giovedì 18 novembre 2010

Si perché

Io sto bene Io sto male
è una formalità è una formalità
CCCP - Io sto bene

E' una questione di qualità
o una formalità
non ricordo più bene una formalità
come decidere di radersi i capelli
di eliminare il caffè, le sigarette
di farla finita con qualcuno
o qualcosa, una formalità una formalità
o una questione di qualità
io sto bene io sto bene
io sto male io sto male
io non so io non so
come stare dove stare
non studio non lavoro non guardo la TV
non vado al cinema non faccio sport
io sto bene io sto male io non so
cosa fare non ho arte non ho parte
non ho niente da insegnare
è una questione di qualità
o una formalità
non ricordo più bene, una formalità

lunedì 15 novembre 2010

Voi ...

... che il vostro problema è uscire o no il sabato sera.
Voi che il vostro problema è trovare il\la ragazzo\a giusto\a.
Voi che il vostro problema è avere il vestito.
A voi che a parole siete Alfa e ai fatti siete Omega ma nei pensieri Beta.
Per tutti voi che ritenete di avere il diritto di dire che tutto fa schifo, ma poi avete tutto.
Beh ho da dirvi una cosa.
La vita, il mondo, fa ancora più schifo di quanto voi possiate minimamente immaginare.
Ma per me e per chi come il sottoscritto da sempre, per chi anche da poco, ci sbatte la faccia addosso giorno dopo giorno, bé per noi è meglio così. Sappiamo cos'è la vita vera e sappiamo lottare nel bene o nel male. Siamo noi i giudici del nostro destino. Voi lamentatevi per cose inutili che qui c'è da finire la giornata.

Penso sia tipo il terzo post di questo tipo.
Se il mondo fa tanto schifo ogni giorno di più mica è colpa mia.
Io faccio il cronista della mia vita.

sabato 13 novembre 2010

5.09

Torino. 13 ottobre 1996, ore 14:45. Eclissi di Sole. Il mondo si ferma.
Ore 16:55. Il mondo ha ricominciato a girare. Che palle!
Era tutto un complotto: mio padre, la colazione, la scuola, quelli sul tram, quelli a piedi. I marciapiedi. Tutti con lo stesso obiettivo: rovinarmi l'esistenza. Fregarmi. E io cercavo di fregarli a modo mio. Come? Ero libero. Libero! Libero nel senso che non avevo un cazzo da fare, ecco.

Tutti giù per terra

venerdì 12 novembre 2010

... e se fosse ...

il tempo l'unica cosa che mi è rimasta. Che ci rimane.
Le idee vengono copiate o derise. I sentimenti svenduti e svalutati.
Le parole perdono di importanza.
Le amicizie per lo più diventano volatili come un qualsiasi tipo di gas. Una nuvola, che si sposta con il vento.
Allora a conti fatti si l'unica cosa che mi rimane è il tempo, che ancora oggi mi posso permettere di sprecare o sfruttare a mio piacimento.
Per questo forse inconsciamente faccio sempre tardi la notte. Dormendo poco quando c'è la luna.
Fino a che un giorno, prima o poi per cinque giorni a settimana dalle 8 alle 16 il mio tempo non verrà pagato a rate, settimanalmente fino a che non sarà un infarto, un ictus o chissà cos'altro a stroncarmi.
La cosa triste è che prima o poi tutti spereremo ardentemente di trovare qualcuno che ci paghi per il nostro tempo.
Perché anche la libertà come ce la vogliono far conoscere, la libertà che ci hanno insegnato a scuola è quella che si compra con i soldi.
O ti vendi l'anima o vendi il tuo tempo.
Io per ora tengo ad entrambe.
Alzo il volume va' forse non penso.
Non ci penso.

giovedì 11 novembre 2010

Fa freddo.

Sento freddo.

Maledetto pensiero.

