifferente. Se iniziassimo a dubitare non solo di noi stessi in quanto persone, ma di noi stessi nell'insieme di tutti i sogni inseguiti e diventati altra polvere accumulata nella clessidra della nostra vita, se ad un certo punto tutto questo diventasse nient'altro che polvere ... sarebbe un problema.
Potrebbe significare che abbiamo perso il nostro tempo, che abbiamo sprecato altre occasioni, che abbiamo imboccato la via sbagliata al momento sbagliato. Più semplicemente, semplice istinto di autodifesa. Preferisco convincermi che tutto quello che ho fatto e che rincorro sia sbagliato, inutile ed irraggiungibile prima ancora di provarci, così che non potrò saperlo per davvero. Ci fermeremmo prima, per evitare la disfatta, la sconfitta. L'onta del rifiuto. Rifiuto sbattuto in faccia dalla nostra vita, che cinicamente ci rigetta addosso i nostri sogni ... i nostri desideri. Paura di fallire, niente di più banale. Eppure ... eppure succede, spesso, più spesso di quanto si possa credere. A me capita, ogni tanto, delle volte riesco ad andare avanti. Invece in altre occasioni mi faccio fregare, perché infondo questa è solo una trappola, una trappola della vita che ci vuole fregare.
Se penso beh se penso in questo momento, mi viene un sonno allucinante. Per fortuna che mi basta scrivere sempre di getto quello che mi passa, per la testa e per il cuore. Tutto sbattuto qui sopra naturalmente. Perché? Perché mi fa sentire meglio, per conoscermi meglio. Non solo, sembra che tra l'altro qui sopra scriva abbastanza bene, un bel modo per testarmi e migliorarmi insomma.
In questo momento ho gli occhi chiusi, sto scrivendo.Mi sento rilassato da per tutto, gli occhi sno pesanti, il collo, cede quando di qua, quando dilla' - Ma in questo momento con i Beatles che cantano Let it Be , il me poù profondo sta benissimo, Rilassato al massimo o. sembra stia su un altro pianeta invece sono qui. Meglio aprire di nuovo,gli occhi, i sogni, sfortunatamente prima o poi finiscono.
Quel minuto, passato a scrivere ad occhi chiusi è stato davvero molto bello.
Ora che altro scrivere in onore del post numero 100 di questo bel blog?
Posso concludere che quella paura, quella che ho provato a descrivere spesso la provo. La paura di chi crede di aver corso dietro un obbiettivo e si ritrova alla fine. Ma poi ci ripenso. Ripenso a tutto quello che ho visto più di ogni notte, quasi ogni notte. Quello che mi passa per la testa tutto il giorno quasi tutti i giorni.
Ci vorrebbe una perla, qualcosa che illumini, ma dato che sono (in tutti i sensi) al buio e senza luce, posso dire che la perla ce l'abbiamo tutti quanti, nei nostri cuori a guidarci verso i nostri sogni legando in modo indissolubile con i nostri stessi cuori e animi. Quante domande, quanti dubbi, quanti problemi. Notte.

domenica 22 agosto 2010

Titolo ? Per cosa?

Sapete che nottata è ? Una nottata, strana, vorrei ma non posso, vorrei ma non riesco ... ecco una serata barocca ... piena di idee e di orpelli, troppe cose per non arrivare poi a niente. Nemmeno dovrei scrivere, non dovrei nemmeno essere qui ... dovrei stare invece a letto, poche ore e mi dovrò alzare ... ma non voglio ... so già che quando andrò lì disteso, nel buio sarò una preda troppo facile, per i pensieri ... quei maledetti. Poi se per sbaglio, una volta preso sonno iniziassi a sognare per davvero, sarebbero problemi. Eppure non riesco a fare niente ... tutto questo turbinio ... di sentimenti ... mi lascia paralizzato. Paralizzato non come corpo ... ma per tutto il resto. Un casino questo è. Non ci sono altre spiegazioni. Non c'è modo migliore per rappresentare ciò che mi sta passando per la mente. Che mi passa per la mente tutto il giorno di tutti i giorni. Un casino. Di robba che passa per la testa ... mannaggia a ... mannaggia a me ...
(P.S. Se non sbaglio i conti siamo vicini al post numero 100 ... bel traguardo ...)

sabato 21 agosto 2010

Mah ...

Ho dato un riletta, a qualcuno degli ultimi posto ... ho pensato ... beh sarebbe meglio modificare qualcosa ... insomma dai ... certa robba non può stare qui sopra ...

Invece no, da sempre mi vanto di scrivere di getto e di aver cercato sempre di essere ... trasparente ... vi lascio tutto così SenzaFiltro e 'sti cavoli ...

Tra realtà e sogno ... di mezzo c'è la paura

But do you think we can fly?
But do you think we can fly?
Will I do ...
Wiill I do ...
FLY!

Volare, quello che faccio, ogni tanto con la mente. Si volo di qua e di là nel tempo, nello spazio e nelle situazioni ... oh niente di trascendentale, solo un po' di fantasia, speranza e inventiva. Poi quando atterro eccomi qua, che atterro nella realtà, nella squallida e triste realtà che mio malgrado mi trovo a veder passare ... davanti i miei occhi insieme al tempo e alla speranza che se ne va. Di tempo c'è n'è tanto (dicono) ... il problema è questo ... così come stanno messe le cose, anche le prossime ore sarebbero troppe. Ma vabbé a questo problema si pone rimedio, con speranze da riporre in altri obbiettivi, meno seri, meno sinceri, meno puri e appaganti ... giusto quel tanto che basta a non farsi abbatterei dalla monotonia più assoluta.
Poi. Poi inizio a pensare.Se io non fossi io? Se io in realtà fossi solo un pignolo a tratti invidioso, scontroso, burbero, a volte saccente, con un modo di fare fastidioso quanto originale, se insomma non valessi un centesimo di quanto io pensi ... (e nei miei confronti sono molto ... come dire ... modesto ... no aspettate ... ehm esigente ecco) di valere nella realtà. Se nella verità tutto ciò che mi circonda, persone comprese, facessero tutte parte di un gioco, dove io mi sento l'obbiettivo, il pupazzo da prendere a colpi di palle di pezza, no no già così è troppo egocentrica come visione ... Ma se davvero come in un gioco, da un giorno all'altro tutto puff, sparisse? Persone, idee, sogni, ricordi ... scomparisse tutto e rimanessi solo io? Io da solo, con niente a cui aggrapparmi la sola coscienza di essere vivo, senza sapere se esisto o meno. Come fossi un foglio di carta, bianco, messo lì su un tavolo in attesa che qualche anima di buon cuore mi usi per scrivere una bellissima poesia, oppure mi imbeva di alcool etilico o chissà cos'altro e mi usi per accendere il fuoco nel proprio camino. Insomma bruciarmi. Se davvero dietro tutto ciò che ho fatto, ciò che credo di essere si nasconda qualcun'altro? Una creatura, subdola e infame, dicasi l'esatto opposto del presente sottoscritto. Se tutto quello che ho fatto un giorno si rivelasse con un solo ed unico secondo fine? Troppi pensieri ... troppa paura di essere inadatto, di non raggiungere ... di fallire, di essere un fallito ... senza niente, senza nessuno. Niente.
Mi ritroverei un giorno a rinnegare tutto, addirittura ad arrabbiarmi per il solo fatto di essere vivo e di non essere crepato notte tempo.
Mi guardo allo specchio e ogni tanto mi chiedo ... chi sono?
Non rispondo.
La risposta mi spaventa.
Forse nemmeno ce l'ho.
Nel dubbio continuo a sognare, a sperare ... provo a vivere, ad esistere ...


VOLO!



(Ore 4.54 a.m. se magari trovate segni di tristezza cosmica non vi spaventate è normale.)

... chi ... ?

Sto qui, steso, la musica passa ... smuove tutto, è buio, la mente viaggia ...
«Perché ... perché ... come posso ... » mi ripeto a voce altra.
«Cosa ...? Cosa ti manca?»
Un ombra, una figura familiare ... quella voce ... la riconosco forse è ...
«Allora? Cosa ti manca ... ?»
«Aspetta, dimmi prima chi sei e cosa vuoi ...»
Ride.
«Io so benissimo chi sono e cosa voglio, tu invece? Sai chi sei e cosa vuoi ...»
«Beh ... forse ...» Rispondo così, tremolante al solo pensiero di aprire bocca ... si ci avevo visto bene è proprio ...
«Oh allora? Sai chi sei e cosa vuoi?» Me lo dice col sorriso, si si quel sorriso anche se nel buio è inconfondibile ...
«No, non so chi sono veramente, sono pieno di dubbi, ancora oggi e cosa voglio ... è difficile ... e lo sai ... o almeno tu lo dovresti sapere.» Mi si siede accanto e mi mette poggia una mano sulla spalla, sensazione bellissima, un solo contatto che mi sta regalando un'emozione unica, potente e magnifica, diamine che alla fine sia un angelo? O almeno dicono che facciano questo non lo so, un secondo bloccato nella mia mente. Volge il suo sguardo prima verso di me, poi verso la finestra ... a quel punto mi dice ...
«Lo so che è difficile, altrimenti non sarebbe un sogno, come questo d'altronde.»
«Immaginavo, si è un sogno, irrealizzabile per giunta, ma non ne posso fare a meno .»
«Vorresti chiedermi qualcosa? Non sei curioso di sapere qualcosa?»
«No grazie, il futuro mi piace così come è lontano e sconosciuto, il presente è quello che è ... ed il passato beh quello oramai è andato ... »
«Va bene come vuoi tu, allora addio.»
«Come addio?» «Certo addio, chi sa se mai ... » «Allora aspetta una cosa da chiederti ce l'ho.»
«Certo dimmi pure.» «Un abbraccio ... almeno quello, anche se dovesse essere l'ultimo ... »
Se solo sfiorandomi la spalla ... abbracciandomi il tempo stesso si è fermato ... poi una luce ...
Eccomi di nuovo, nella realtà, sveglio ... e dispiaciuto, era stato un bel sogno ... un sogno che mi perseguita oramai, ma non posso fare a meno. Richiudo gli occhi ... Petrarca parlava con Sant'Agostino io invece parlo con ... lasciamo stare va' ...

