giovedì 30 settembre 2010

Permettendomi riflessioni spontanee su ciò che è, che sarà, che non sarà, che non esisterà e che vorrei, tanto più che non voglio niente almeno credo


Frammenti di sentimenti ci circondano, muri invisibili vengono formati da questi sedimenti personali.
Uniti da conoscenza lontana, parvenza di visione totale sulla persona che c'è davanti, ci dividono.
Fiducia oltre il muro, forse, altro forse, un'esplosione di paura innalza questi muri qualcos'altro li distrugge, qualcos'altro ci permette di oltrepassarli, sono muri inossidabili impossibili da buttare giù, solo qualcosa più forte della magia del pensiero convulso che può passare nella mente di chiunque per un singolo momento della sua vita.
Cos'è? Non lo so. Esiste? Non lo so.
Allora di cosa vado parlando?
Parlo, cerco di parlare di come alcune cose iniziano in un certo modo, continuano in altro, portano su altre strade, inaspettate, non volute come ci sei finito lì?
Oramai sei lì non volevi questo ma tant'è e infondo ne vai fiero anche se fa male, a volte. Perché oltrepassare quel muro è costato tanto molto rimane fuori, altrettanto passa all'interno.
Non è cosa da poco se è vera, se è riuscito. Se tutto è sincero, per alcuni può esser non solo ragione di vanto ed orgoglio ma addirittura motivazione pseudo-principale della continuazione della vita e della propria esistenza.
Ci somministra qualcosa che si spera ci convinca di altro, di quel che non c'è. Bugie piazzate lì davanti e che si buttano giù e diventano parte di noi.
Io? Io non so io sto qui, forse ce l'ho fatta, forse no.
Volevo? Chi lo sa. Cosa volevo? Il presente ha distrutto ogni forma di passato, c'è il presente, domani devo pensare a domani, non ho tempo di pensare al passato, un giorno forse. Non ora.
C'è qualcosa che scorre nello spazio, nell'universo che ci circonda è intorno a noi fluisce è una fonte di energia ma non energia fisica ... energia di spirito ... di voglia d'essere di esistere.
Ora forse esisto. Prima? Forse mi nascondevo. Domani il tutto sarà passato e si ricomincia da capo.
Essere quadrati, "ragionatori" razionali e poi perdersi in sogni e fobie.
Ottimisti inguaribili, sognatori per poi sbattere davanti alla realtà quadrata della vita.
Finti, fasulli senza arte ne parte, trasformarsi essere se stessi.
Frantumare il bianco, cancellare il nero, unire i colori qualcosa di nuovo ed unico.
Di unico come ciò che cerco, come quello che forse c'è, forse ci sarà ed un giorno scomparirà.
Sentimenti fiducia e tutto il resto, si affievoliscono con i giorni, con il tempo, con la mancanza ... l'assenza, chi dice che tutto ciò rimane invariato a distanza di tempo senza contatto mente.
La gente cambia, i pensieri cambiano e se non si assimila tutto ciò volta per volta il conto diventa troppo alto, i legami non reggono, le catene delle unioni si spezzano tutto finisce, i muri tornano vuoti all'interno forti all'esterno.
Il pensiero grigio, la mente liscia i ricordi inutili il futuro vuoto.
Non so cosa è il bene, ma sono sicuro di cosa sia il male, ma non so chi sono io e dove sto.
Capire trovare cosa ci vieta di essere e che ci consente di non-essere, siamo destinati ad esaurirci e lo sappiamo e ce ne freghiamo giusto così. Ma tanto è quella la fine che ci spetta, ci spegneremo e il nostro fuoco con noi, diventeremo piccole fiamme di ricordi sparsi nel freddo universo della vita passata.
Allora di fronte a tutto questo, alla fine di tutto io cosa dovrei fare?
Si io, perché egoisticamente ora come ora, in questo momento non mi sento il salvatore del mondo, se tanto meno prima non mi chiarisco le idee, sto bene o sto male?
Sono felice? Non lo sono? Come posso essere un dispensatore di consigli come spesso faccio se prima non lo faccio per me? Ah giusto ... è un classico è un cliché del perfetto "bravo consigliere"
quelli che "Perché riesco ad aiutare tutti e non riesco ad aiutare me?".
Fanculo io odio i cliché. Preferisco tirare avanti nell'ignoranza che che fare la parte di un altro pecorone che si dilania l'anima cercando il suo perché.
Vivo così perché è così ora. Ora è così perché ci sono arrivato da solo, senza nessuno, si senza nessuno preso a calci a destra e manca posso permettermelo di dirlo.
Vero non sempre sono felice da solo, ma è altrettanto vero che a volte per evitare di fantasticare troppo ... di sognare cose impossibili cose che mai e poi mai accadranno preferisco stare da solo ... con la mia musica, che da giorni sta cambiando significato e diventa ancora più importante per la mia metabolizzazione della mia variopinta vita a tinte grigie.
Non ha senso? Trovateglielo.
Scrivo per me, non scrivo per te, te e te. Per tutti voi nemmeno. Si per me, per me perché ... perché voglio così. Mi piace buttare parole sfogando ciò che altrimenti non saprei esprimere che anche così a volte faccio fatica a nascondere, perché è vero dirò anche tutto quello che mi passa per la mente ma so muovere bene le fronde degli alberi in cui mi nascondo.
Il fiume di parole che leggete non sono altro che il vento che le muove a mio piacimento, che sia giorno o notte, che ci sia la luce o il buio.
Luce, buio.
Vita, fine-vita.
Odio, verità.
Felicità, paura.


Cuore amore errore disintegrazione

Cuore amore errore disintegrazione
Cuore amore errore disintegrazione
Cuore amore errore disintegrazione
Cuore amore errore disintegrazione
Cuore amore errore disintegrazione
Cuore amore errore disintegrazione
Cuore amore errore disintegrazione
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Cuore amore errore disintegrazione
Cuore amore errore disintegrazione
Cuore amore errore disintegrazione
Uno dietro l'altro, conseguenza, azione del pensiero reazione fine.

Ad ogni azione consegue una reazione, ogni inizio a una fine.

Sogni, da realizzare, desideri, magia.

Ricordi, memoria storia difesa passato.

Equivoco, morte inizio ciclo.

Volontà, luogo ombra nascondiglio.

Illuminazione, vuoto assenza esistenza.


Cosa può fare il disco giusto, all'ora giusta sulla persona sbagliata. Questa ne è la prova.

Il disco per l'appunto si chiama Cuore amore errore disintegrazione.

martedì 28 settembre 2010

Pensando pensando ...

... non ci arrivo, non ce la faccio.
Vorrei scrivere di qualcosa, so' di cosa.
So il perché.
Voglio trovare il come più adatto.
Bruciare il tutto con un semplice, "è una bella cosa, sono contento di ciò" oppure con un semplice "non avrei mai pensato tanto ... " sarebbe inutile e nemmeno mi piacerebbe.
Parlare di fiducia, verità, sentimenti, pieghe inaspettate ed aspettate. Direzioni diverse e convergenze di intenti.
Perché dovrei sprecare tante parole per non dire niente? Per non trasmettere quello che davvero ho. Perché altre volte l'ho fatto? Perché poi quello che scrivo possa essere travisato? La risposta ad entrambe le domande è no.
Si tira avanti e si vedrà, ciò che sarà una volta che esisterà dovrà essere fiero portatore di quel pensiero, quelle parole onorate di aver composto tali frasi e chi leggerà dovrà chiedersi semplicemente il perché.