Serata bella.
Divertito.
Viaggio in macchina perfetto. Grande musica.
Casa arrivo, non vedo. Intuisco, immagino, penso.
Cazzo fa male.
Fa molto male.
Per questo cerco di fare sempre tardi. Per dormire subito senza pensare.
Senza immaginare.
Per dimenticarmi di sognare.
Per dimenticare come si sogna.
Per insomma, stare meglio.
O almeno provarci.
Non posso ridere delle disgrazie altrui. Posso solo dannarmi delle mie. Ci sono cresciuto in una disgrazia. Anzi ci sono nato.
In questo momento penso:
«Che schifo.»
«Che schifo.»
«Perché?»
«Quando spariremo dal mondo?»
5 miliardi di anni.
La giusta attesa per sparire per sempre tutti.
Ed il fatto che la mia, la vostra, la nostra ... insomma l'esistenza di tutti a conti fatti non serve a nulla non mi consola per niente. Mi fa chiedere solo una cosa. Mi fa chiedere disperatamente di dimenticare come si pensa. Senza pensare non posso capire come sto. Se non so come sto sono felice.
Felice.
L'uomo credo in quanto essere pensante, non lo potrà mai essere del tutto.
In quanto essere umano nemmeno io sarò mai felice del tutto.
Umanità inutile.
Inutile.
Anche l'auto eliminazione è diventata oramai inutile, tutti travisano tutti, non vale la pena nemmeno pensarci.

lunedì 8 novembre 2010

Meglio così che morto.

Fedele a me stesso. Identico a ciò che ho sempre detto.
Ce l'ho fatta a modo mio, sempre.
Di sicuro, errori ed orrori convivono insieme a tante altre cose, essere sicuro, che alla lunga una penna, una parola od una frase sia più potente di una pistola.
A volte le cose è meglio che finiscano subito, in attimo come un'esplosione, una grandissima esplosione nella notte. Una gigantesca esplosione, un flash e poi il silenzio.
Solo più tardi in lontananza si sentiranno le grida di dolore ma quello è il dopo, quello è il durante, l'esplosione è finita. Tutto è finito ed è nato qualcosa di nuovo. Per qualcosa che è nato qualcos'altro inevitabilmente è morto.
Si insomma, senza compromessi, non è colpa mia se a volte sembra sia il solo che da valore a certe parole. Non me ne frega niente se il mio essere sincero mi può far sembrare come si dice? Ah si stronzo. Oppure se trovo qualcuno degno della mia fiducia, confidargli ciò che penso e non è facile. Io non sono "una puttana", non vado a comando, non mi faccio illudere dalle parole, non mi nascondo dietro il "Si lo so che ho sbagliato ma..." . No un cazzo! Se faccio qualcosa a prescindere non lo considero uno sbaglio e ne vado fiero! Se invece commetto un errore, se sbaglio allora prendo le decisioni del caso, seguo le naturali conseguenze, cerco di riparare, di scusarmi. So prendermi le mie responsabilità, le mie rispetto gli altri.
Bisogna essere sinceri con se stessi e con gli altri, i rapporti vanno rispettati, se a qualcosa tieni lotta per quello, viene prima chi ci è intorno che noi stessi, per poter stare bene con le altre persone loro stesse in primis devono avere la possibilità di stare bene e bisogna cercare di fare il possibile per far si che lo siano. Alcuni dei mi punti cardine, che se qualcuno mi conosce o conosceva sa' che ho sempre cercato di rispettare, si lo so molto probabilmente sono solo idee mie, idee di chi non ha mai avuto molto dalla vita, di chi ha dovuto imparare a bastarsi da solo fin da quando era alto si e no un metro intuiva che la vita non sarebbe stata uno scherzo, che avrebbe dovuto imparare a cavarsela da solo a cominciare dal prendersi un bicchiere d'acqua per finire al vivere la sua esistenza.
Perché chi non riconosce tutto questo, chi da tutto per scontato, chi rende il tutto ovvio? Scontato? Non so come spiegarlo per bene, ma quando un concetto (come una frase, un pensiero od anche una singola parola) vengono usati e ripetuti sempre allo stesso modo da tante persone differenti ma che (alla fine) sono uguali, perde di forza, di significato scolorisce ... come l'ultima di una serie di fotocopie.
Io provo almeno a rendere tutto il più possibile unico, un qualcosa a se stante che può benissimo vivere da solo, si anche un pensiero deve poter vivere da solo della sua sola forza.
Non deve dipendere da una persona. Non può dipendere da una persona.
Dai che lo sapete, infondo anche voi aspirate ad essere famosi come "gli altri", popolari con tanti fan (fan senza S visto che è una parola acquisita non ce n'è bisogno), sentirvi dire che siete bravi e che siete i migliori.
Si anche io, ma io solo per un motivo. Per poi sbattervi in faccia a tutti voi che ce l'ho fatta COME DICO IO e che si può vincere essendo chi si è e non chi si vorrebbe essere.
Per poter affermare che si mi sono tolto dalle palle e che se pure ha fatto male ce l'ho fatta lo stesso.
Per poi poter godere degli stessi vantaggi, avere gli stessi amici che avete voi adesso. Potendomi permettere di fare, dire o non dire quello che voi avete detto a me, facendovi provare o non lo stesso. Manovrare i fili, fingere dispiacere, far finta di avere una posizione e poter scambiare giusto e sbagliato a mio piacimento.
Si questo infondo è un pensiero pieno di rabbia, di odio forse, di voglia di vendetta ... e cavolo sì se è così. Chi non lo capisce è perché non concepisce il digiuno. Ricordando che l'uomo non vive di solo pane, ma anche di parole e tutto il resto di cui ho sempre parlato.
La rabbia di chi non si può permettere di sognare.
L'odio verso chi disprezza ciò che ha.
Vendetta, per ogni parola di rabbia che ho dovuto pensare e per ogni cosa che io ho sognato e voi avete disprezzato.
C'è gente che odia i genitori, gente che vorrebbe cambiare "amore", gente che si può permettere di distruggere "cose" a caso senza curarsene. C'è gente che disprezza il lavoro.
C'è gente che disprezza la stessa casa e lo stesso luogo in cui vive.
C'è gente che entra in un posto e pensa ai suoi comodi senza pensare a chi ha costruito quello che lui sta contribuendo a distruggere.
C'è gente che odia chi glielo fa notare.
Oramai il discorso è diventato lungo, si inizia a perdere il filo del discorso.
Inizio a pensare ad altro.
Voi affidatevi pure ai vostri ruoli. A me piace il Free Lance.
Si scrive così? Sti cazzi.

