sabato 29 settembre 2012

venerdì 28 settembre 2012

Awareness

Ritorno nel luogo dei delitti,
Corto metraggio stroncato
Serata strana, nuove e vecchie conoscenze.
Il tempo passa, va solo avanti.
Agrodolce, ma per ora pensavo peggio.
Passi avanti, passi indietro, insomma passi.
Cazzo la felpa al contrario, Colombo è morto.
Passato e futuro, il presente non esiste.
Quello che era, quello che non era e quello che non c'è.
Pensieri sparsi in unico grande tunnel dove è passato di tutto, era tanto tempo che non succedeva, come dormire ma ad occhi aperti, cosciente di quello che sta succedendo. Potrebbe essere una serata da buttare, sotto un certo punto di vista, ma da un altro mi piace, mi fa bene facendomi sentire quella sensazione di nullità.  Se sei nullo nessuno pu ... no aspe' si sono spostati, mi chiamano. È andata così

mercoledì 26 settembre 2012

Punto penso

Sto arrivando alla fase della crisi di identità, ci ballo il valzer da tempo e la sento sempre più vicina della serie "Fare tante cose per fare niente".
Ah si, ho fatto un cortometraggio, ne ho scritto la storia ho seguito le riprese ed il montaggio ma ecco ho paura che non venga capito, che la storia le sensazioni che volevo trasmettere non vengano capite.
Non voglio che alla fine sia stato solo un gioco.
Perché io cazzo ci ho messo tutto, pure un pezzo d'anima se questa c'è, un bel pezzo di cuore e di vita ci sono di sicuro.
La sceneggiatura per trequarti sono cose che mi sono capitate, in metà dei luoghi mi è successo qualcosa, molte scene le ho pensate in quei posti così come fossero azioni che avrei potuto fare in quel momento.
Si, ho corso subito dopo un colloquio ed ero senza fiato. Qualche giorno dopo scrissi qualcosa su quell'avvenimento sul blocco note originariamente designato all'università, ancora oggi ci sono i vecchi appunti di quella materia del quale non ricordo più il nome.
Sogni su sogni ammucchiati e mandati a fuoco dalla vita, dalle scelte, dalle parole ... certo avessi avuto più tempo, meno fretta avrei potuto girarlo meglio ad esempio ma alla fine no, non l'ho fatto e allora la colpa sarà solo mia se alcune cose non verranno trasmesse. Se in una scena che doveva trasmettere ansia e lentezza c'è una musica di sottofondo invece del respiro affannato di quel citofono del protagonista (e si che l'avrei dovuto fare io, così almeno mi sarei schifato su tutta la linea) è colpa mia, perché mentre lo montavamo davanti a quel iMac da 1Gb (ripeto, 1 GIGABYTE per montare un video in 1080i) del cavolo potevo impormi ma alla fine no. Certo come per l'esportazione video, "no facciamolo così è meglio" "ma guarda non vorrei rischiare l'incompatibilità" ed infatti ho avuto ragione.
Certo che la ragione è dei fessi, ed io, non ho mai nascosto di essere un benamato fesso.
"Ma la scena non si capisce" "Dobbiamo ridoppiarla, ora subito" come se io non avessi mandato la sceneggiatura con abbastanza anticipo per fare tutto con calma.
Si insomma ora mi dovevo un po' sfogare.
Era il 18 Aprile 2012, andavamo in pizzeria e mi becco la proposta per fare la sceneggiatura, apriti cielo, raccontare una storia. Una mia storia nemmeno fosse passato babbo natale, non vedevo l'ora.
Poi però, la sensazione di essere "la prova", la bozza per altri progetti magari fatti con più calma e maggiore attenzione.
Sento di aver buttato nel macero quel poco di buono che ero riuscito a salvare dalla merda passata negli ultimi anni.
Volevo andare all'università, per studiare e conoscere ma è andata.
Volevo trovare un lavoro per essere utile, ma niente.
Volevo trovare un lavoro per mandare tutto a fuoco, manco a dirlo.
Volevo andare, ma sono rimasto.
Ora ho paura a pensare nuove storie da raccontare, non voglio raccontarle per poi farle fraintendere ed è probabilmente il dramma di ogni scrittore\sceneggiatore. Ma io non lo sono, io sono un cavolo di sfigato ripara computer, con tutti i difetti del caso ed i luoghi comuni, tranne la matematica, si perché sono sempre stato un pippa in matematica. Varie cose nel tempo sono andate a puttane ed io stesso non faccio eccezione. Ho fatto cose che mai avrei pensato ed ho pensato cose che forse non farò mai.
Devo ammetterlo però, l'andare avanti giorno per giorno programmandolo aiuta tanto ed in caso non ci sia niente da fare, buttarlo in vacca facendo ... niente. Dormire, dormire e non fare niente. Ma se per caso mi metto a pensare ecco qua, da capo a dodici.
Io chi sono? Io cosa faccio? Cosa farò? Riuscirò a trovare quella felicità obbiettivo da raggiungere per una vita da considerarsi tale? Come posso fare? Cosa so fare?
Ma poi, i complimenti sono veri? Sono falsi? La paranoia mi distrugge.
«Perché non hai fatto il liceo? Mi raccomando però vai all'università, fai lettere.»
«Complimenti.» «Sul serio?» «Certo»
«Beh questo era solo il primo, poi mi piacerebbe che ognuno facesse il suo.»
«Che vita di merda»
«Beh, a te qualcuno per uscire la sera.»
Ed ora altre frasi in mente non mi vengono. Frasi che mi perseguitano.
La sensazione di essere un sasso incagliatosi nel corso d'acqua di un torrente diventato fiume, senza mai arrivare a valle, rimanendo lì incastrato.
Adesso sono quello che parla, che fa ridere. Parlo per non pensare o almeno penso.
Questo post di sfogo senza ne capo ne coda è arrivato alla naturale implosione, ne dovrò fare uno più organizzato. Devo rileggermi tutto del passato. Devo capire chi sono. Penso.

giovedì 6 settembre 2012

Ansia

Paura
Rabbia
Paranoia
Ansia
Paura
Paura
Rabbia
Tristezza
Rabbia
Paura
Paura
.....
.......
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......
.............
.........

«No, no, ma siete stati bravi»
«Complimenti!» «Bravo!»
«Intanto, ci siamo divertiti!»
«Tu l'hai mai visto Coscienza?»
«Va bene così»

... e famosela anda' bene così
... me la devo fa' anda' bene così
180412
18412
1otto4dodici

Volevo solo raccontare una storia, una buona storia. Una bella storia.

Solo il buio, tutto buio. Ancora una volta.