Deep Day


Ed è così che ti ritrovi, solo al centro del mondo con il pensare che è diventato opzionale, variabile non lineare, incostante contrastante con tutto ciò che c'è intorno.
In quel momento dopo tanto camminare, dopo tanto cercare con la luce che ti sbatte in faccia è davvero profondo giorno.
Oramai qualsiasi pensiero può essere scialbo come lo può essere solo un pezzo di polistirolo ed in un attimo trasformarsi in un incubo di matrice psichedelica al livello che lo spazio inizia a distorcersi in base al tempo.
Profondo giorno quando tutto è chiaro e niente lo è, ogni dubbio è certo, ogni certezza non è più tale.
Lo sarà forse un altra volta, in un'altra data, in un altro posto ... in un altra persona, chi verrà colpito da questa maledizione?
Allargate il pensiero, distorcete le menti, chiudete gli occhi ed ascoltate, ascoltateli, i vostri sogni ed i vostri incubi che vi parlano e vi sussurrano, vi si materializzeranno davanti come niente fosse e allora dovrete batterli, ma come?
Per batterli, i vostri incubi, le vostre paure, diventate parte di loro, assimilateli e combatteteli!
Immedesimatevi nel ruolo, nella situazione, io faccio così e il più delle volte sto maledettamente male ... ma dopo che ha funzionato, dopo che ho resistito ho vinto non me ne curo più e se torneranno vuol dire che non l'ho fatto bene, ritenterò, ne prendo atto e ricomincio, non mi faccio fregare dalla paura.
Perché ne ho tanta sempre, ormai ci convivo, si cambia di vestito ogni tanto e ride, ride di me mi ride in faccia, mi si presenta davanti mi parla ... mi sussurra ... mi ricorda ...
Ed io inizio a darle ragione, perché infondo sono io che le ho dato vita, sono io che la sostengo ... non posso farne a meno ... ma questo infondo mi serve è utile. Mi tiene sempre pronto ad ogni evenienza ed anche la più grande delusione verrà assorbita in tempo minore e nel modo migliore.
Distruzione delle parole, frammentazione dei pensieri, unire pezzi che altrimenti sarebbero a pezzi soli, per creare pezzi unici, pensieri unici.
Deep day is just another day.

lunedì 20 settembre 2010

L'arte ...

... è pensiero che esce dal corpo ne più ne meno come lo sterco ...


Citazione da - Andate tutti affanculo dei Zen Circus -

Alle 5.47 di mattina è più che dovuta signori.

Però visto che tutta la canzone merita vi lascio testo e video.

Al cinismo più bieco e posato
tipo quello da cantautorato
esser stronzi è dono di pochi
farlo apposta è roba da idioti

A chi è andato a vivere a Londra
a Berlino, a Parigi, a Milano o Bologna
ma le paure non han fissa dimora
le vostre svolte son sogni di gloria

A chi critica, valuta, elogia
figli di troppo di madre noiosa
l'arte è pensiero che esce dal corpo
né più né meno come lo sterco

Alle donne, agli uomini ai froci
vi amo, vi adoro e ricopro di baci
corpi ignudi sgraziati o armoniosi
perdenti per sempre perfetti per oggi

A voi che vi piace di farvi fregare
dai nati vincenti, dal navigatore
dalla macchina nuova e dal suo fetore
dalla prova finale dall'uomo che muore



A lot of question


Un nuovo inizio non è possibile senza una fine. Allora mi chiedo se l'inizio è la conseguenza della fine, ma senza l'inizio non ci sarebbe la fine alla luce di tutto questo non siamo forse tutti vittima di un grande ed unico circolo e ricircolo di esperienze? Per qualcuno potrebbe essere una "truffa" ci raccontano che la vita è unica di guardare sempre avanti, ma se il mio domani corrisponde alla fine del mio ieri? Come si può scegliere l'alba senza pensare al tramonto e al buio che ci separerà per tutto quel tempo alla nuova venuta del sole?
Allora sono sbagliate le scelte passate o sono le scelte presenti, che a volte rinnegano quelle passate a proiettarci verso un nuovo futuro?
Si perché, se ci penso mi viene da pensare che se le scelte di ieri erano giuste ieri, erano giuste oggi perché non lo devono essere domani? Perché a volte dobbiamo rivoluzionare tutto? Perché abbiamo sbagliato prima, magari non ce ne accorgevamo ma avevamo sbagliato.
Credevamo che era la cosa giusta da fare, non lo sapevamo che oggi sarebbe stata sbagliata, succede.
Succede anche, a volte, che si dobbiamo fare quella cosa, realizzare in concreto quella fantasia che tanto ci ha colpito la testa a martellate, non possiamo resistere dobbiamo anche se sappiamo che fin da subito sarà una scelta che molto probabilmente sarà sbagliata e ci darà delle conseguenze non indifferenti nei casi peggiori.
Nessuno è profeta, nessuno è portatore di verità assolute, ci sarà sempre qualcuno migliore di noi sotto un qualche punto di vista, sotto un certo aspetto ... ci sarà sempre qualcuno a riprenderci e qualcuno a farci i complimenti.
"Ti odio" allora si può benissimo trasformare in un apprezzamento, in un ringraziamento che si vuol negare ma che in qualche modo vogliamo dare. Ti odio può trasformarsi in un grazie in un secondo. Perché quel ti odio nasce dal doversi confrontare con la realtà dei fatti, con ciò che si vuole evitare, ti odio perché il grazie non si vuol mostrare a chi ti dà tanto da pensare anche troppo. Ti odio perché altrimenti nemmeno si parlerebbe giusto? Quelle due piccole parole possono significare tanto quanto una dichiarazione, quanto un saluto ... quanto tante cose.
Perché odio non può esserci verso chi ci mette davanti a delle domande e ci costringe a cercare delle risposte.
Ti odio, perché alla fine l'ispirazione mi è venuto su questo, il discorso ancora una volta è nato così ... ispirazione si ... ti odio.
Scelte, domande e risposte, questo incontriamo nella vita e anche quando sbaglieremo, quando non ce la faremo insomma quando ne avremo bisogno ci sarà sempre qualcuno, anche una sola persona lì che magari nemmeno ci risolverà i problemi ma per lo meno ci fa andare avanti, altrimenti l'unico antidoto è quel "Ti odio" ripetuto a profusione ed odiare qualcuno infondo come ho cercato di dire è inutile e superfluo. Se davvero una persona ci dà fastidio bé a quel punto l'unica cosa è l'indifferenza, l'eliminazione dal pensiero, la cancellazione dal processo che porta le idee e i sentimenti dritti a noi.

Il mio modo vigliacco di sperare che ci sia quello che non c'è

Se qualcosa, non c'è lo si può creare dal nulla? Come possiamo arrivarci se non c'è la strada? Come possiamo anche solo pensare di "sceglierlo" se non c'è speranza che esista ciò che vogliamo?
Eppure lo facciamo, questa è la prova stessa che infondo siamo pazzi. Solo i pazzi vedono ciò che non c'è ... oppure ... chi vede ben oltre l'orizzonte del tempo, dello spazio. Si chi vede a domani con gli occhi e con la testa e il cuore non è rimasto ad oggi. Allora si che forse si può vedere quello che non c'è.
Siamo vigliacchi o ci piace solo sognare? Qual'è il confine?
Essere realisti si può pur restando con i piedi per terra?
Possiamo credere di essere in una favola quando in realtà ci troviamo in thriller?
Ieri, oggi, domani ... perché aspettare che l'oggi diventi ieri e che il domani diventi oggi se oggi è adesso?
Perché è tutta una catena, da un certo punto di vista è tutto uguale, quello che facciamo noi è indifferente. Quello che pensiamo o diciamo da un certo punto di vista è inutile.
Da un certo punto di vista non esistiamo, da un altro siamo il centro del mondo.
Niente è impossibile, ma tanto non è concepibile e tanto meno si realizzerà.

Male di miele ... male di miele ...