sabato 6 novembre 2010

Maledetta sera al contrario.

Sono arrivato a casa e sto scrivendo.
Ho da poco parcheggiato dopo che ho cercato un paio di volte il posto, nel parcheggio proprio dietro casa mia, dovendo alla fine accontentarmi di parcheggiare fuori da esso.
Nel viaggio me la presi con comodo, il viaggio di ritorno andava goduto, con la musica giusta, velocità giusta e finalmente luce giusta (si finalmente con i fari e tutto il resto al top è davvero un piacere viaggiare di notte, come mi è sempre piaciuto) ! Si ripensando, al fatto che forse il tutto era solo per rilassarmi e non voler, pensare a ciò ... a chi ... avevo rivisto dopo tanto di sfuggita.
Poco prima saranno state le tre di notte (o mattina dipende dai punti di vista) stavamo al solito parcheggio, un ora ma anche più a parlare, cazzeggiare, non pensavo a niente, poi mi ricordo, cavolo non stavo pensando per non pensare e allora è lì che ci penso.
Ci eravamo fermati dopo esserci fatti un giro in macchina con "La Zappa" di Rino Gaetano a palla, visto che eravamo usciti da poco da un locale, dove c'era una buona cover band dello stesso.
Avevamo visto la partita al solito pub, la partita stava per finire, 1o minuti o poco più, «Cavolo forse sta là, non me l'ero immaginata, non l'avevo vista per sbaglio forse c'è davvero, infatti ero già uscito un paio di volte, da quando mi balzò quest'idea per la testa, il locale era diventato immensamente piccolo, sentivo caldo. Ed ora stavo lì appoggiato sul cofano della mia macchina a pensare, pensare e si ... a ricordare come facevo ormai da più di qualche minuto, fuori stavo meglio, quello che mi era sembrato di vedere non c'era lì, ma si che c'era, infondo me l'hanno detto «Oh co' ma quella non è l'amica tua?» «Chi?» «Ma dai la "finlandese", sotto il maxischermo» «Ah si ... beh non lo è più, l'ho cancellata, bloccata e sono uscito dalla pagina»
«... hai fatto bene.»
Così pensai, "Ah allora prima l'avevo vista sul serio, stava qua davvero, ah si tu si che fai bene a dirmi che ho fatto bene, io ancora me lo chiedo, ma è così che va la vita no? Cazzo sto posto è troppo piccolo, devo uscire".
Rientrai, mi si appannarono gli occhiali, li tolsi, passai accanto ad un tavolo, proprio davanti, anzi troppo vicino a dove c'era.
-Per fortuna che tra poco la partita finisce e ce ne andiamo a vedere la cover di Rino Gaetano pensai.-
Pizza alla diavola, la classica margherita con il salame piccante, anche questa volta come al solito in questo posto scelgo sempre la stessa e nel frattempo iniziò la partita.
Non mi toglievo dalla testa quel pensiero ma quella che avevo visto mentre cercavamo un parcheggio, lì seduta era lei? Nel frattempo ricordi malinconici fanno breccia «Quanto ci mettono pe' 'sta pizza?» «Mo' arriva co' non te preoccupa'».