Con lampo arriva, in un lampo se ne va ...

«Oh che è stato?»
«Un lampo di luce.»
«Insomma lampo ... è durato tanto ...»
«Ma non abbastanza, un lampo rispetto all'eternità, un lampo rispetto a tutto il tempo che vorremo stare alla luce e ora siamo di nuovo al buio, un lampo ... un attimo ... troppo poco ...»
«Tu non stai bene, fattelo dire ...»
«No infatti, non sto bene ... solo un attimo, sono stato bene, ora niente più ... un lampo di luce ... un lampo solo ...»

venerdì 20 agosto 2010

Diario di bordo

«Data interstellare vent' ... ehi ma che succede?»
«Manca la luce capitano!»
«Come manca la luce?»
«Ce l'hanno portata via ... »
«Di nuovo, diamine ... »
«Capitano potremo cercare altre fonti d'energia per poi ...»
«Non lo dite nemmeno per scherzo aspetteremo che torni la nostra luce!»
«Ma signore, potrebbe volerci più di una settimana ...»
«Allora resisteremo, al buio, senza luce ... aspetteremo che torni »
«Ma signore, ha mai pensato che potremmo un giorno perderla per sempre?»
«Se così sarà impareremo a muoverci nel buio, senza la luce ad aiutarci e confortarci, potrebbe essere difficile, ma meglio non pensarci ... senza la nostra luce non si può, non posso, stare .»
«Capitano, potremo cercarla, inseguirla ...»
«Chi noi? Non si farebbe mai prendere da noi, noi non siamo all'altezza, di tale dono, ringraziate che ogni tanto faccia dono della sua luce e del suo calore.»
«Ma signore ... »
«Niente ma, ora andate aspetteremo ... intanto io cercherò di scrivere il mio diario di bordo ... anche se senza la luce ... anche l'ispirazione latita ... »
«Ispirazione? Ma signore deve solo stendere rapporto delle attività ...»
«Lo so benissimo cosa devo e non devo scrivere, non puoi capire, nessuno può capire, ora vai e torna al tuo posto...»
Così tutti quanti, capitano compreso, si misero ad aspettare il ritorno della luce, ognuno con la sua speranza, ognuno con il proprio bisogno, nessuno poteva fare a meno di vivere grazie ma anche per quella luce, così splendida e lucente.



Mi era venuta questa idea, questa personificazione dei mie pensieri sotto forma di questo discorso.
Forse più tardi scriverò altro non so ... ora come ora sto un po' col morale sotto i piedi, vedremo ..

giovedì 19 agosto 2010

Buio.
















Ecco la luce, me l'hanno levata, di nuovo. Il sole fonde le molecole di idrogeno per formare elio, a me la luce, quella luce, fonde le idee li fa diventare sogni e sentimenti. La prima è fusione nucleare, la seconda è fusione e basta. Io ... ora sto qui, con o senza vado, devo andare avanti e alla fine non so' come è meglio. Infondo io, ho sempre paura, lo dico sempre, paura del domani che qualcosa vada come non deve andare, terribile consapevolezza che i nostri destini sono in mano ad eventi fuori dal nostro controllo e solo dopo abbiamo la possibilità di vivere la nostra vita, solo in relazione a quello che succede grazie a questi avvenimenti possiamo decidere il da farsi. Paura, ne ho tanta, sopratutto in questo momento da questa sera, forse anche un po' più solo ... si infondo sono sempre stato un tristone ... quelli che ora chiamano in altri modi. Ma che dire, a volte sono solo le conseguenze di pensieri di lucida follia, insomma quei sogni che già in partenza sappiamo che non si realizzeranno, ma noi vogliamo provarci lo stesso. Non ci importa niente se soffriremo e lo sappiamo che soffriremo, giochiamo a dadi con la vita e la vita ci batte spesso. Troppo spesso. Cari inguaribili sognatori, cari timidi chiusi come il sottoscritto, che solo grazie alle parole che fluiscono in continuazione oramai su questo modesto spazio di modesti pensieri, riesce a sbloccarsi ogni tanto, ma ancora oggi non ci riesce del tutto. Troppe cose, troppi segreti. Troppa paura. Tanta troppa, forse sarebbe meglio che finisse tutto entro domani mattina, almeno sarebbe la pace. Però se finisse tutto, niente più luce, mai più e senza luce non si vive, non si esiste, la luce è base dell'esistenza di tutti. Io ne ho bisogno della mia luce. Ora ho solo voglia ... di smettere di scrivere stendermi, ascoltare un po' di musica e boh aspettare. C'è di sicuro almeno una canzone che ascolterò. Mi piace troppo. Va a capire perché. Mannaggia ... mannaggia a ... me ...

mercoledì 18 agosto 2010

Be ... or ... what ?

Just one more fight
About a lot of things
And I will give up everything
To be on my own again
Free again
Tante volte me lo ripeto ... ancora una battaglia, per essere me stesso ... di nuovo ... libero, ancora una volta. Questo quando penso a cose del tipo, se fossi stato qualcun'altro? Si magari che ne so, con un aspetto migliore insomma più ... più piacente, se fossi stato una persona meno timida e invece di nascondere ciò che sono molto in profondità, fare come sa fare certa gente, che ( a volte li invidio) riescono a fingere, riuscendo nei loro intenti, per poi però scoprire che valgono quanto un due di picche. Scusate ma anche l'invidia è un sentimento umano, troppo umano. Ma anche questa è una lotta, una battaglia, perché so' che se fossi stato diverso, di sicuro non sarei chi sono ora. Non sarei mai stato quello che è uno dei pochi che ti fa ridere, non sarei stato quello che sta su una panchina ad ascoltare l'amico con qualche dubbio e ne tanto meno, sarei stato fiero di tutto questo. Sarei stato più sciolto, meno pensieroso, meno consapevole forse, della responsabilità che ogni mia, ogni nostra, azione può avere su chi ci sta intorno e sopratutto su chi vuole bene. Sarei stato forse un po' più divertente, meno "tignoso" avrei lasciato andare tante cose, avrei lasciato stare tante volte. Avrei conosciuto tanta gente in più, vissuto chissà tante storie diverse, lasciato tanti dispiaceri qua e là. Insomma sarei stato quello che in gergo viene chiamato uno stronzo. Forse sarei stato più felice. Poi mi ricordo. Ancora una battaglia, ed ecco che come due giorni fa, te la ritrovi dentro casa la felicità, perché te la sei meritata ... altrimenti mai ne avrei avuto la possibilità, almeno senza giocare sporco. Certo sarei stato felice lo stesso, ma prima o poi, ne avrei dovuto fare a meno, l'avrei persa. Come se per avere un po' di luce, perdessimo per sempre il sole. Finirebbe tutto. Io il sole, che ogni tanto sorride, non lo voglio perdere, sarebbe la fine. Stesso discorso, quel giorno, quella sera. Anche di questo ho già parlato. Una panchina, due tizi e tante domande, presente e futuro mischiati in una miriade di domande, di pensieri e di sensazione, qualche sguardo, qualche sospiro e qualche momento di silenzio ... poi il ritorno, in macchina, con la musica, diavolo la musica quella maledetta, finestrino aperto, sguardo verso fuori e ti pareva lo sapevo gli occhi lacrimavano ... Per essere me stesso, per essere libero, di nuovo. La ricerca, la battaglia continua imperterrita. Si perché certi momenti, solo questo me, questo che a volte non vorrei essere, li ha potuti vivere, ne è stato capace è riuscito a guadagnarseli e sopratutto viverli nella loro interezza, nella pienezza del loro valore più antico e profondo. Grazie a questo, io, questo me, che ogni tanto non vorrei essere, ha avuto altre ragione per andare avanti, per esistere. Grazie. Per essere ancora libero da me stesso. A questo serve tutto ciò.
Siamo vivi, quando siamo qualcosa per qualcuno, se respiriamo e pensiamo ma, nessuno pensa a noi, se nessuno respira per noi, non siamo niente, non esistiamo. Vuoto, solo questo siamo. Ci sono quelle volte invece, che niente ha più senso, anche per me, cavolo se ci ho pensato alla fine. Come sarebbe. Sarebbe strana, di sicuro, differente da come la si immagina di solito. Forse niente più e basta, solo buio. Ma infondo è inutile, prima o poi ... tanto vale andare avanti, pensare a cose belle, anche dolorose a volte, per sentirsi vivi e poter esistere. La fine è inutile, l'inizio è uguale per tutti, quello che conta è quello che facciamo nel mezzo.

non è divertente quando arrivi così in alto
beh.. che tu, tu non puoi arrivare

... si è solo divertente, tanto in alto da poter, vedere, toccare il sole. Sentirsi in perfetta armonia, con tutto e con chiunque che ti frega, sta in alto. Voli. Voli, pindarici, che prima o poi, forse, finiscono in modo irrimediabilmente doloroso. Rischiare, paura, fine. Bello, ma rischioso. Vivere è rischioso, ma divertente, bello. Vivere è bello.
Io non posso vedere, provare, il futuro, le idee realizzarsi e la paure sfumare, sogni condensarsi in realtà e il mondo colorarsi, io non posso (forse) vedere tutto ciò ... perché ? Mah, una sensazione, di quelle brutte che ti si attaccano addosso come la paura. Si infondo è una paura, la solita, che mi attanaglia e mi insegue, perché una volta trovato, il perché vivere, il perché esistere, tornare nel freddo e nel buio del nulla ... non è una bella prospettiva. L'assenza dell'essenza dell'esistenza, fa paura. Anche solo a pensarlo. Vita, vivere, esistere, felicità. Il resto sta tutto tra loro. Amore, dolore e tutto il resto compresi. Io aspetto, con o senza, io vivo. Io sono, non so se sono ci vorrei essere, sono quello che sono e non per niente male.
Be or not to be
This is the question
Alla faccia di Shakespear. Who I am? This is the question.
Parole sparse, idee nascoste, sentimenti impolverati. Tutto messo insieme e poi chissà cos'altro c'è dentro.