Soffrire per stare bene, per essere felici ... siamo diventati tutti masochisti o l'umanità ha perso la strada per la felicità?
Infondo quand'è che possiamo dire con certezza assoluta di essere stati felici e basta?
Senza pensieri sulle conseguenze, pensieri fatti nemmeno in precedenza e che mai si presentarono in seguito e che tutt'oggi siamo certi in futuro non verranno?
Se tutte le persone che non ci sono in questo momento esistessero e noi che esistiamo prendessimo il loro posto nell'oblio del nulla siete sicuri che il mondo sarebbe uguale? Peggiore forse? Ma se fosse migliore?
Infondo esistiamo? Siamo vivi? Forse non siamo vivi quando siamo (in un qualsiasi modo) utili? Altrimenti staremmo solo rubando prezioso ossigeno.
Siamo nati per uno scopo, per un errore o solo perché siamo stati "voluti" su questa terra perché ci hanno costretti? Se lo scopo fosse l'errore? L'errore può far saltare gli schemi, la catena quel ripetersi di eventi già programmati. L'errore è la soluzione a volte.

"L'errore più geniale in cui cadere"

Ti odio, perché mi costringi a risorgere.
Perché quando ci si abitua o ci si ri-abitua alla non esistenza il ritorno all'essere in modo egoistico diventa inutile, ricordarsi di ciò che si è preso, dato e ricevuto è importante e serve proprio per questo.

giovedì 16 settembre 2010

3x1, 3 in 1, 3 in una notte ...

Quasi ogni cosa che fino poche settimane fa pensavo fosse certa, indissolubile e granitica si è sgretolata come una roccia corrosa dal tempo e dall'acqua, in modo lento ma continuo.
Lo sentivo che qualcosa non andava, infondo bastava aprire gli occhi fin da subito e non mi sarei mai trovato davanti ad un macigno del genere. Un macigno? Una frana direi. Un pezzo di montagna che per intero mi è finito addosso, ma invece di rimanerci sotto sembra ne sia uscito, non indenne, qualche pezzo di me ancora sta lì e forse vi rimarrà per sempre a far compagnia a quei sogni e quelle speranze che sono crollati. Erano sogni leggeri che volavano qua e là e sono diventati pietre fisse sullo stomaco.
C'è la voglia di guardare avanti, di provare a superare quel tempo passato ma senza rinnegarlo, senza cancellarlo, prendendo la responsabilità di ogni cosa che ho detto o fatto anche se ad oggi sembrano solo, errori, sbagli o cavolate ma non posso farlo per lo meno non voglio.
Poi c'è la paura si paura di non riuscire ad andare avanti, di non trovare ciò di cui ho veramente bisogno perché alla fine tra una cosa e l'altra inizio a non esserne così certo come potrei, inizio a farmi domande sul futuro che prima non mi erano mai passate per la testa. La prerogativa principale è diventata scoprire chi "è" il tizio che guardo ogni notte allo specchio e cosa vuole.

La rivoluzione comincia a casa propria, preferibilmente di fronte allo specchio del bagno


Voi ci avete mai provato a fissarvi per qualche minuto? Fino a pensare che quello nello specchio non è un riflesso ma siete voi e che voi siete il riflesso di quella persona? Se fosse così? Se fossimo solo il riflesso di ciò che crediamo d'essere? Se tutto ciò che facciamo viene visto alla rovescia? Stessa cosa con i pensieri.
Non sarebbe bello che arrivasse qualcosa a dirci " Tu fai questo fai quest'altro e sarai felice per il resto dei tuoi giorni".
Si sarebbe facile forse anche troppo, ma sarebbe bello non neghiamolo. Perché anche ciò che a me a voi a tutti insomma sembra ciò di cui abbiamo bisogno da un giorno all'altro potrebbe rivelarsi falso e ve lo conferma uno che non vorrebbe mai averlo scoperto ne tanto meno capito.
Che sia una maglietta, il sogno della vita o l'amore poco cambia, quando si accende la vera luce sono dolori. Magari se siete fortunati non ne avrete mai bisogno, ma una lampadina di scorta serve sempre, non si sa' mai mettete ... il solo potrebbe eclissarsi e non tornare più.

The future is near, more near than you can think

Non ho scritto per tanto tempo, ora due post uno dietro l'altro? Beh si, infondo il precedente era una presa di posizione, come ce ne sono tante, quante volte avrete già sentito dire che sta andando tutto a puttane a partire dalla musica e ciò che ne deriva? Certo io ho provato a portare il tutto ad un livello più "alto" ... almeno credo ma vabbé non è questo il post dell'argomento.
Ho fatto il test d'orientamento all'Università cioè un semplice test d'accesso per vedere come è la preparazione iniziale, non c'è il problema di passare o non passare. C'è la difficoltà delle scelte, a partire dalle lingue da scegliere. Una triennale da portare per tutto il corso di studi, una biennale e una annuale. C'è poi il problema della retta, della borsa di studio e dei libri. Si è un grande problema. Il problema della scelta, si perché è una scelta radicale, da diplomato in elettronica e comunicazioni sempre più mi si fa' forte una voce che dice:
-Hai fatto una cavolata.-
Così senza enfasi, con questa freddezza non mi lascia possibilità di replica, non mi dà tempo di pensare.
Per tre anni non ho fatto altro che desiderare questo momento, quello di rimettermi in discussione su un qualche campo a me più affine, per affinità più che per talento o capacità (anche se negli anni a scuola e sopratutto negli ultimi tempi i risultati a livello di scrittura si vedevano sempre più spesso, si insomma se prendevo la traccia giusta mi andava molto bene ... anche in termini di voto) perché infondo da qualche anno oramai sono quello che "capisce" di computer, quello che monta computer da zero, quello che sistema pc dati per spacciati e che riesce a recuperare dati aldilà di ogni aspettativa. A volte quando riesco in alcuni di questi "interventi" mi stupisco da solo. Peccato che all'università l'indirizzo "Tecnico di computer" non esista. Perché poi dovrei andare a fare qualcosa tipo informatica, differente da quello che ho fatto a scuola, qualcosa che quando è stato accennato comunque facevo bene e in alcuni casi di programmazione spesso anche molto bene. Ma poi si andrebbe a sconfinare nei ragionamenti matematici, buttare giù cose quadrate e senza curve. Infondo quello che ho imparato mi ha dato un'arma molto importante nel ragionamento, molta razionalità, la considerazione di qualsiasi possibile problema, il ricorso il più possibile al ragionamento. Sono cose che nella vita aiutano molto in qualsiasi campo anche e forse "sopratutto" quello umano nel senso più stretto.
Saper trovare il problema e quando possibile trovare le possibili soluzioni.
Bene il mio problema era la totale incapacità (per quanto in pratica negli ultimi 3 anni io, la matematica e le professoresse stesse abbiamo fatto in modo di stare molto lontano gli uni dagli altri) con numeri, formule e quant'altro del sottoscritto di controparte la predisposizione ad attaccarsi a temi in classe, capitoli di storia, paragrafi di diritto e pagine di inglese per riuscire a tirare l'acqua al mio mulino. La soluzione era quindi semplice, andare a fare qualcosa che riunisse il più possibile queste attitudini. Letteratura moderna e culture straniere, sembra la scelta perfetta. Imparare tre lingue, con in più le rispettive culture ( e si sa la cultura è data dalla storia di ogni paese c'è poco da fare) andando a studiare la cultura molto spesso si scade anche in differenze di "diritto" tra paese e paese. Per magari chissà magari fare un giorno il giornalista anche sportivo perché no? Oppure per fare dall'interprete al semplice traduttore o anche la guida turistica. Magari nei ritagli di tempo scrivere, scrivere qualcosa che potesse sembrare lontanamente ad un libro. Poi la mia voglia di conoscere potrebbe trovare pane per i suoi denti.
Il tutto si scontra con la realtà a partire da uno dei problemi che in tutta sincerità mi preoccupa più di ogni altro. I soldi. Si perché costa, 408 euro per l'università (che spero di annullare grazie alla borsa di studio per il diritto allo studio universitario) ma poi i libri. Allora cerco qualcosa da fare, ma cosa so fare davvero? Cosa ho certificato? Il diploma da elettronico, montare sistemare pc e ce n'è tanta di gente che alla fine lo sa' fare. C'è poco spazio per la "personalità" o lo sai fare o non la sai fare. Addirittura anche i corsi per il giornale online su selezione che ho fatto alle medie risulta come "Corso professionale di informatica" .
Ancora una volta abbastanza controcorrente, non più di come faccia già tanta altra gente ma di sicuro è qualcosa che a più di una persona fa saltare i conti. Anche a me.
Poi c'è anche il fatto di ricominciare ancora una volta tutto da capo. Come alle superiori nessuno è venuto con me ed il giorno del test che stavo lì davanti l'entrata mi sentivo totalmente perso, anche se ero circondato da una marea di gente non mi ero mai sentito tanto solo. Si perché infondo il primo giorno delle superiori un amico con me c'era.
Il tempo passa e cura tutto si sa' ed anche questo si risolve. Un altro problema potrebbe essere quello di non essere all'altezza di ciò che sto andando a fare, magari sono arrivato al massimo delle mie possibilità non potrei farcela e basta, anche cambiando indirizzo. Magari quel 75 alla maturità è stato il canto del cigno del sottoscritto.
A quel punto? A quel punto toccherà controllare quali sono le carte che mi sono rimaste in mano e quelle ancora da scoprire sul tavolo. (Questa cosa delle carte non si era mai sentita vero? ... che non lo so ...)