Poi tutto il resto da raccontare in questa serata, raccontata al contrario inizia ad essere inutile.
Sono partito dalla fine, per cercare di capire.
Non può essere così, cavolo, un saluto niente.
Fa' male, io questo volevo evitare, invece no, il colpo di grazie è fu dato ed io come mi è stato detto "mi sono tolto dalle palle" .
Ora, ora posso lottare come faccio e come ho sempre fatto.
Ma è brutto.
Ma è dura.
La guerra è brutta ed io ce l'ho dentro di me.
Questa sera più che mai, meno male che Rino Gaetano anche se in formato Cover Band di provincia ci ha messo una pezza, anche se alcune canzoni, facevano scorrere le immagini passate come in vecchi film a pellicola.
Vecchi film, nemmeno parlassi di chissà cosa, di chissà quando.
Invece, la mia speranza è stata eliminata, sepolta viva da qualcosa che non doveva esserci.
Ma ancora non è morta, respira a fatica, rantola soffre.
Vorrebbe morire, ma infondo credo di essere io a darle ancora quel pizzico di vita.
Facendomi odiare.
Odiandomi
Odiandoti.
Odiando.
Odio odiare.
Ti Odio.
Mi Odio.
Vi Odio.
Odio Pieno.
Pieno Odio.
Quanto Odio?
Odio dare de numeri.
Tanto Odio, troppo Odio.
Io non Odio, io sto.
Sto con me.
Me con me.

venerdì 5 novembre 2010

Antidoto.

Disintossicazione. Il veleno viene assorbito, esce.
Si sempre la musica, che spinge. Spinge ed entra. Spinge e lo ricaccia fuori. Spinge e mi fa alzare.

mercoledì 3 novembre 2010

Mal di testa.


Qualcosa si è bloccato.
Oppure qualcosa è di troppo.
Magari qualcosa è stato eliminato è andato perso.
Si anche la testa si deve abituare mentre tutto il resto attutisce il colpo.
Il colpo.
Colpo.
COLPO.

Che ritorna sempre, col suo suono, secco.
Rimbomba.

Poi? Poi cosa?


Pensieri, alcuni, sono grandi.
Molti sono pesanti.
Altri sono dimenticati, inutili orpelli dedicati a rovine decadute.
Parole dette che non cancellerò mai.
Commenti scritti, che non cancellerò mai.
Pensieri e parole. Letti. Inutile spreco di pensiero.
Se poi pensiero è.


A volte il mondo è dietro di me.
A volte il mondo è sopra di me.
A volte io ed il mondo andiamo d'accordo, raramente.


Viaggio, a piedi tra i luoghi.
Viaggio, con la mente tra i ricordi ed i luoghi.
Viaggio, con le immagini tra la nostalgia, i ricordi ed i luoghi.
Viaggio, con me stesso, scaccio la nostalgia, scaccio i ricordi, evito i luoghi.
Oppure ci passo davanti e li fisso. Niente.


Una visione, difronte a me.
Un ricordo, dietro di me.
Una paura lontana da me.
Il dubbio mi circonda.

Una sola cosa è sicura, ora è notte.
Una sola cosa è sicura, ora è giorno.
Da qualche parte lo sarà sempre. Per sempre, finché esisterò.