Just one more fight
About a lot of things
And I will give up everything
To be on my own again
Free again

Se fossi stato ...
Se avessi detto ...
Se avessi fatto ...
Se avessi pensato ...
Se avessi immaginato ...
Non sarei stato io, tanto meno sarebbe stato divertente o tanto meno bello. Maybe.
Forse sono ...
Forse ho detto ...
Forse ho fatto ...
Forse ho pensato ...
Forse ho immaginato ...
Per questo sono io, per questo è stato divertente e bello. Forse ... forse qualcosa era meglio ... saltarla ecco ....
Menomale che almeno la vita ogni tanto sorride (e ogni tanto sorride proprio bene, tipo arcobaleno, con la faccia di una stupida emoticon) e insomma, si va avanti si lotta per vivere.
Mannaggia a me. Che me possino ...

After 40 years

«Essere ricchi non cambia le tue esperienze nel modo di pensare. La sola differenza, basilarmente, è che non devi più preoccuparti di soldi, cibo, case etc. Ma tutte le altre esperienze, come emozioni e relazioni, sono le stesse che hanno tutti. Lo so perché sono stato prima povero e poi ricco, e anche Yoko (che è stata ricca, povera e poi di nuovo ricca). Dunque, che ne dici? Con amore, John e Yoko»

Che cosa è questa vi chiederete, beh questa è una lettera scritta da John Lennon, arrivata a destinazione con ben 40 anni di ritardo. Questo è un documento che è stato ritrovato da pochi giorni e subito venduto per 9,000 dollari. Non sarà un documento dove vi sia scritto tutto questo granché ma il discorso è un altro, John il buon John ancora a 40 anni di distanza ha fregato tutti Yoko compresa. Dopo tutto questo tempo è tornato tra noi e ha fatto una comparsata, sul palcoscenico della vita dove è stato per anni protagonista ed ora era stato relegato a semplice burattino. Lui è stato protagonista, dopo essere morto è tornato tra noi ed ora è di nuovo tornato al suo posto.

Comparse, protagonisti, che strano modo di vedere la vita, in teoria siamo tutti protagonisti della nostra vita e a volte protagonisti anche delle vite altrui, diventando in alcuni casi comparse ma solo perché come dire, quel regista non ci ha cucito attorno la sceneggiatura che ci sarebbe piaciuta. Infondo è giorno e si sente, il cervello è ancora troppo attaccato, non riesco a fluttuare nei pensieri come vorrei, non c'è quel legame con il tempo e lo spazio, i minuti corrono e ne ho ben pochi. Al prossimo post che di sicuro sarà molto migliore ...

lunedì 16 agosto 2010

Un pezzo di felicità

Una scheggia impazzita, una pallottola partita senza preavviso, piene anzi, ricolme di quella felicità mi hanno preso in pieno. In pieno petto per essere precisi. Si perché proprio oggi, un frammento, proprio una scheggia, di felicità me la sono ritrovata dentro casa, una volta tanto che l'ho cercata, che l'ho chiamata, me la sono ritrovata ed eccola là. Io gli apro un piccolo spiraglio dalla porta, titubo ... «No ma dai, non ci credo, se ma quando mai ... » sono le frasi che la mente mi ripete una volta dietro l'altra. Invece ... invece di forza quasi ma fa sbattere la faccia contro la porta ed ecco che cotanta pallottola impazzita è entrata dentro casa. Che bello, una tantum stavo tanto bene qua in mezzo a tutto questo becero casino, un ora. un'ora e mezzo è durato il tutto in live. Quasi un remake. Come riascoltare un disco, quel disco bello e potente, unico, miscela di sensazioni e parole, il disco perfetto per ogni occasione quello da tirare fuori tanto nei momenti più bui come nei momenti più colorati e felici. Sinceramente, nemmeno ci speravo, rassegnato al progetto della fuga e invece toh, vedete perché la vita infondo è bella?
Infondo il resto della giornata era stato così e così, vivacchiato, ma in quel poco lasso di tempo posso dire di aver sfruttato alla grande, questo dono di provare ... emozioni non solo per qualcosa di astratto, di lontano, ma anche ... diamine era tutto così reale così vero, insomma bello e distaccato. Momenti distaccati dal tempo e dallo spazio. Un'ora e qualcosa che sono diventati giorni, mesi, anni e lustri. Infondo troppo pochi, quando arrivi a qualcosa di tanto ... perfetto ... ne vuoi sempre di più. Di meglio? Forse c'è ma li si scadrebbe in altre situazioni, altre idee .... così invece è stato bello e basta. Come quando ci si riposa non tanto dopo una grande fatica, ma dopo aver fatto qualcosa di soddisfacente, per il nostro corpo e il nostro essere più profondo. Poi vabbè c'è stato un remake, un altro, proprio verso la fine, verso i saluti, questa particella di felicità si è trasformata in un fascio di luce, luce di quella che riscalda i cuori e non la sola carne e camminando (si insomma un fascio di luce che cammina) mi ha circondato, mi ha stretto, mi ha invaso con tutta l'energia, si insomma proprio un abbraccio che troppo poco, ma ancora una volta, come la prima volta, troppo mi ha dato, troppo mi ha lasciato. Proprio per questo per fregare il tempo, per non fra sì che l'abbia vinta sto scrivendo, sto fissando questi momenti vissuti, questi pensieri. Che poi tutto questo è tutto ciò che gli occhi hanno filtrato, questo è tutto ciò che ho visto con lo spirito, con l'anima, col cuore insomma, si perché in momenti come questi momenti da ricordare, il cervello va staccato. Al massimo va usato come ripostiglio, proprio per mantenere vivi e puri i ricordi, perché se fosse per i soli occhi che sono si lo specchio dell'anima, ma sono anche da parte opposta un grande filtro verso la verità. In certi casi bisognerebbe vedere più col cuore che con gli occhi. Perché sono collegati troppo vicino alla testa, tempo che la testa rovini tutto, facendoci fare calcoli in base a ciò che pensiamo di volere invece che in base a ciò che vogliamo davvero, insomma come se a volte venisse modificato ciò che vediamo, facendosi credere di stare nel giusto delle nostre azioni, mentre magari, il cuore sta lì a metà tra felicità per la soddisfazione ricevuta grazie all'intercessione della mente e con l'altra metà pesante e cupa per ciò che si è fatto senza magari tenere conto di tante altre cose.
Per questo è stato tanto bello oggi, si gli occhi c'erano, ma prima di mandare tutto alla testa, ho fatto passare tutto per il cuore, per avere tutto così come piace a me, senza filtro.
Perché il cuore è più forte della testa anche se a volte si perde per strada, perso, preso in giro, insomma ingannato da chi riesci a manipolarlo. Di contro, quando ha ragione, ha ragione non di poco ma di molto di più del testa. Molto di più. Poi insomma, ci sarebbe altro da raccontare, come la già nota, consapevolezza e di contro anche responsabilità ma anche onore, di sapere di essere tra i pochi rendere felice, di far ridere, il mio pezzetto di felicità ed è tanta robba sul serio. Grande fatica, a volte lo ammetto è vero, ma la soddisfazione come quella provata oggi, in quel momento una volta ascoltata quella frase, fidatevi ripaga di tutto. Tutto. Al 100% ci metto la firma. Quando poi, il tutto bello che finito, anche in questo momento, mentre scrivo come sempre di getto, mi ritorna in mente come è cominciato e di sicuro ne avrò già parlato, ma come cavolo può una sola stupida azione, due frasi buttate la a casaccio, cambiare, rivoluzionare, una ... forse due vite o anche più. Ve lo ripeto ... la vita non è bella per questo? Sono sicuro, che se non fosse stato, per tutto questo ad esempio moltissime cose sarebbero differenti. Non moltissime in meglio. Ancora di più oggi ne ho avuta tanta conferma, ed ho anche avuto la conferma di avere non un pizzico, ma una (scusatemi il termine) fottutamente gigantesca paura di stare, senza, di perdere tutto questo, ricordi compresi, per questo ho scritto, per questo scrivo e per questo scriverò e spero di poterne scrivere all'infinito, fino al mio ultimo giorno in questo scafandro chiamato corpo.
Sono stato uno schiavo, sono stato un Re, ora sono felice. Tutto insieme, tutto oggi, riassunto in poche parole è quello. Prima, durante e dopo. Non posso guardare al futuro con più fiducia, ma posso guardare al passato orgoglioso, con il tempo è diventato qualcosa di bellissimo. Voler avere di più, potrebbe essere naturale è nello spirito della natura umana, ma il tutto è sempre mantenuto sotto il controllo di quella di cui stavo parlando prima, dalla paura, che comunque è soppiantata da tanta di quella felicità, che ancora adesso, in questo momento potrei farci dei mattoncini e uno sopra l'altro arrivare sulla Luna e fare anche le scale a parte per riscendere. Perché doverei sempre e comunque riscendere, visto che le schegge impazzite, fino la sopra non ci arrivano. Forse. Potrei sempre essere smentito.Non sarebbe la prima volta, infondo non avrei mai creduto di essere capace, non solo di esprimere certi concetti e di poter avere la possibilità di ricevere così tante ... tante ... belle ... vibrazioni, si vibrazioni, ma tanto meno avrei mai pensato di essere capace di fare altrettanto verso altri. Si lo so di sicuro già lo avrò detto, lo avrò già raccontato minimo un'altra volta, ma permettetemi di potermi stupire, di poter gioire di qualcosa di bello, anche se è sempre lo stesso discorso, quando ci ripenso a tutto questo, con tanto di attori e sceneggiatura di questa stranissima opera non di teatro, ma di vita che sta venendo fuori, mi sembra di rivedere tutto con gli occhi di un bambino, di quelli piccoli ma non troppo, che sta imparando a camminare e che ogni tanto da solo ce la fa, con tanto di tutina e scarpette nuove e che per ogni cosa si esso un fiore o un sasso se ne stupisce. Ed io stesso mi sto stupendo per questo bel fiore che fiorisce sempre più ed ogni volta che gli rivolgo lo sguardo è solo "più", mai "meno", di prima. Ogni petalo una storia, un sorriso, un pianto. Una risata, uno scherzo, un foglietto nello zaino ed ogni parola detta. Quanti petali e tutti a loro modo bellissimi che ha questo fiore. Il mio, il nostro e spero anche il vostro (tutto per voi), fiore.

domenica 15 agosto 2010

Hello ... a man on the moon is talking to you ...