My Generation ... will be ...

Oggi stavo vedendo un documentario, partiva da circa il 1965. Dico circa perché parlava della nascita di quello che oggi conosciamo come rock, non la sola musica ma tutto ciò che ne è derivato e che si è sviluppato negli anni.
Tutto è partito dal blues, la musica dei neri d'america quella dei bassi fondi l'energica musica della rabbia e della tristezza, ma energica. Si energia nelle parole, nel ritmo, come a dire "Ok va male ma perché rimanere qui a soffrire? Alziamoci e godiamoci questa cavolo di vita."
Che poi secondo la leggenda, il blues si dice sia nato da Robert Johnson, un tizio di colore del sud degli Stati Uniti che scomparse per un anno e una volta tornato sapeva suonare la chitarra meglio di chiunque altro, senza averla mai toccata prima, sapeva addirittura riprodurre un qualsiasi suono che sentiva fosse un pianoforte o un battito di mani con la sua chitarra ... si racconta che fu il diavolo a insegnarglielo. Poi dicono che è il metal la musica del diavolo ...
Si il discorso è un attimino deragliato dal concept originale, sapete sto pensando a quello che portò alla gente quella musica che si creò negli anni ... Rivoluzione, con la lettera maiuscola, si perché lasciate perdere gli hippie e cavoli vari loro erano sconfitti ancora prima di cominciare, una piccola nicchia che mai sarebbe riuscita a far trapelare al mondo intero la propria idea.
Questa rivoluzione è partita dall'Inghilterra che guarda caso anni dopo darà i natali ad un altra rivoluzione socio-culturale, ma ancor prima musicale, come quella del punk.
Il volume della musica iniziò ad alzarsi, i testi a farsi corposi, reali e controcorrente. Non accettabili per gli impettiti in giacca e cravatta del tempo. I giovani volevano cambiare erano una nuova generazione, quelli che la seconda guerra mondiale non l'avevano proprio vista. Si svegliarano tutto d'un tratto e il mondo iniziò a cambiare, si perché sembra strano a dirla così ma il mondo è cambiato grazie alla musica. Succederà di nuovo col tempo, come ho già detto sopratutto grazie al punk che rimescolò le carte e a mio punto di vista l'ultimo sussulto di tutto questo c'è stato tra la fine degli anni 80 e l'inizio degli anni 90 fino a metà degli stessi, insomma quel periodo che la mia generazione di neo-diciotteni del 2010 ha sfiorato.
Si perché tra la nascita e la diffusione della musica rap e della cultura hip-hop e con la bomba che fu' per il mondo intero il grunge portato alla luce dai Nirvana e da Kurt Cobain sono stato l'ultimo sussulto di libertà assoluta, di cercare di cambiare le carte in tavola di dare energia all'idea stessa di cambiamento.
Oggi, oggi mi sembra di vedere un riproposizione di ciò che era il mondo 60 anni fa', si segue ciò che viene detto dall'alto, senza pensare, senza ragionare. Sempre di più mai come ora, le mode sono dettate da chissà chi, la musica perlopiù è stata narcotizzata nessuno dei "capi" vuol correre il rischio di una nuova Woodstock che vada contro tutto e tutti.
Oggi non ce ne accorgiamo ma ogni giorno che passa spengono sempre di più quel che rimane di quella fiamma, ormai ne è rimasta la cenere. Non sto parlando della sola qualità della musica o giù di lì, ma del controllo che viene oramai esercitato su di noi attraverso il più grande mezzo di comunicazione di qualsiasi tipo di messaggio dell'ultima metà di secolo.
Se poi in futuro ci sarrano solo persono che non guardano il proprio orizzonte una mezza idea sul perché potrete averla. Non che la musica cambi tutto, ma quando ti sbattono in prima serata dei programmi dove cantano dei ragazzini a malapena adolescenti e dopo di ché questi vengono osannati nemmeno fossero le reincarnazioni di Joe Strummer, Freddie Mercury e John Lennon capisci che qualcosa non va.
Per fortuna c'è internet, ultimo baluardo di chi vuol conoscere e far conoscere, la più grande fonte di informazioni che l'uomo ha mai avuto in tutta la sua storia serve anche a questo. A diffondere le idee e la voglia di cambiare, di migliorare, anche attraverso la musica.
Anche se ancora per poco ... almeno qui a casa nostra ...

venerdì 10 settembre 2010

Carpe diem ...

Opportunità, occasioni, ispirazioni del destino. Da considerare prendere al volo, riflettere in poco tempo «Lo faccio non lo faccio ... ci vado o no?». Sarà la scelta giusta?
Ogni scelta sarà sempre giusta ma allo stesso tempo sbagliata, possiamo solo scegliere quella maggiormente positiva per noi stessi, magari anche per gli altri.
Una me n'è capitata oggi, ci ho provato, qualsiasi sia l'esito porterà delle conseguenze.
Anche se non conseguenze fisiche, reali ... conseguenze sulla mia capacità di valutazione, di me stesso e delle possibilità. Non che delle capacità eventuali, attuali e potenziali del sottoscritto.
Ogni cosa che facciamo dovrebbe farci riflettere su noi stessi, a volte, invece non è così.
Non ci frega di niente e di nessuno, nemmeno di noi stessi, si tira avanti a campare, senza pensare, qualcun altro lo potrà fare al posto nostro. Perché occuparci di essere noi stessi quando c'è qualcuno da imitare? Tanto meglio se questo qualcuno ha successo o almeno, va di moda e sembra che ogni sua scelta sia giusta, così che anche ogni nostra scelta risulti giusta, ma in realtà è una sua scelta, una scelta di qualcun altro non la nostra.
Cogliere l'occasione di essere noi stesse, ciò che vorremo essere, quello che sentiamo d'essere.
Basta essere attenti, le occasioni piovono ci piovono dal cielo, se siamo bravi in quello che facciamo e coerenti con noi stessi, ci pioveranno come premio, proprio come una rosa sul palco dopo un'interpretazione di valore. Di quelle d'altri tempi insomma.
Attori in scena continua, ogni copione è da esaminare con cura, scelto con cautela, potrebbe esserci tutta la nostra vita in quella scelta.
Affrontare tutto, anche la singola difficoltà, in un futuro risulta sempre utile, se poi pensiamo che un qualsiasi destino può essere modificato nel giro di un attimo, capiamo che la nostra esistenza stessa è appesa ad un filo e siamo tutti attaccati con forza quel unico e sottilissimo filo.
«Oh pronto?»
«Si insomma, c'ho un po' d'ansia»
«Vai tranquillo, 3 2 1 in scena !»
«Signori e signori, salve mi presento io sono ... »
Scrivetelo voi il resto ...

mercoledì 8 settembre 2010

6 o'clock here I am

Sono le 6, bene.

