lunedì 20 settembre 2010

A lot of question


Un nuovo inizio non è possibile senza una fine. Allora mi chiedo se l'inizio è la conseguenza della fine, ma senza l'inizio non ci sarebbe la fine alla luce di tutto questo non siamo forse tutti vittima di un grande ed unico circolo e ricircolo di esperienze? Per qualcuno potrebbe essere una "truffa" ci raccontano che la vita è unica di guardare sempre avanti, ma se il mio domani corrisponde alla fine del mio ieri? Come si può scegliere l'alba senza pensare al tramonto e al buio che ci separerà per tutto quel tempo alla nuova venuta del sole?
Allora sono sbagliate le scelte passate o sono le scelte presenti, che a volte rinnegano quelle passate a proiettarci verso un nuovo futuro?
Si perché, se ci penso mi viene da pensare che se le scelte di ieri erano giuste ieri, erano giuste oggi perché non lo devono essere domani? Perché a volte dobbiamo rivoluzionare tutto? Perché abbiamo sbagliato prima, magari non ce ne accorgevamo ma avevamo sbagliato.
Credevamo che era la cosa giusta da fare, non lo sapevamo che oggi sarebbe stata sbagliata, succede.
Succede anche, a volte, che si dobbiamo fare quella cosa, realizzare in concreto quella fantasia che tanto ci ha colpito la testa a martellate, non possiamo resistere dobbiamo anche se sappiamo che fin da subito sarà una scelta che molto probabilmente sarà sbagliata e ci darà delle conseguenze non indifferenti nei casi peggiori.
Nessuno è profeta, nessuno è portatore di verità assolute, ci sarà sempre qualcuno migliore di noi sotto un qualche punto di vista, sotto un certo aspetto ... ci sarà sempre qualcuno a riprenderci e qualcuno a farci i complimenti.
"Ti odio" allora si può benissimo trasformare in un apprezzamento, in un ringraziamento che si vuol negare ma che in qualche modo vogliamo dare. Ti odio può trasformarsi in un grazie in un secondo. Perché quel ti odio nasce dal doversi confrontare con la realtà dei fatti, con ciò che si vuole evitare, ti odio perché il grazie non si vuol mostrare a chi ti dà tanto da pensare anche troppo. Ti odio perché altrimenti nemmeno si parlerebbe giusto? Quelle due piccole parole possono significare tanto quanto una dichiarazione, quanto un saluto ... quanto tante cose.
Perché odio non può esserci verso chi ci mette davanti a delle domande e ci costringe a cercare delle risposte.
Ti odio, perché alla fine l'ispirazione mi è venuto su questo, il discorso ancora una volta è nato così ... ispirazione si ... ti odio.
Scelte, domande e risposte, questo incontriamo nella vita e anche quando sbaglieremo, quando non ce la faremo insomma quando ne avremo bisogno ci sarà sempre qualcuno, anche una sola persona lì che magari nemmeno ci risolverà i problemi ma per lo meno ci fa andare avanti, altrimenti l'unico antidoto è quel "Ti odio" ripetuto a profusione ed odiare qualcuno infondo come ho cercato di dire è inutile e superfluo. Se davvero una persona ci dà fastidio bé a quel punto l'unica cosa è l'indifferenza, l'eliminazione dal pensiero, la cancellazione dal processo che porta le idee e i sentimenti dritti a noi.

Il mio modo vigliacco di sperare che ci sia quello che non c'è

Se qualcosa, non c'è lo si può creare dal nulla? Come possiamo arrivarci se non c'è la strada? Come possiamo anche solo pensare di "sceglierlo" se non c'è speranza che esista ciò che vogliamo?
Eppure lo facciamo, questa è la prova stessa che infondo siamo pazzi. Solo i pazzi vedono ciò che non c'è ... oppure ... chi vede ben oltre l'orizzonte del tempo, dello spazio. Si chi vede a domani con gli occhi e con la testa e il cuore non è rimasto ad oggi. Allora si che forse si può vedere quello che non c'è.
Siamo vigliacchi o ci piace solo sognare? Qual'è il confine?
Essere realisti si può pur restando con i piedi per terra?
Possiamo credere di essere in una favola quando in realtà ci troviamo in thriller?
Ieri, oggi, domani ... perché aspettare che l'oggi diventi ieri e che il domani diventi oggi se oggi è adesso?
Perché è tutta una catena, da un certo punto di vista è tutto uguale, quello che facciamo noi è indifferente. Quello che pensiamo o diciamo da un certo punto di vista è inutile.
Da un certo punto di vista non esistiamo, da un altro siamo il centro del mondo.
Niente è impossibile, ma tanto non è concepibile e tanto meno si realizzerà.

Male di miele ... male di miele ...

Soffrire per stare bene, per essere felici ... siamo diventati tutti masochisti o l'umanità ha perso la strada per la felicità?
Infondo quand'è che possiamo dire con certezza assoluta di essere stati felici e basta?
Senza pensieri sulle conseguenze, pensieri fatti nemmeno in precedenza e che mai si presentarono in seguito e che tutt'oggi siamo certi in futuro non verranno?
Se tutte le persone che non ci sono in questo momento esistessero e noi che esistiamo prendessimo il loro posto nell'oblio del nulla siete sicuri che il mondo sarebbe uguale? Peggiore forse? Ma se fosse migliore?
Infondo esistiamo? Siamo vivi? Forse non siamo vivi quando siamo (in un qualsiasi modo) utili? Altrimenti staremmo solo rubando prezioso ossigeno.
Siamo nati per uno scopo, per un errore o solo perché siamo stati "voluti" su questa terra perché ci hanno costretti? Se lo scopo fosse l'errore? L'errore può far saltare gli schemi, la catena quel ripetersi di eventi già programmati. L'errore è la soluzione a volte.

"L'errore più geniale in cui cadere"

Ti odio, perché mi costringi a risorgere.
Perché quando ci si abitua o ci si ri-abitua alla non esistenza il ritorno all'essere in modo egoistico diventa inutile, ricordarsi di ciò che si è preso, dato e ricevuto è importante e serve proprio per questo.

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