"If you believed they put a man on the moon"

In momento questo mi piacerebbe essere lì, sulla luna. Sissignori sulla luna, il nostro tanto amato e vituperato satellite nel quale forse in un futuro potremo camminare tutti noi per davvero, facendo una normalissima passeggiata, per poi a sera una volta tornati a casa, affacciarsi dalla nostra finestra di casa ed ammirare estasiati la Terra. Bene ma in quel caso non mi piacerebbe, al mo
mento intendo, stare lì. Ora da solo, con pace e quiete davvero assoluta non sarebbe niente male, magari con un telescopio. Si un bel telescopio per osservare la vita da lontano, molto lontano. Per cercare di capire. Contemporaneamente mi piacerebbe poter vedere tutto ciò di me rimasto a casa della mia vita e vederne gli sviluppi. Insomma vedere la mia vita svolgersi ... senza di me! Sempre per lo stesso scopo, capire. Capire se ciò che facciamo (e che faccio) sia giusto, poter avere la possibilità di analizzare le varie situazioni da una distanza tale che ogni preoccupazione non possa arrivare, lucidamente, capire ragionare, insomma fare la cosa giusta per tutti, non solo per me. Magari rimanere lì un po' di tempo, tipo monaco tibetano, a riflettere, da solo. Per poi girarmi intorno a me e vedere il nulla, solo roccia, sassi e sabbia. Intorno a me il vuoto dell'infinito dello spazio. Magari, con tutta questa lontananza, potrei riuscire a staccarmi del tutti dai miei desideri e dai miei pensieri, riuscire a diventare indipendente insomma riuscire ad essere sempre me stesso indifferentemente da altri. Capire il valore vero delle cose, degli affetti e delle persone. Dei gesti più piccoli e vedere se quelli da me compiuti, nel tempo sono valsi. Ci provo in fondo, da più di qualche notte quando mi metto a scrivere qui sopra, magari facendo le 4 o le 5 ... è il momento della giornata in cui mi sento più simile a questa condizione. Se ci credete un uomo vi sta parlando dalla Luna. In questo preciso momento, sono lontano da tutti voi. Da tutto. Non sono nella sala di casa mia, non sto nemmeno scrivendo questo post ne tanto meno sto ascoltando i Doors. Sto là sopra. Sopra le teste di tutti voi, aspettate che faccia buio, alzate gli occhi al cielo e guardate la Luna, se vedete un puntino che sembra qualcosa molto vicino alla felicità quello sono io. Se mi vorrete cercare cercatemi lì sulla Luna, insieme a tutte le cose perse dal mondo e dall'umanità ... come diceva un vecchio poema cavalleresco ...
Se ci credete hanno messo un uomo sulla Luna.
Si perché in fondo, sarei potuto stare bene anche qui con voi, ma no, invece no. Troppi problemi, i sentimenti cosa bellissima ma allo stesso tempo spietata e dolorosa. Le idee che quando vanno contro qualche altra idea creano più problemi del dovuto. I sogni non realizzati e non realizzabili in partenza, che ora mi fanno compagnia qui su questo sasso argenteo gigantesco. La tristezza della cattiveria che l'uomo è riuscito nel tempo a liberare su tutto il mondo e su tutte le persone, la paura del futuro, basta. Forse un po' di musica mi basterà, insieme ad un telescopio. Magari si una radio per parlare con voi qui giù e avvertirvi di qualche pericolo, qualche errore che potreste aver fatto e aiutarvi a rimediare. Se me ne sono andato lì sopra non è per odio verso qualcuno o qualcosa, solo per stare meglio e tagliare alla radice qualsiasi problema.
Sto qui, accanto a me c'è tutto ciò che avete perso, ogni occasione, ogni pezzo d'anima, ogni lacrima che avete versato io ce l'ho qui con me. Naturalmente ci sono anche le mie e non sono certo di meno di tutte le vostre anzi. Ogni cosa racconta una storia, c'è quella bugia, detta anche a fin di bene, che però non ci ha fatto dormire la notte. Ecco qui c'è quel sogno d'amore infranto, quello che sembrava vero e vicino e che ora sta qui in frantumi. Ecco le nostre speranze e i nostri sogni svaniti, stanno tutti qua bellissimi ma impolverati ... anche la

speranza che li accompagnava è finita qui sopra, sta tutta in un grandissimo baule tutto rifinito c'è un incisione sopra " La speranza non è mai troppa", sa tanto di beffa ...

Ora mi giro c'è qualcosa di strano e luccicante, mi attira in modo particolare mi avvicino, inizia a luccicare sempre di più cavolo mi sento benissimo ecco inizio a capire cos'è. Una specie di portone, lo apro ed ecco qualcosa di immenso mi sento benissimo, non sono mai stato in uno stato come questo ... infinitamente ... felice finalmente! Allungo la mano, voglio toccare, voglio sapere cos'è ne voglio di più ... un lampo ... ed eccomi di nuovo qui insieme a voi, l'album dei Doors è arrivato alla fine "Five to One" per la precisione e io sto di nuovo nella sala, con la finestra aperta, il ronzio del freezer, il tavolo nero che scricchiola e io che penso solo a cosa ascoltare ora che è finito l'album ... mi fermo e cambio musica. Fatto, Glasvegas è quello che ho scelto come farebbe un serioso dandy con una buona bottiglia di whiskey per raccontarvi le sue ultime imprese da conquistare della vita. Io invece di quello che ho visto, nei momenti di distacco dalla vita ve li ho raccontati, il racconto è quasi finito, ora che sono tornato, so' che potrò tornare a parlare di tante cose ... insomma proprio grazie a questi bellissimi "problemi" quali sono i sentimenti, i dispiacere ed i sogni che quello che passiamo ogni giorno sulla Terra è degno di essere chiamato vita. Scappare è stato bello, tornare è stato ancora meglio, ma certo che quella porta ... la porta delle felicità ... è stata tanto vicina, ho voluto troppo, ho sbagliato, forse avrò un altra possibilità chissà ... magari anche qui, più nascosta ce n'è una ... o forse più di una ...
Un momento un'intuizione, una visione, cavolo ... ecco forse dove sono ... dentro di noi, ognuno ha la sua ... forse potremmo aprirla, da soli o farci aiutare chi sa' ... magari ... si magari insieme potremo beneficiare di quella di qualcun'altro che ci è vicino per sfruttare la nostra ... insieme, felicità ... tutti insieme ... cavolo mi piace .
Magari sarà tutto un sogno, solo parole deliranti ... sono stato per un attimo sulla Luna ed ho sognato troppo. Ed ecco che così altri sogni vanno ad aggiungersi alla collezione già ampia che c'è li sopra. Parte la caccia. La caccia alla porta della felicità.

sabato 14 agosto 2010

La quiete ... prima della tempesta ...

... come questa notte, tornando a casa tutto abbastanza tranquillo, a poca distanza da casa ... boom! La catastrofe, per circa un minuto invece di stare su una comunissima strada statale sembrava di essere nel bel mezzo di un torrente della foresta pluviale, con tanto di cascate tombini volanti ... ehm cioè saltati, (ma credo che di questi problemi non ne abbiano nella foresta pluviale ...) allo stesso modo mi sembra di vivere in questo momento, in attesa dello scatenarsi delle forze del destino, una possibile catastrofe di dimensioni bibliche, ma si sa' le previsioni sono sempre più pesanti della realtà, per poterci preparare meglio ad ogni possibile imprevisto. Insomma come fossi un soldato, una marionetta, che lotta per il proprio destino nella giungla della vita, mi sento braccato e sento che tra poco ci sarà una trappola e che ci cadrò con tutte le scarpe. "L'odore del napalm al mattino ..." diceva quel generale matto di Apocalypse Now, odore di napalm che identificava con la vittoria. Io ora come ora sento l'odore, l'odore della pioggia, che mi ricorda per ora l'odore della paura. Si proprio della paura. Paura dell'imboscata che fato e destino vogliano tendere alla mia esistenza in questa vita. Ad ogni azione corrisponde una reazione, di sicuro tutta questi pensieri pieni zeppi di paranoia saranno nati da una mia azione, qualcosa che avrò detto, fatto o scritto.
Certo che aver paura di avere brusche conseguenze dalla sola esposizione sincera dei propri sentimenti e delle proprie idee, come cerco di fare, tutto in modo il più possibile sincero, magari scomodo, ma vero e puro. Insomma sincero. Ecco che proprio per questo io provi questa sensazione di paura misto paranoia la trovo molto ingiusta. Infondo non ho fatto niente di male, perché mai dovrei avere tali sensazione che mi pervadono il corpo e la mente. Mente che durante i suoi innumerevoli viaggi tra i pensieri più disparati, ora deve fare i conti anche con queste sensazioni. Paura di qua, paura di là ... ma perché ... ma perché dico io. La cosa più grave che può succedere è di ricominciare da capo a dodici ... ed infondo è bellissimo sotto certi punti di vista. Ricominciare da capo, poter scegliere nuove strade, una nuova via, forti degli errori passati ed avere la possibilità di tornare dove eravamo prima più forti e convinti di noi stessi e della nostra "forza". Ecco forza, ce ne vuole tanta, di forza di volontà per riuscire a compiere un passo del genere, ma i frutti sono quasi sempre assicurati e sono anche grandissimi e dolcissimi. Altrimenti l'unica via rimasta è la disperazione assoluta e la depressione per gli errori commessi, ma ne vale veramente la pena? Ok magari qualche giorno di "imbruttimento" di tristezza e meditazione può fare bene, soli con se stessi per ritrovarsi. Lo scopo deve essere comunque quello lì, quello di ripartire più forti di prima! Paura di perdere tutto, compresa l'ispirazione con tanto di musa che in queste notti mi ha accompagnato alla grande insomma paura. Meno male che c'è la paura che ci rende attivi e pronti a reagire, altrimenti sarebbe stata la fine.