Non so dove andremo a finire, ma vi posso dire che è un lunga strada verso la "nostra" terra promessa, una strada che forse troveremo sognando ad occhi aperti, dalla mattina fino a sera.
Cercare anche dentro di noi, la strada, questo possiamo fare, perché tutto ciò che ci serve per lo più già lo abbiamo, dobbiamo solo trovarlo e farlo nostro, anche se già è in noi dobbiamo capire come sfruttarlo.





Non ho ancora dormito, tante buone idee ci sono, le devo tirare fuori per bene, proprio come quel che serve a tutti noi, a me forse, serve solo una dormita ora ...

martedì 7 settembre 2010

Write, tell me how to write and what write please

Sembra ufficiale, oramai sembra che io sappia scrivere e scrivere bene così dicono.
C'è addirittura chi, confida in me per un futuro da scrittore, da scrittore vero.
Scrivere e raccontare, storie o idee, pensieri, ho sempre voluto farlo raccontare di quel fiume che è la vita dove ogni tanto riesco a scorgere una qualche piccola pietra preziosa, col rischio di scambiarla per un pezzo di vetro e viceversa. Il tutto con la musica sotto, ce n'è tanta, ne ho tanta, per ogni situazione, con ogni suono, con ogni melodia. Non c'è sentimento che una canzone non ti possa risvegliare con un boato in un lampo luminoso come un sogno ad occhi aperti.
Credere che quello che ho e quello che do interessa o che addirittura piace, non smetterò mai di ripeterlo è strano, tanto, troppo ...
Si perché strappare tutto quello che sta dentro, che sta bene lì e metterlo sotto forma di parole, plasmare il pensiero renderlo concreto e non solo un impulso elettrico è complicato, è difficile. Farlo bene, non farlo in modo inutile e non fine a se stesso lo è ancora di più, cercare di rendere utile e non una sola manifestazione egoistica della mia persona lo è ancora di più.
Dare un senso a qualcosa che fino a pochi attimi non esisteva deve essere una gran cosa, che cosa era quella cosa che abbiamo provato un attimo fa'? Perché in un attimo ho dimenticato quello che avevo davanti e sto pensando ad altro, che cos'è?
Nel momento in cui nasciamo, chi siamo? Per tutta la vita dovremo darci un senso, fare si che noi stessi possiamo dire di essere lì perché ne vale la pena e non perché è capitato. Non deve succedere per caso, ogni errore deve diventare un complimento, ogni fallimento una vittoria, ribaltare le carte in tavola per fare di ogni debolezza una forza e così il senso sarà giusto.
Fare ciò che ci sentiamo, quello che vogliamo, che abbiamo dentro senza farci deviare, c'è tanta gente che si crede libera, che si proclama libera, ma in realtà e prigioniera di se stessa di obbiettivi che si è prefissata che non gli appartengono ma solo perché andava fatto.
Anche viaggiare, me lo sento dentro, lo farò spero e lo farò anche tanto.
Giudicare ed essere giudicati, invece vedo che sempre più è nelle corde di molte persone, beh che dire, non si è più sicuri di se stessi, di ciò che si è oramai tutte fotocopie sbiadite, cercherò nelle mie possibilità di dargli un po' di colore ... e di definizione ... una messa a fuoco.
Una volta che le persone si convinceranno di essere tali e non solo esseri viventi che devono deambulare cercando di essere " il meglio " e non di dare "il meglio" sarà tutto più complicato per tutti ...
Nuove mode nuove manie è ciclico, tutto finirà e solo chi è se stesso rimarrà tale, gli altri tutti infila per la prossima copia, la prossima serializzazione, tutti assieme, tutti uguali, tutti grotteschi nella loro ineccepibile uguaglianza.
Quando qualsiasi cosa seppure la più stupida è fatta con sincerità, in modo vero è giusto che sia apprezzata, perché l'ha creata ci crede per davvero, in questo modo chissà con questo incoraggiamento infondo si fa' del bene, si sparge un po' di felicità ...
Tutti ne abbiamo bisogno è inutile negarlo tutti ne vogliamo, almeno un po' ... aiutiamoci a riceverne.
Cerchiamo solo quello invece, chiediamo quello invece sembra come se ci fermassero per la strada, noi solo quello chiediamo e invece ci offrono decine e centinaia di altre cose che non ci interessano.
Quale era il filo del discorso? Non me lo ricordo ... infondo ... pensieri in libertà.

lunedì 6 settembre 2010

New Post, new idea

Energia, felicità, brividi solo questo cerco perché è tanto difficile?
Sebbene in questo preciso momento io vi posso assicurare che sto bene non posso togliermi dalla testa questo cruccio. Brividi ed energia che sto provando in questo momento visto che dopo tempo sto riascoltando gli Ac\Dc, si perché ognuna di quello che cerco lo posso, lo possiamo, trovare in tanti modi differenti e per momenti e durate differenti.
Tutto dipende dal come li troviamo.
Persone, canzoni, frasi, immagini ... l'universo è talmente grande che c'è di tutto ed ogni cosa può trasmetterci sensazioni differenti, sta a noi capire quali di tutte queste lo fanno, trovare il nostro essere il nostro perché.
Lo spettro delle sensazioni è come quello della luce è l'insieme di tutti i colori e di tutte le sfumature che possiamo percepire messe tutte insieme e infilate dentro di noi. Sta sempre a noi tirarle fuori, al momento giusto e far si che chi ne abbia bisogno, chi vogliamo aiutare possa trovare ciò che cerca e magari anche noi così facendo troveremo ciò che cerchiamo.
Una volta tanto è vero, non sto scrivendo in piena notte, sono a malapena le 23 ma che vi posso dire, quando l'ispirazione prende, prende e basta. Come una strada che dobbiamo assolutamente percorrere fino alla fine. Come ogni cosa che "dobbiamo" fare, come quando abbiamo l'impulso di dire o fare qualcosa, di esaudire un nostro desiderio ... che poi magari ci porta ad una strada senza uscita ... ma non lo sapremo mai se prima non arriviamo alla fine.
Ci sono poi quei momenti di apatia, che non sai che fare, non sai che dire, non sai a cosa servi o a chi servi. Ma se resisti, se lotti contro te stesso, contro questa apatia, c'è il momento del ritorno e in quel momento signori e signore potremmo benissimo oscurare il sole per quanta energia potremmo sprigionare, anche se è per un solo momento, per un solo momento noi saremo il nostro sole e niente e nessuno potrà dirci chi siamo, cosa fare e tutto il resto, solo noi in quel momento, quell'unico momento davvero epico. Il ritorno, la rinascita, chiamatelo come volete ma quando avviene non ce n'è per nessuno e come fossimo un sasso passeremo sopra tutto e tutti per sistemare noi stessi, perché alla fine quello che conta è come stiamo noi, senza avvelenarci di stare bene a qualcun'altro, senza diventarne involontariamente schiavi, vivendo la nostra vita e se saremo fortunati la divideremo con chissà chi, chissà quando.
Dobbiamo dire a noi stessi cosa vogliamo, dobbiamo essere sinceri e schietti con noi stessi per esserlo con gli altri, se non lo siamo prima con noi, se non ammettiamo gli errori, se non accettiamo le critiche, se anche per qualcosa che sappiamo che era sbagliato non accettiamo di capire ma sopratutto di chiederci come si è arrivati a quel e sopratutto il perché, se ne è valsa la pena, non possiamo fare altro che essere spettatori della vita senza sapere cosa cercare, senza entrare veramente in gioco.
Gioco, si vince, si perde e si ricomincia. Questo è, questo sarà per tutta la vita di sicuro.
Salvate i ricordi migliori e andate avanti fino al prossimo punto, senza paura di ciò che era stato prima, altrimenti si rimane lì senza sapere cosa ci aspetta subito dopo, senza arrivare alla fine, ma lasciando tutto in sospeso vagando in giro, per il mondo senza un vero perché, ma perché è così.
Esplorando, la vita nella sua interezza e le tutte le possibili "sensazioni" forse capiremo cosa cerchiamo a chi siamo. Altrimenti tanto vale restare al punto di partenza.

domenica 5 settembre 2010

Il sentiero nel vuoto

... notte, anzi di più mattina, il mondo sta per svegliarsi, io vado in pausa. Ciao mondo.
Quello che penso ogni volta, che faccio questo.
Poi c'è quel momento, il dubbio, che si insinua come un virus, prende ogni speranza le fagocita, le assorbe ... ed il dubbio aumenta, diventa sospetto ... diventa malattia. Diventa brutto. Ti fa' diventare brutto.
Ci pensi, ma pensare non fa altro che aumentare i dubbi ogni pensiero ne fa parte, il sogno si trasforma in realtà nuda, fredda e crudele. Crudele perché il virus aveva ragione ed è allora che capisci. Non era un virus, era solo verità. Il modo in cui la verità può apparirci davanti è tanto più duro di quanto non lo sia l'inganno stesso. Pensate poi se l'inganno è involontario o meglio se ve lo siete creati voi, da soli con le vostre mani, non sapevate cosa stavate facendo, eravate trascinati dagli eventi, tutto sembrava bello e splendente. Sembrava felice, prezioso, raro.
Si, si eravate drogati, assuefatti da quella sensazione di benessere che provavate, vi sembrava finalmente di essere completi, il puzzle era finito, le metà unite e il buio sparito, era solo luce.
Si ma luce era artificiale, al puzzle mancano ancora altri pezzi, il benessere era un'illusione, le metà erano quelle sbagliate. Insomma, niente di fatto ... cercando un senso, cose preziose.
Ed ora? Ora niente è quello che avete, quello che hai, quello che abbiamo. Vuoto, tutt'intorno a noi, perché noi ci siamo è il resto che è assente. Nel frattempo? Facciamo numero insieme a tutti gli altri, aspettando il sole ci riscaldiamo con la fiamma ossidrica, visto che in questo mondo vincono gli zero, mettiamoci tutti in serie e diventiamo tutti uno, tutt'uno.
Così, sarà fino a quando il fuoco della vita brucerà, fino a che noi lo alimenteremo, fino a quando varrà la pena lottare. Scioglieremo, scioglieremo tutto. Il ghiaccio come l'acciaio, le paure come i timori. Bruceremo, bruceremo tutto, la carta come il catrame, le nostre idee come i nostri sogni, per alimentare, alimentare la nostra fiamma.
Quando la fiamma sarà finita, rimarrà la cenere. Con la forza delle nostre azioni compiute, il vento l'alzerà le porterà in una nuova terra, per far sì che si rigeneri e dare ad altri la possibilità di provare quello che noi abbiamo provato.
Tutto torna.
Il vuoto, finisce, bisogna solo attraversarlo capirlo e trarne indicazioni, per capire come non finire più nell'oblio.
Sempre se ci siamo stati davvero.
Niente esiste, esistiamo noi, ogni cosa esiste perché noi esistiamo.

sabato 4 settembre 2010

Titolo? Forse domani ...

Insomma, sono le 3, anzi le 4 di notte e io sto qui, a scrivere. Cosa? Non so, sinceramente non so proprio cosa scrivere oggi, adesso. Abitudine oramai, chiamatela pure scrittura terapeutica, chiamatela assuefazione da tastiera, almeno sono sicuro che se un giorno vorrò leggere qualcosa lo avrò.
Ogni notte vi offro un pezzetto di me, contenti?
Che lo accettiate o no poco conta, conta che non vorrei mai, arrivasse il giorno, che ciò che faccio ora (e a quanto sembra, anche abbastanza bene, così dicono) iniziassi a farlo come un tostapane. Metti, scalda e mangia. Sempre la stessa cosa, stessa solfa.
Per me già è difficile credere che qualcuno legga per davvero queste righe, ancora di più che qualcuno le apprezzi, non vi dico quanto sia difficile credere che addirittura il tutto risulti bello.
Addirittura "artista", "un vero artista" qualcuno ha azzardato a dire.
Sarà, ma anche accettando tale definizione, come potrei io, che ora sto fissando un piccolo schermo, ascoltando della musica così ... essere qualcosa che piace a qualcun'altro.
Si non qualcuno, ogni tanto mi sento una "cosa", un prodotto degli eventi che nel tempo si sono susseguiti.
Un prodotto per pochi, di nicchia ma di valore oppure un prodotto da discount che vale come l'acqua nella benzina. Vie di mezzo? Per ora non ne vedo.
Pensavo a cosa, a come, sono arrivato fino a questo punto, a questo momento, l'incastro degli eventi e delle parole. Dei fatti e delle immagini, della rabbia, del dolore, della paura e dalla tristezza. Ma anche dei sorrisi, dei complimenti, dei cambiamenti ...
Infondo questo è solo l'ultimo dei modi che ho trovato per esprimermi, si perché ho toccato anche le arti "grafiche" con il supporto del mezzo informatico ovvio, perché di talento nelle mani non ho molto, infatti anche la calligrafia è scarsa da sempre. Ma quando faccio questo, quando scrivo, quando do libero sfogo alle mie idee sento più potere e fantasia nei miei polpastrelli che in un stella pronta ad esplodere.
Perché il tutto sgorga da dentro, dal profondo, della notte spesso, le fantasie che si intrecciano continuamente nella mente, creando ciò che poi cerco di trasmettere. Di trasmettervi.
Una cosa mi da sicurezza in tutto questo, so di certo di essere sempre stato io, cioè di dare ogni volta tutto ciò che ho da dare, poi i modi, le parole, qualche giro delle stesse, un piccola omissione qua e là, ma fatto sempre tutto con la massima sincerità. Ed in un mondo che sempre più si nasconde, tra una pagina e l'altra, sembra un atto tremendamente eroico essere sinceri, senza voler vivere di luce riflessa di chissà chi o chissà cosa.
Tutto è uno e uno è tutto, il concetto applicato al pensiero e alla sua trasformazione, alla sua lavorazione.
Il presente ed il passato come sempre sono un incognita, il passato è finito.
Chissà dove ... quando ... arriverò ... quello che proverò, sono sicuro, mi ripagherà di ogni cosa. In quel momento ogni parola, ogni frase, ogni colpo incassato, ogni mattonella assaggiata, sarà ripagata ed io potrò finalmente dirmi, compiuto, forse.
Infondo io ero ... forse ancora lo sono il classico bambino che alle elementari, "può ma non si applica".
Non mi applicavo, certo, non c'erano stimoli, fino molto meno tempo di quanto si possa pensare, ma sicuramente di più di quanto crediate, era così. Ora trovato non un obbiettivo, ma una ragione che mi smuove, che mi mette in moto, posso e mi applico.
Volete sapere cosa farò adesso? Ve lo dico lo stesso, rileggerò qualcosa di mio, sono l'autore preferito di me stesso. (Autore ahah, m'è uscita così scusate.)

venerdì 3 settembre 2010

3-2-1 Contact!