venerdì 13 agosto 2010

Raggiungere posti sulla strada ... la nostra strada di quella che chiamiamo vita

Non poter fare a meno di ciò di cui non possiamo fare a meno, cioè detto in modo meno contorto, non poter fare a meno di ciò che si desidera. Insomma di ciò che vorremo avere. Anche il solo pensiero, quel pensare di desiderare e avere la possibilità di desiderare, di sperare insomma di credere di riuscire a raggiungere tale scopo. Questo almeno credo, secondo il mio solito, modesto ed inutile parere, sia uno dei fondamenti di ciò che ci permette di andare avanti in questo mondo che va, via via, sempre di più per la sua autodistruttiva strada. Insomma se non abbiamo un desiderio od una speranza a cui attaccarci e se non abbiamo altro, che diavolo ci stiamo a fare in questo maledettissimo sasso che orbita insieme ad altri sassi, intorno ad un gigantesco sasso di fuoco che, prima o poi anche lui si romperà l'anima e si spegnerà per poi gonfiarsi risucchiarci addosso a se' per poi alla fine esplodere, facendo in pratica riavvolgere la cassetta dell'esistenza. Con un esplosione tutto è cominciato, con un esplosione tutto finirà. Alzarsi la mattina, andare avanti per tutto il pomeriggio, aspettare che passi la sera per riaddormentarsi per poi ricominciare tutto da capo, senza uno scopo, un obbiettivo, qualcosa o qualcuno che ci dia un punto da fissare, da raggiungere anche correndo ... ecco senza tutto questo penso non tanto che la nostra esistenza stessa sia noiosa, ma solo molto ma molto tediosa. Insomma si ok, stiamo qui e tiriamo avanti, così come possiamo noi piccoli e poveri personaggi della nostra vita e della vita altrui.
Ognuno di noi, se riesce in un modo o nell'altro a trovarselo, il suo obbiettivo intendo non può fare altro che essere più felice visto che almeno una ragione per esistere c'è. Insomma non esisti solo per colpa di qualche dottore che ha sbagliato diagnosi, per un anticoncezionale saltato o per puro scherzo del destino. Esisti perché hai quel tuo punto, quell'obbiettivo. Perché sei tu che te lo scelto, sei tu che te lo sei cercato e che te lo sei creato. Tutto così a un senso (credo). Invece pensate all'estrema ratio dell'infamia della vita e delle persone che ci circondano, se ci togliessero il nostro obbiettivo, la nostra luce sulla strada della vita? Cosa potremmo fare, cercare un altra fonte di luce altrettanto potente e accecante, tanto accecante da permetterci di chiudere gli occhi su questo nostro mondo e su i problemi della nostra vita. Così sul piano sul quale ho imposto il discorso, volendo, si potrebbe pensare al solo ambito sentimentale\amoroso, beh di sicuro a prima vista si potrebbe pensare questo, anche perché è da lì che comunque parte l'idea dai sentimenti, come molti dei miei vaneggi su codesto spazio su internet, ma penso che il pensiero, questo come la quasi totalità della robba che ho "sputato" qui sopra vadano più che bene per qualsiasi altro ambito della nostra frastagliata vita. Mentre scrivevo, stavo tanto troppo bene, gli U2 come sottofondo, l'aria fresca e uno strano "profumo di libertà" e io che sto ancora una volta a scrivere da seduto sul pavimento, mi ranicchio per po' la musica che va, io che sto là e stacco. Stacco da tutto per qualche minuto facciamo una decina, tanto quello che avevo da dire l'ho detto, ormai sono solo pensieri passati, il passato che mi è sfuggito di mano in una manciata di minuti, come succede per l'appunto con i nostri "obbiettivi". Ormai la strada ricomincia ad essere frequentata, la magia si sta perdendo. Tanto vale che me ne vada a dormire, sperando di incrociare per strada, un po' di quella magia e magari con l'aiuto dei tanto amati sogni, di incrociare quella magia che mi ha permesso di tornare a scrivere tanto qui sopra, insomma saluti ad altri discorsi deliranti rigorosamente deliranti.

giovedì 12 agosto 2010

I have a dream ....

Rendere concreto tutto ciò che si può immaginare è ciò che facciamo sognando. Quando sogniamo realizziamo i nostri pensieri più fantasiosi e distaccati dalla realtà.In pratica sognando realizziamo i nostri più reconditi desideri, in pratica sogniamo. Ecco cosa sono i sogni, la realizzazione dei nostri pensieri in quel piccolo spicchio di universo che ci viene concesso quando chiudiamo gli occhi e ci abbandoniamo all'esistenza stessa. La nostra esistenza.
Infondo sognare è ciò che di più antico e primordiale ci unisce tutti quanti dall'inizio dei tempi, ancora prima della scoperta degli istinti e del pensiero ricercato. Ancora prima di renderci conto che dovevamo lottare per sopravvivere lottavamo tra sogni e incubi irreali ma autentici con quanto di più triste duro ci presentasse la realtà. Alla fine da allora non è cambiato molto, ci rifugiamo chi di notte, chi di giorno, in quei luoghi passati o inventati di sana pianta dalla nostra mente. Nell'infinito del pensiero sparso nel tempo, ci perdiamo. Quando tutto ciò non riesco più a rimanere confinato nel sonno, ma inizia prima con calma per poi sempre in modo più prepotente prendere piede nella vita reale, quella di tutti i giorni veri, quella delle sconfitte e dei dolori. Quella dei desideri irrealizzabili e della malinconia di non aspettare altro che il momento di tornare in quei luoghi fantasticamente eterei con la speranza di vivere un bel sogno, magari proprio il sogno della vita. Invece in altri casi in modo davvero curioso ma allo stesso tempo deciso e sopratutto senza preavviso di sorta, elementi della nostra vita si inseriscono in tutto questo rovinando quel momento in cui ci sentiamo vicini alla perfezione dei sensi.
Insomma possono essere incubi, oppure sognare sempre la stessa cosa o persona, perché no magari proprio la persona amata tanto segretamente. Proprio per questo morboso segreto si viene a presentare, come una liberazione dalla clausura dei corpi e delle menti in sogno e quando poi ci si sveglia c'è tanto rimorso per aver rovinato tutto. Per aver scritto la parola fine su quel sogno, quel sogno vero ma sopratutto reale che ci perseguita ormai sia di nei sogni che nella realtà sapendo che solo in un caso potremo realizzare tale aspirazione e che in quel caso il tutto è ristretto al tempo che ci viene concesso dal mondo intorno a noi, dal momento in cui ci stacchiamo da tutti fino a quando la sveglia non ci riporta con odiosa precisione e modi petulanti con i piedi per terra nella nostra vita. Questo è il prezzo da pagare per realizzare ad ogni costo per essere felici anche per pochi minuti. Sinceramente non è ne bello ne tanto meno piacevole tutto questo, ma per fare di necessità virtù tiriamo avanti così. Provare certe emozioni, certe esperienze infondo se non si possono ottenere nella vita è anche giusto e lecito che ci arrangiamo come possiamo cercando di tirare avanti dentro quel vortice di segnali elettrici che ci pervadono la mente non appena entriamo nelle fasi più profonde del sonno. Ed infondo questa maledetta consapevolezza, che tutto questo dipende appunto da impulsi elettrici che ci attraversano il corpo quanto da ciò che abbiamo mangiato prima di addormentarci è davvero molto, ma molto demotivante. Anche i sogni quindi, ultimo rifugio di noi ineffabili realizzatori di pensieri fuori ogni più solida convinzione, ci sono ostili.
Da un momento all'altro possono diventare incubi e con la stessa felicità con il quale si sperava di fare un bel sogno, accogliamo l'evento del risveglio. Sognare non ce lo nega nessuno, solo che anche questo è difficile e complicato. Dividere i sogni dalle utopie, dividere ciò che ci può fare stare bene da ciò che vogliamo che ci faccia star bene, ciò che ci potrà rendere felici da ciò che crediamo ci renda felici, anche questo è un arduo compito, che dobbiamo eseguire, regole fondamentali per essere veri sognatori e non farneticanti utopistici persi nella nebbia che circonda la felicità. I sogni non fanno la felicità, ce la fanno idealizzare, la rendono concreta. Ci danno la possibilità di immaginare un vissuto futuro migliore del vissuto presente e passato. Altrimenti sarebbero totalmente inutili. Quindi non i sogni non sono ciò che vogliamo, ma sono ciò di cui abbiamo bisogno. Sono una manifestazione dell'incompletezza del nostro essere, della nostra persona, del nostro corpo e del nostro animo. Rappresentazione fugace dei sentimenti e dei desideri capaci di soppiantare la malinconia che ogni tanto si mette di traverso tra noi e la gioia di vivere quello che abbiamo. Quello che siamo. Io ho il mio di sogno, spero.