Una sfida, ebbene si una sfida, scrivere. Scrivere cosa? Un post, certo, su cosa? Il contatto fisico.
Bene questa è la genesi del discorso che seguirà da qui fino a ... fino a che riuscirò a tenere le redini del pensiero sulla strada del discorso sensato. Insomma gira che ti rigira, secondo quanto avevo letto, il tutto nasce e muore, con il contatto fisico, senza di esso il nulla. L'incompletezza.
Il mio pensiero è tutt'altro invece.
Il contatto fisico è solo l'atto finale e del tutto volontario, volendo si potrebbe benissimo evitare, volendo, ma visto che bene o male non se ne può fare a meno c'è anche quello. Insomma è importante ma tutt'altro che imprescindibile.
Prima, di tutto questo c'è ben altro. C'è l'intesa tra le menti, le pulsazioni dei cuori che diventano contemporanee e si fanno forza l'un l'altro. Totale simbiosi di spirito, magnetismo reciproco. Questa è l'attrazione, baby. Che lo crediate o no, questo è. Naturalmente io parlo di quei contatti, quei "tocchi" sinceri e profondi, anche un abbraccio lo può essere, quanto l'essere presi sottobraccio e via dicendo, fino ad arrivare a gesti ben più avvolgenti.
Se poi ci si accontenta dello stare bene grazie alla sola presenza fisica altrui, del solo contatto fine a se stesso, che nasce e muore per dare sfogo ad un bisogno, ad una voglia ... allora basta posso anche smettere di credere in ciò che credo e di sperare in ciò che sogno. Sarebbe la fine. Riconduciamo il contatto umano a qualcosa che non è. A qualcosa che molto distante dalla funzione stessa, del contatto nell'essere umano.
Serve per dire - Ehi mi senti? Sono qui, sono qui per te, con te. Tutto intorno è niente, il nulla ci circonda, in questo momento l'unica cosa che conta sei tu, sono io, siamo noi.-
Il resto viene da se.
Distacco totale dalla materia, dal tempo e dallo spazio questo è sentirsi, questo è stare insieme, fermare tutto. Le menti, i cuori, le anime in quei momenti devono viaggiare insieme, così si diventa tutt'uno con chi si ha accanto. Anche per un attimo.
Questo è il contatto. A questo serve.
Se invece vi accontentate di sfogarvi, di realizzare chissà quale idea, di fare ciò che volete fare, scendete in strada, prendete la prima persona che vi capita e abbracciatela, non sarà niente. Ma nel momento stesso in cui, capirà che tutto ciò che volete è un contatto, che volete dare per ricevere esattamente ciò che donate, riprovate e sarà tutta un'altra cosa.
Poi ... poi potrei scadere nel banale, parlare di ben altro, di ben altro in assenza di amore e tutto il resto ... ma a che serve? Il mondo va a puttane lo stesso e se ci va' vuol dire che ce n'è. Se ce n'è vuol dire che non si cerca più l'amore, ma lo sfogo. La realizzazione di un desiderio. Ma nemmeno di un desiderio ... di una voglia. Ed io? Io resto a guardare, certe cose che finiscono nello stesso momento in cui nascono non mi attirano. Non fanno per me. Sarò forse stupido, sarò forse l'unico, ma ve lo ripeto, senza tutto il resto non conta, non mi serve. Non ne ho bisogno. Quello di cui ho bisogno è qualcosa di profondo, di vivo e di unico. Non cerco la soddisfazione cerco la felicità ricordate? Per questo, proprio per questo motivo preferisco rivivere, ricordare uno, due abbracci. Facciamo tre. Momenti profondi, unici che mi hanno colpito. Una scarica per tutto il corpo partita dalla spina dorsale fino a pervadere ogni mia cellula rimanendo lì, ancora oggi. Ed anche se il tempo, già ora, potrà scalfire (forse) tutto quello che era intorno. Quegli attimi saranno per sempre parte di me, proprio perché erano contatti veri, sinceri. L'ho sentito, li ho riconosciuti ora sono parte di me che lo voglia o no.
Ecco perché tutto il resto non vale, perché se prima non siamo legati, se prima non c'è quel vero contatto reciproco, potete attaccarvi quanto volete, ma quegli abbracci saranno stati sempre migliori di tutto il resto.
Contatto, pulsazioni, battiti, vibrazioni. In sincronia. That's perfect.

giovedì 2 settembre 2010

Read, think, write. Life made simple by the under-write.


Rileggevo, rileggevo quello che ho scritto. Quello che ho scritto ieri per essere precisi già così a me fa un certo effetto, immagino quello che possa suscitare in qualche osservatore esterno.
Un matto, uno di quelli autentici. Per matto intendo un qualsiasi personaggio che non ha l'accortezza, di sporcare ciò che pensa, di renderlo più alla portata. Penso questo. Infine penso che quel che scrivo risulta (così sembra) bello per altri perché viene da dentro e centra l'interno.
Dritto come una freccia. Comunico sensazioni, vibrazioni o almeno ci provo.
Provo a farvi vedere ciò che vedo. Visioni che assordano.
Cerco di farvi provare, la sensazione del tramonto, quella dell'alba, come quella dell'eclisse.
Del buio infondo ce ne accorgiamo solo quando il sole tramonta e viceversa.
Perché il buio non va e non viene, c'è sempre, ma noi non ce ne accorgiamo è sempre qui con noi, ci accompagna, da fidato compagno di viaggio il quale è. Viaggio lungo tutta una vita. Anche oltre, se servirà.
La luce invece, dobbiamo cercarla. Ogni giorno dobbiamo aspettare quella maledetta palla di fuoco per averne un po'. Sapete quale è la cosa bella? Che proprio quella stessa fonte di luce e vita un giorno, molto lontano, esploderà non prima di essere diventata tanto grande da assorbirci con la sua gravità, mettendo un bel sigillo sopra tutto ciò che abbiamo detto nell'arco di una vita.
Non è tanto ironico, quanto spettacolare. La nostra stessa fonte di vita un giorno ci farà la festa.
Ecco riportando tutto in piccolo allora, alla mia, alla nostra modesta condizione di persone forse è meglio tenere un piede e mezzo al riparo dalla luce e tutto il resto. Dovesse esplodere il nostro sole ci potremmo salvare e non rimanere scottati, perché seppur a misura d'uomo, donna o bambino che sia brucia lo stesso. Brucia molto.
Le aquile volano libere e noi camminiamo sempre lontano. Lontano dalla nostra via, dalla nostra strada maestra.
Le aquile volano libere e possono raggiungere le cime più pure, noi anche se seguiamo la strada, la troveremo sempre lunga, difficile e tortuosa.
Le aquile volano libere, ma non sanno cosa voglia dire. Noi guardiamo le aquile volare e lottiamo per essere liberi come loro.
Anche noi, una volta liberi potremo raggiungere le nostre vette pure e incontaminate, quello che su un vecchio, vecchissimo libro veniva chiamato Eden.
Quello che è dentro tutti noi, basta trovarlo. Anche se spesso lo troviamo in qualcun'altro, ecco perché a volte ci sentiamo tanto bene con altre persone, anche solo parlando.
Oppure crediamo di averlo trovato, fino a che non ci accorgiamo di essere finiti un gradino più in basso e quella non è altro che una prova, una dura prova, per farci capire il valore dei sentimenti e che ancora non siamo pronti. Pronti per essere tutt'uno con noi stessi e non solo un'imitazione di quello che siamo.
Intenzione e azione saranno la stessa cosa. Idea e sogno idem.
Noi siamo nati nella notte dei tempi, mentre siamo ogni giorno all'alba di una nuova vita, aspettiamo la sera per tirare le somme dell'esistenza.
Io preferisco la notte.