"Benvenuto nel mondo degli adulti" m'han detto

Insomma è vero, sono grande. Sono cresciuto, sono consapevolmente una persona capace di agire, intendere e volere. Peccato, era bello infondo, stare lì con l'unico problema di non riuscire a realizzare i sogni, i miei sogni. "Whit or whitout you" U2 sta finendo in questo momento, dal mio portatile da battaglia, una cosa stranissima è che uso un programmino per ascoltare la musica qui sopra, un programmino capace alla sola vista di rimandarmi indietro con la mente di anni e anni, annullando tante cose che sono successe. Erano i tempi di Winamp e Napster, della connessione a 56k, di Windows 98, della scuola elementare e di Topolino. Super3 e Yattaman con la posta di Sonia ovvio. Il gameboy color e le cartucce, le batterie a non finire sparse per casa, la Playstation modificata e fifa insieme a tekken 3. La prima canzone che ho scaricato fu' una sigla, quella dei pokémon ma non era la versione italiana, ma bensì quella inglese\americana, molto ma molto più bella di quella nostrana fidatevi. Saranno passati forse dieci anni, ma nemmeno, arrotondiamo a 9. Esattamente la metà della mia vita in pratica. 18 anni e devi essere pronto a conquistare il mondo o almeno quel pezzetto di mondo sotto l'uscio di casa. La scuola, ti prepara a questo dicono, insieme agli amici e ai genitori. Detroit rock city è quello che sto ascoltando in questo momento. Da un giorno all'altro, dovremmo tutti noi essere belli pronti ed imballati per essere consegnati in mano a "mamma vita" che deciderà da quel momento in poi il bello e il cattivo tempo della nostra esistenza, così è perché così vogliono. I genitori, i parenti, i professori che per anni ti sono stati dietro insieme a tutta la società dei così detti adulti. Ma noi che ci siamo appena ritrovati in questa stramaledettissima dimensione possiamo avere il tempo non tanto di capire dove andremo a finire ma almeno di finire, completare, il nostro percorso "adolescenziale" che in modo alquanto infimo, ci vogliono far concludere con il diploma, con i così detti esami di maturità. Come a dire finita una strada (non obbligata o quasi) sarai comunque fregato e direzionato per il resto della vita comunque. Come a dire che per magia, un immaturo diventa maturo nel giro di poche settimane ed invece un maturo non possa concedersi dei momenti di stacco dal mondo. Lasciar scorrere per un po' sarebbe la cosa migliore no? Su questo tema, infondo non ho nient'altro da dire, ma siccome non ho ancora molto sonno mi metterò a leggere per un po' e poi forse mi rimetterò a scrivere qui sopra. Altro giro altro discorso.

mercoledì 11 agosto 2010

4:04 e la menta va e la mente viaggia ...

"Forse è un po' tardino ... ma effettivamente al momento me ne frega ben poco ... sto tanto bene così ..." Questo ho scritto poco fa' sul mio personalissimo stato su facebook, ed è effettivamente così, sto per terra con accanto il libro al quale sto dedicando le mie attenzioni in campo di lettura, con intorno qualche accenno di calcinacci donati con tanto affetto dai miei carissimi vicini del piano di sopra, appoggiato al muro sotto la finestra che da sulla casilina ormai libera da ogni volgare rumore giornaliero, accompagnato dal solo rumore della fontana dei giardinetti e dalla musica che esce dalle seppur piccole, ma sempre fidate casse del mio piccolo portatile da combattimento. Oasis, questo è quello che sto ascoltando in questo momento e ci stanno un meraviglia, sono stati preceduti da Rolling Stones, Beatles, Cranberries, Bob Dylan, Nirvana, Articolo 31 e Pearl Jam, ma di loro degli Oasis intendo ho dopo tanto tempo deciso di ascoltare l'intero cd del quale da tempo avevo molte canzoni, alcune in versione live, che mi furono passate tramite msn e che per una sorta di "memorabilia" della storia che li ha portati a me, quei file intendo, non cercai mai nient'altro di tale gruppo, ne tanto meno ne ho ascoltato altre canzoni. Effettivamente è una strana e lunga storia, quella che mi ha portato alla conoscenza del gruppo dei fratelli Gallagher da Manchester. Una storia che non penso sia molto interessante da raccontare, anche se in passato ne ho accennato (molto passato) anche su questo blog, ma che comunque facendo ormai parte di me, si può benissimo ritrovare in molti dei miei sfoghi da scrittore notturno convinto di fare qualcosa di buono almeno per se stesso, senza sperare di farlo per altre persone. Oggi non ho imparato un bel niente, è stata una giornata dedita allo più sfrenato spreco di tempo, come se ne avessi a volontà da buttare, come a dire "godi popolo per oggi mi sono tolto dalle scatole" (avrei potuto benissimo scrivere in termini più volgari e diretti, c'è un però e questo però è che sto in un tale momento di beatitudine che non mi va di volgarizzarlo e sporcarlo, me lo voglio tenere bello pulito come un gioiello ...) e devo dire che sembra che il mondo, la mia mancanza non l'abbia accusata per niente e devo dire che si da un certo punto di vista mi dispiace un po', ma da un altro punto di vista è un sollievo che non vi potete immaginare, certo non sono nessuno, nessuno che conta almeno e proprio questo mi permette di essere ogni tanto libero dal compito di stare al mondo, dandomi la possibilità di tirarmene fuori estraniandomi da tutto e tutti. Esistendo, come fossi un ruscello di quelli che ci sono e non ci sono, libero e puro senza alterazioni di sorta. Nessun litigio, nessun complimento, nessun grazie, nessun prego ... niente ... insomma un Matteo puro e cristallino al 100% come non se ne vedono spesso da tanto tempo. Tempo, quando si sta bene non se ne ha mai abbastanza, sono le 4.20 passate ma manca ancora qualche canzone alla fine dell'album, cercherò di resistere ancora per qualche pezzo, almeno fino a morning glory, passando per she's electric. Dopodiché tutto il resto sarà noia, anche il sonno, dormire, sarà più noioso e meno liberatorio del solito, perché nonostante già ricomincino a passare cammion, autobus e quant'altro su questa maledetta strada, il mio senso di beatitudine è ancora inalterato. Pensare che sta sera non sapevo cosa scrivere, ma invece ecco qua, ispirazione, la musa ha colpito ancora, per vie traverse, ma ha colpito in pieno. Eccola "She's Electric". Mette il sorriso, o almeno me lo mette a me, l'introduzione, l'inizio su tutta la canzone, ma adesso sto pensando ai Beatles, una "Hey Jude" sarebbe perfetta ora. No fra poco c'è "Morning Glory" e in più il ritmo di quest'altra canzone mi ha preso. Quattro post, in tre giorni se non sbaglio ... forse mi sbaglio non lo so, comunque in questo momento sono le 4.30 ora mi posso permettere di stare qui a scrivere e a volare con la mente nel frattempo penso a quando forse un giorno mi dovrò svegliare, proprio a quest'ora per andare a lavorare, per portare qualche soldo ed un pezzo di pane a casa, magari da solo, con una vita squallida e triste. Nello stesso pensiero invece mi vedo sempre sveglio a quest'ora, magari sempre steso per terra, con questo stesso portatile, nella mia casa, con un lavoro che mi permette di fare questi orari e che proprio per questa mia attinenza riesco a dare il meglio di me stesso, magari proprio scrivere chissà. Magari, ascoltando musica da queste casse ormai provate dal tempo sveglierò qualcuno ed eccolo lì quel nanetto che mi assomiglia in un modo maledettamente perfetto, ed io che lo prendo e lo riporto a dormire o almeno nella speranza ...

Ancora una visione, eccomi fra qualche anno, molti anni, con la faccia triste, ho rinnegato tutto ciò in cui credevo, la musica anche quella niente più. Evidente mente ho preso qualche bella tranvata come dicono a Roma, bella forte aggiungerei. Diventato scontroso non per necessità occasionale come ogni tanto mi capita, ma scontroso e maleducato per modo di essere, per non essere avvicinato, perché meglio solo che male accompagnato. Ecco la fermata, scendo dal pullman, lo riconosco è un pullman dell'atac, mi vedo lì a per Roma, ne sono certo sono lì ma perché? Soprattuto come? La libreria? Cosa ci faccio lì? Forse girarci dentro è rimasto il mio unico sollievo in una vita futura che è stata poco prodiga di soddisfazioni e che mi ha elargito solo delusioni e cantonate?

Sono le 4.40 è meglio che vado, che chiudo, che scendo dal mio piedistallo e che mi accinga a tornare con i piedi per terra belli saldi aspettando che il destino si compia e che il futuro diventi storia e che domani diventi passato.


martedì 10 agosto 2010

Ero ... insomma ... stavo ...


... stavo lì sdraiato, sul pavimento, disteso insomma rilassato, a fissare il vuoto rappresentato da quel soffitto bianco pieno di crepe.
Eppure, nonostante la polvere mi sembrava di stare nell'Eden, può il paradiso terrestre essere trovato sul pavimento della propria camera, fissando un vecchio soffitto che perde pezzi di intonaco e con un lampadario che prima o poi mi finirà per cadere sulla testa?
Credo di no, infondo era una illusione come ce ne sono tante, come ne troviamo tante nella nostra vita.
Credevo di aver trovato il paradiso, invece ero solo troppo pigro per trovarmi un posto migliore.
Oppure più semplicemente, per quanto strano e scomodo possa essere, era il mio posto, senza se e senza ma. Il mio.
Perché trovare, capire, quale è il proprio posto ed il proprio ruolo nella vita e nelle relazioni di tutti giorni è un compito assai arduo. Possiamo accettare semplicemente il ruolo che ci viene dato in modo molto semplicistico ed indolore, altrimenti possiamo metterci in testa di trovare il nostro di posto, il nostro ruolo e il nostro compito. La nostra destinazione, del viaggio, che facciamo seguendo la strada tortuosa che chiamiamo vita.
Ora invece sto qua a dare sfogo ai miei pensieri, curioso se mai qualcuno ne verrà a conoscenza.
Incuriosito dal perché fino a pochi giorni fa non riuscivo ad esprimere taluni concetti mentre ora mi sembra di essere un maledettissimo gayser islandese che non ha abbastanza pressione da fare concorrenza al più nostrano Etna.
Eppure anche visto il tema del discorso, il motivo è sempre quello, l'ho detto più e più volte è strano come per riuscire a trovare l'ispirazione la mente debba fare certi strani percorsi.
Ancora più strano è ciò che ci devono dire i nostri sentimenti in primis seguiti dal nostro spirito che veleggia oltre gli orizzonti della nostra ristretta mente e del nostro corpo.
Il cuore, si dovrebbe fermare, in questi casi, per così avere una vista più chiara e razionale ed invece non può, batte, batte, batte, batte senza mai fermarsi, continua a correre ininterrottamente, facendo sì che i pensieri si riempiano di passione e ritmo, di idee, insomma che le lucide e fredde affermazioni possano infuocarsi e prendere fuoco, rischiando si di fare danni come il peggiore degli incendi, ma mettendo anche quel gusto, quel qualcosa in più che lega le idee alle parole, i pensieri ai sentimenti dando un senso a tutto questo.
Ognuno, di noi ha modi differenti, (che magari nel tempo cambieranno) per poter accedere a tutto questo, io per ora ho avuto tale fortuna (o sfortuna ... sarà solo il tempo inesorabile giudice delle nostre azioni a decidere se avrò fatto bene o male, se sarò stato fortunato o sfortunato insomma). Ora dico, a voi che forse starete leggendo e che in tal caso spero avrete seguito tutto il filo del discorso, se lo trovaste questo "modo" e ve ne rendeste conto, sareste capaci di metterlo a frutto? Io non vi parlo di mettere giù quattro pensieri che ci passano per la mente come fossero letterine che si vogliono far leggere ( o si spera di far leggere per vie traverse) ad amici, amichette, spasimanti, preti confessori, madri, padri, cani, gatti e quant'altro. Ma qualcosa di più profondo come cerco di fare io qui, su questo blog, dove almeno per lungo tempo non ho mai sopratutto per i pensieri più profondo cercato l'approvazione di qualcuno ne tanto meno solo per il gusto di mettere in piazza ciò che di più profondo mi passa per la testa, altrimenti invece di sprecare da anni tempo qui sopra bastava fare qualcosa su facebook, (infondo anche lì ho la mia paginetta sconosciuta dove ogni tanto faccio qualche link personale, anche se da tempo non ci vado e comunque non si va oltre i 150 contatti) come fanno un po' tutti oggi. Tanto è vero, che di veri e propri lettori, che sanno di questo blog sono in tutto due, a cui io ne ho parlato e se ne ho parlato proprio a loro non è tanto per la fiducia che gli ripongo ma è perché i discorsi, le parole, che abbiamo condiviso sono arrivate anche se magari in poche occasioni ad un livello tale che se anche dovesse finire tutto, sarei fiero di sapere che hanno una porta sempre aperta rivolta verso i miei pensieri.
Eppure, eppure ho una sensazione, una brutta sensazione, che proprio per questo, tanto più per quanto ne ho parlato in precedenza, possa aver io stesso causato danni come ho più volte detto nei post antecedenti a questo.
Sono stato fortunato, fortunatissimo a trovare tale e grandissima ispirazione, ma se per caso un giorno dovesse venire a mancare, tutto questo mi venisse "tolto", come potrei tenere tutto questo, chiuso in pratica, ingabbiato dentro di me.
Una volta trovata questa strada con quale ... quale ... coraggio, mi si potrebbe venire a dire che tutto ciò è sbagliato? Forse è un crimine riuscire a dare un senso a tutto ciò che si pensa? Posso io, povero ed inutile essere umano, con poca stima di se avere nelle mie parole, con i miei pensieri creare un danno tanto grande a qualcun altro? Se succedesse a voi lo stesso? Cosa pensereste?
Io ... io so per certo, che mai, come in questi mesi (almeno credo), ho sognato, sperato, desiderato, lottato, espresso, idealizzato, pensato e parlato.
Per più e più motivi differenti, certo devo ammettere che molte volte è stato fatto per lo stesso motivo, con scopi differenti, ma non solo per quello.
Ed ora, ora riesco a ruota libera a dare sfogo a tutto questo, ebbene signori miei mi sento come se stessi seduto sopra un maledettissimo trono di marmo in cima al mondo, il mio mondo.
In questi momenti, in cui scrivo e mi confido è proprio così che mi sento, artefice del mio piccolo, odioso ed insulso mondo. Contorto anche,
Forse nell'ultimo anno ho vissuto tante belle esperienze quasi quante ne ho vissute in tutto il resto della mia esistenza, certo ancora oggi le esperienze, brutte e pesanti da ricordare la fanno da padrone, ma diciamo che quest'annata fin'ora, nel bene o nel male, ha avuto un bel effetto sedativo. Forse perché questo è l'annata in cui ho compiuto 18 anni, sono diventato maggiorenne, ho preso la patente e tante altre cose. Forse perché proprio allo scadere del tempo ho capito, come andava vissuta, la vita prima dei fatidici "18" così un po' alla rock 'n' roll un po' alla blues, con quelle sfumature di metal con tanto di spinta (e questa c'è da sempre) rivoluzionaria in stile punk che non guastano mai. Allora così via che riuscendo a rimanere sempre coerente con me stesso sono riuscito a vivere così come mi piace dire a me "rock 'n' roll" questi ultimi mesi di vera e propria gioventù, ed esserci risuscito proprio sul filo del gong mi da una grandissima soddisfazione.
Le cose da fare sono ancora tante, i sogni da realizzare, le idee da creare come lo sono anche i pensieri da mettere su, ma la strada è ancora tanta ed il tempo spero lo sia ancora di più. Ho paura, di quello che mi potrà succedere da adesso a domani, dopo domani e via dicendo, come la avrò per tutta la vita, ma infondo questo pizzico di paura, serve, fa bene è più salutare di tanta sicurezza. Certo un pizzico di paura non troppa è ovvio, ecco questo pizzico mi aiuta a prevedere i possibili pericoli, a pensare ad alternative e soluzioni, addirittura mi fa pensare a cose fuori da ogni contesto e senza nessun senso e ne sono contento anche se più di qualche volta mi proprio questo pizzico mi fa passare qualche notte insonne o mi fa andare per traverso una bella bibita fresca.
Ho paura che i rapporti finiscano e si chiudano. Ho paura delle conseguenze e di quello che potrei provare, ma sono fiducioso che in tal caso, prima o poi troverei una nuova via per me, per la mia vita e ricominciare a camminare su di essa.

lunedì 9 agosto 2010

Tante cose ...


che mi stanno frullando per la testa ...

Bella giornata, all'inizio, si va e si gira, si scopre e ci si incuriosisce, bello.

Verso la fine arrivano i dubbi, le domande rivoltano le certezze, progetti messi su poche ore prima spazzati via.

Poi ... e poi non essere capito, non essere compreso, ormai bloccato da maschere e quant'altro di più triste ci sia e la cosa triste è che proprio chi ti dovrebbe conoscere più di chiunque altro ti rende la vita ancora più aspra di quanto già non lo sia.

Non l'ho mica chiesto io di fare parte di questo gioco che chiamiamo vita, mi ci sono ritrovato e fin dall'inizio c'è stata più di un occasione per la scritta game over.

Mi ci sono ritrovato, in teoria non dovevo nemmeno esistere da quanto dicono, figlio di un incidente e un pacchetto di sigarette.

Fin da quando sono nato ho dovuto lottare, oggi come ogni giorno, la battaglia continua e vorrei tanto arrendermi solo per potermi finalmente fermare. Ma invece no, non è una semplice battaglia è una missione, impossibile, nemmeno per sogno.

Non sono stato cercato, non sono stato voluto eppure sono arrivato fino qua, non chiuderò mai da solo questo gioco ma almeno datemi il permesso di incazzarmi se esisto, nell'inesistenza sarei stato molto meglio ma ora ... non ne posso fare a meno, di esistere, insomma di essere.

Esistere è diventata la mia missione, sensazioni e sentimenti sono la mia droga.

La mia aria sono le idee e la musica è il cibo. Il pensiero è la mia acqua e nel suo infinito me ne abbevero.

Datemi musica e mi farete felice.

Datemi idee e ne sarò contento, datemi un pensiero ancora più contento.

Datemi sentimenti e sensazioni e sarò vivo.

Datemi tutto questo ed io esisterò.

Così forse il mio "stare" qui avrà un senso, il mio personale senso della vita.

Altrimenti ... beh altrimenti partire viaggiare, azzerare tutto e infilarmi (come ho fatto con la vita stessa) in un nuovo tessuto, assorbirne l'energia per poter andare avanti, facendo pari con il destino, lui mi ha infilato nella vita, io mi infilo da qualche altra parte.

Fuggire, dalla vita programmata per noi, da noi, fuggire dall'ovvio e dalla staticità della quotidianità della vita e delle idee che piano piano iniziano a perdere senso e colori.

Cercare qualcosa, anche una sola "vibrazione" di vita per dare un senso alla mia.

In certi giorni non solo io mi sento morto, ma mi sembra che tutti intorno a me lo siano. Non per cattiveria ma semplicemente perché è come se fossimo scollegati e non essendo legati è come se non esistessimo a vicenda, non esistendo non viviamo. Siamo vivi si ma per noi stessi.

Libertà di essere e di esistere, questo chiedo. Libertà anche quando voglio di non esistere di tirarmene fuori, per riflettere ed osservare, capire da lontano problemi e conflitti visto che di solito le cose viste da una certa distanza sono viste in modo molto più chiaro che viste dal dentro. Proprio per questo motivo, per capire la vita ho il bisogno a volte di uscirne fuori.

Ciò non toglie che ne voglio far parte, voglio esistere, per ora vivo e basta. Non penso più ad essere felice, penso solo ad essere vivo.

Infondo è solo un fatto di prospettiva, questa per ora è la mia, se qualcuno ha qualche altra idea in tal proposito me lo faccia sapere.


domenica 8 agosto 2010

Continua ... riflessioni sul post precedente....