"Lunga ed impervia è la strada che dall'inferno si snoda verso la luce"
Milton - Il paradiso perduto

Ebbene, chi l'ha deciso? Nessuno ci è stato detto, ci è stato imposto. Dagli eventi, dalla vita, dalla consuetudine. Se non soffri non sarai felice. Se non soffri non è vero amore. Se non lotti non sarai soddisfatto. Se non ti sacrifichi non arriverai in alto.
Le cose sono due. Prima, ci deve proprio fare ribrezzo l'idea che anche per una sola volta nella vita potrebbe andarci tutto così bene da essere felici al primo colpo in modo perfetto. Due, evidentemente è diventato un fatto consolidato nel tempo, tutti infondo quelli che dicono così è perché ci sono passati, sarebbe troppo vedere qualcuno fare qualcosa per cui essi hanno lottato molto in un sol colpo.
Che altro dire sono le 5 di mattina, vi ho aperto le porte del sottoscritto ancora una volta e siamo tutti vivi forse felici ed esistiamo. Per oggi e per domani va benissimo così. Anzi va alla grande.


mercoledì 1 settembre 2010

The show will goes on. Don't have panic.


«nn è triste
cm gli altri
u.u »
« mo tristi gli altri ...
beh se gli altri allora
erano tristi
pure questo lo è »

« boh
xo triste
in altro modo »

«beh si naturalmente è un altro discorso
da sfogo
fine a se stesso
sono passato a riflettere
e pensare con la testa e non col cuore
tutto qua »

« ? »

« meglio così ^^
meglio la testa »

Così è andata a finire una conversazione su quello che ho scritto fino a ieri sera.
Addirittura prima facevo pena. Nel senso di suscitare pena. Tristezza.
Ora si è vero, pensare con la testa è meglio, ma rende il tutto maledettamente più insipido, quasi asettico.
Questo ho pensato. Poi ho pensato ipocrisia, quanta ce n'è. Sinceramente ci vedo un mare di qualcosa molto vicino all'ipocrisia, come possiamo affermare che sia meglio la testa se noi per primi commettiamo coscientemente errori, per dar sfogo anche a passeggeri "periodi" del nostro cuore? Per poi, quando ricominciamo a collegare tutto con la testa, a chiedere di non essere giudicati, ma sopratutto di chiedere a noi stessi di non giudicarci, vivendo, nella foschia della menzogna forse?
Effetto domino, una sola mossa di una singola persona può far sì che saltino molte altre.
Deja vu, quando oramai, ciò che si credeva essere aria fresca, che si credeva bello ed insostituibile inizia a diventare come tutto il resto, come tutto quello che hai già visto, ne hai fatta la collezione, un altro pezzo da aggiungere, simile e differente, ma sempre nello stesso scaffale.
Ora chiudo, chiudo la bacheca, di vetro trasparente, così che possa sempre rendermi conto di come possiamo essere manipolati dagli eventi. Da parole e da illusioni, da bisogni mai soddisfatti e dall'esasperata ricerca, di ... del ... del tutto. Crediamo di essere "inquadrati" non ci rendiamo conto di essere sempre in costante pericolo, pericolo di essere plagiati. In modo inconsapevole, nessuno se ne accorge, nemmeno noi, tranne quando, un giorno ...
Un giorno arriva una parola, la senti, la leggi, la intuisci ... ed esci dal coma.
Ritorni lo stesso maledettissimo figlio di ... (vabbè s'è capito) di prima.
Ed in più ti chiedi, sono stato davvero così tanto stupido da illudermi? Da farmi tutti quei giri?
Ebbene si, ne sei stato capace e sei ancora più capace di cascarci perché sappilo (ma infondo lo sai nel tuo inconscio che ogni tanto ti parla, magari di notte) fin da subito, potrai ricascarci domani stesso cancellando tutto quello che hai detto ho pensato in questo momento.
Io stesso potrei rinnegare questo post da un momento all'altro, chissà.
Anche troppo, forse, mi sono tuffato nella storia, sono arrivato in lidi che forse non mi competono, sono arrivato dove non avrei dovuto ma ho voluto.
Ed ora? Ora si vive, si vedono gli effetti delle proprie azioni, degli errori e si vede. Magari ne esce qualcosa di buono. Si vive ciò che non doveva essere.
Allora rinneghi tutto?
Nemmeno per sogno tutto bello, tutto importante, forse non sempre felice (per me ancora oggi ogni tanto è tutt'altro e nei giorni e mesi passati ancora di più) ma quand'è troppo è troppo.
Diventare qualcosa che non sono per ... per ? Per rimanere a guardare, per rimanere in panchina?
Preferisco perdere gli onori ma buttarmi in campo nella mischia, anche se ci vorrà tempo.
Mi è stato detto che riesco a trasmettere sensazioni di calma e tranquillità ma allo stesso tempo di panico.
Volete la verità? Da sempre è stato il mio scopo anche qui nello scrivere, riuscire a fondere insieme queste sensazioni tanto diverse quanto essenziali (si anche il panico, ci fa' capire che siamo vivi e che abbiamo paura) sono una miscela esplosiva.
Tanto più che mi è stato detto da gente sconosciuta a me. Magari gente con un background culturale pari a quello di un sifone del lavandino, ma che mi frega, anche io non so tutto sto gran che.
Se davvero questa miscela di panico e tranquillità c'è e se davvero piace, tranquilli che la roulette russa non è ancora finita. Il colpo in canna non l'ho ancora trovato, le mie speranze, alcuni pensieri e qualche convinzione invece, sono lì per terra stese e qualcuna di loro ha il corpo ancora caldo.
Siccome non sono nessuno, difficilmente le resusciterò, ma ... mai dire mai. Magari sono più di quanto creda.
Per tornare a volare, bisogna prima atterrare. Tanto più brusco è il modo in cui cadiamo, tanto più forte ed epico (si epico) sarà il nostro ritorno in aria. Tanto più siamo in silenzio, tanto più il silenzio diverrà rumore, tutto insieme in un modo assolutamente unico ed indimenticabile, almeno per noi. Si perché, questi piccoli momenti di rivincita difficilmente vengono capiti ed accolti da altri.
Sono i nostri momenti, quelli da - SI SONO IO!!- e basta.
Spaccare tutto ed ricominciare, trasformare, plasmando tutto in qualcosa di nuovo. Di unico. Pure Platone lo diceva.
Poi non dite che all'ITIS non si studia.
Di sicuro se, le situazioni si sono evolute, fino a portarmi a questo magnifico punto di rottura è colpa mia, solo colpa mia, mi sono fatto fregare. Ma per bene. La vita m'ha truffato, ma può stare tranquilla la bastarda, il debito rimane e un giorno me lo salderà e con gli interessi.
Infondo la ruota gira, per lungo o per largo gira.
Quando quel giorno arriverà ogni maledettissimo momento che mi sono avvelenato l'anima sarà annullato, amnistia dalla tristezza e fanculo tutti solo felicità, dovesse succedere anche l'ultimo momento di vita, all'ultimo sospiro succederà, succede a tutti, per tutti.
Tutti quanti, infondo abbiamo credito nei confronti della vita, dal primo momento che siamo al mondo, mica piangiamo per dire che ci siamo, mica piangiamo per uno schiaffetto, piangiamo perché siamo maledettamente incazzati, da quel momento in poi se tutto va bene ci saranno (oramai) ottant'anni di alti e bassi e sebbene tutto questo, sia meglio dell'oblio eterno, lì al momento non ce ne rendiamo conto, tanto più che ci fregano subito, basta un ciuccio.
Passa il tempo ma ci fregano subito lo stesso, con una parola, una frase, un discorso.
Un film senza trama, siamo un ombra senza voce.
Dobbiamo darci una storia e una voce.
La voce me la sono data, la trama, mi manca, per ora c'è solo una bozza, bisogna andare in scena, pellicola ciak si gira.