Paura, paura anche perché mi sono preso ed ho una responsabilità ... non si possono cambiare le carte in tavolo nel bel mezzo del gioco. Perché non un gioco è la vita.
Vita che è condivisa, da noi con altre persone e noi abbiamo la responsabilità di quello che succede nella vita altrui, altrimenti perché credete che si soffre nel mondo? Se non fosse così saremmo tutti felici. Anche senza avere il bisogno di realizzare i propri sogni perché sognare non servirebbe. Non ci sarebbe il bisogno di rifugiarsi in speranze lontane quanto la terra dalle stelle più splendenti che cerchiamo di raggiungere giorno per giorno.
Io nemmeno, ne avrei il bisogno ... forse perché infondo qualcosa di così difficilmente lo potrei "quantizzare" in lettere, parole, frasi ed infine pensieri.
Agli occhi del mondo e della storia, in questo momento, non sono nessuno, sono solo uno che parla di se stesso e di quello che prova come tanti altri, ma per me di fronte ai miei occhi sono per una volta, uno che pensa a se stesso, che cerca di risolvere solo il suo problema, infondo me l'avevo detto "vedi di riprenderti" prima dei saluti.
Ed eccomi qua, questo è il modo che ho trovato per ora egoisticamente. Sperano però che questa unica volta in cui sono stato egoista, non abbia creato danni di qualsiasi tipo e che anzi, possa portare ad un livello più alto tutto.
Un livello ancora più puro e sincero, dove quasi mai nessuno uesè mai arrivato, se non davvero nessuno mai. Ci si può provare è un impresa ardua ma è un mio dovere, provarci e se così non fosse dovrei rimpiangere tutto quello che ho fatto, compresi questi due post di questa notte per tutta la vita ed oltre, perché anche dopo questa vita, non credo di trovare molto di meglio ... anzi ...

Dov'è ... dove è finita ...

... la mia ispirazione, dove è finita ... giorni fa' a quest'ora avrei scritto tantissimo.
Se pur bloccato da mie personalissime remore, o paure che dir si voglia, avrei scritto avrei parlato. Invece ora, da tanti giorni sono solo bloccato. Non trovo il "come" ne tanto meno il perché. Insomma l'ispirazione ... la mia dove è finita? Ho presentimento, terribile ... ma che infondo ho sempre sospettato. A conti fatti, visto anche da quando ho ricominciato a scrivere qualcosa ... beh la mia ispirazione con tanto di musa alla Dante Alighieri (ma pensa te) sta tanto, tanto lontano, circa 2.000 Km a Nord Ovest. Infondo me lo sono sempre sentito, per un motivo o per un altro tutto questo, tutto ciò che ho scritto è merito di cotanta ispirazione e ho paura.
Si ho paura che questa ammissione, questo mettermi faccia a faccia con la realtà ... che si insomma, che tutto questo possa portare a dei grandi quesiti, domande.
Domande che infondo, il mio inconscio mi ha posto quasi ogni notte o almeno tutte quelle insonni di sicuro, ogni sogno di cui posso aver memoria. Ed in tempi più o meno recenti, la quasi totalità di momenti felici e momenti tristi. Per motivi differenti avvolte, ma pur sempre con la stessa radice.
Allora alla luce dei fatti, io chi diavolo sono? Che diavolo ho fatto tutto questo tempo?
L'onestà è un grande fardello da portare, molto di più di bugie o altre omissioni.
Mi sento "sporco" e disonesto, con me stesso e con ... con qualche altra persona .
Già adesso, confidando queste parole allo sterminato buco nero che è internet che tutto risucchia, va quasi meglio. Ma tutto ciò non toglie, non elimina, quello che ho pensato, che ho provato, di cui ho avuto paura, di cui sono stato felice e che ormai si fa' sempre più pesante e più presente in ogni giorno e in ogni pensiero.
Mi ero fatto una promessa, anche per evitare di soffrire certe pene.
Mi ero fatto una promessa, per evitare di avere paura.
Mi ero fatto una promessa, per essere sicuro che tutto ciò non sarebbe mai finito.
Mi ero fatto una promessa ed ogni giorno lotto con me stesso per mantenerla.
Mi sono fatto questa promessa perché so' che se pure non la mantenessi, la situazione sarebbe solo peggio, ci perderei su tutti i fronti e non voglio.
Se solo potessi essere certo di sbagliarmi. Invece è tutto il contrario. Vita maledetta.
Scrivere qui equivale ad una confessione. Da pentito. Ma non mi pento perché fino ad oggi ho avuto tanto.
So solo che se fino ad oggi tutto questo era rimasto segreto e nascosto da quando lo darò in pasto al mio "Senza Filtro" sarà tutto reale, gli avrò dato forma e da quel momento non so' cosa accadrà.
Se il tempo a nostra disposizione fosse infinito ... peccato che non lo è .
Infondo io ... ora come ora ... sto parlando di qualcosa che non c'è ...
In quello che non c'è ... ci nuoto dentro da sempre.
Forse in modo vigliacco, continuo a cercarlo ...
Io, io sto iniziando a perdere i fili, non riesco più ad avere il controllo, mi sono fatto e tutto ora sono trascinato, dagli eventi, dalle emozioni, dai sentimenti e dalle parole. Sono diventato un maledetto burattino in mano di chi? Di cosa?
Ecco, l'ispirazione già sembra essersi riaccesa. Esserne così tanto dipendenti, è dura, molto dura, ma è anche qualcosa allo stesso tempo di profondo ed inebriante come perdersi in cielo stellato di notte, stando immersi nel mare, in modo che sembri in tutt'uno con il cielo stesso, facendomi portare qua e là da ogni onda che passa, scoprendo nuovi lidi e nuovi scogli.
Poi arriva, arriva la luna che illumina tutto. Illumina lo specchio del mare, riflettendosi su di esso, facendomi luce e mostrandomi quanto ancora è infinito il cielo e quanto altrettanto lo sia il mare.
Posso rimanere così immerso nell'infinito perdendomi tra le sue onde, oppure posso provare ad avvicinarmi, posso uscire, per cercare. Cercare cosa? La mia maledetta ispirazione.
Si proprio quella che da lì, dal caos dell'infinito del tempo e del pensiero, delle idee e dei sentimenti posso solo aspirare di avere. Al massimo la posso vedere, da più lontano di quanto non si possa immaginare, da troppo poco vicino di quanto vorrei.
... vorrei ... parola eccessivamente egoista. Non posso solo volerlo, forse desiderare è la cosa giusta, perché infondo i desideri sono sogni ed entrambi non si realizzano sempre, così che partendo da questo presupposto io non possa rimanere deluso.
Sto rileggendo quello che ho scritto e anche quanto ho scritto.
Questa ne è la piena conferma, se non avessi dato sfogo a tutto questo discorso difficilmente avrei saputo scrivere altro. Perché infondo cos'è l'ispirazione? Quella che anticamente come ho detto prima veniva chiamata ed idealizzata nella "Musa". Una mia idea oramai, nel tempo me la sono fatta. Non è nient'altro che la chiave. La chiave del proprio IO più profondo, di quello che noi chiamiamo sentimenti. Senza questa chiave, non si va da nessuna parte.
Ed io l'avrò davvero trovata? Perché se così non fosse tutto questo sarebbe solo una grande e gigantesca martellata sulla mia "vita". Ed in più del tutto inutile.
Ma no, infondo, se vado a rileggere, tutto ciò che ho scritto di più bello ed intenso in modo o nell'altro sempre lì torna. Sempre lì su lontano, tanto, troppo lontano anche quando è più vicino.
Da qualche giorno mi manca l'aria, insomma l'ossigeno.
L'ossigeno da bruciare per andare avanti per le idee e tutto il resto.
Ho una fottuta paura, di aver sbagliato tutto fin dall'inizio. In tutto questo tempo e tutt'ora in questo momento, ho una egoistica paura di stare male.
Quello che ho costruito però sono sicuro che non è un castello di carte.
Tutto ciò che ho fatto ho detto è sempre stato sincero e "puro" termine che oggi è davvero difficile da usare.
Ma ora, ora che sempre più mi rendo conto che cosa è la vita, tutto si è amplificato, i sogni e le paure che prima erano sporadici sono diventate presenze fisse ... addirittura "visioni" se così si può dire ...
Se sono stato bene o se sono stato male alla fine è sempre per lo stesso motivo.
Credo.
Anzi ne sono sicuro.
Più di qualche volta mi è stato chiesto "perché stai così?" " permettimi di aiutarti come hai fatto con me" o giù di lì ... ed io che avrei potuto dire se non quello che ho sempre detto "non posso, ora non posso, quando ci riuscirò te lo dirò".
Cosa altro avrei potuto dire? Che sono rimasto ingabbiato in tutto questo?
Sopratutto che non avrei mai nemmeno voluto finirci, proprio perché so' già da me che quello che ogni notte in ogni sogno inseguo non può che rimanere tale?
Diavolo sto "lacrimando" per dire ...
Ma però ecco riesco a scrivere, riesco a continuare ad esprimermi ... anche prima ... non avrei mai provato tante emozioni e maledizione ho sempre quella dannata paura addosso.
Paura di ritrovarmi atterra. Da solo.
Si perché se prima bene o male lo ero ... tornare peggio di prima è un attimo.
Ho paura che tutto quello che è venuto su nel tempo e che tanto ma davvero tanto mi ha reso felice possa scomparire.
Forse ho fatto un errore far conoscere questo blog.
Perché so che l'unica strada per sollevarmi da questo peso come facevo anche tempo addietro è scriverlo qui sopra. Ma almeno prima lo scrivevo e rimaneva comunque "segreto" ora, prima o poi tutto questo non lo sarà ed ho paura.
Ho paura di aver tirato fuori la verità nascosta. Peccato che io non sappia essere un vero bugiardo.
Spero solo che nella peggiore delle conseguenze tutto questo possa solo fare piacere a chi forse leggerà questo post. Altrimenti saprò di aver rovinato una delle cose migliori della mia vita.