sabato 4 settembre 2010

Titolo? Forse domani ...

Insomma, sono le 3, anzi le 4 di notte e io sto qui, a scrivere. Cosa? Non so, sinceramente non so proprio cosa scrivere oggi, adesso. Abitudine oramai, chiamatela pure scrittura terapeutica, chiamatela assuefazione da tastiera, almeno sono sicuro che se un giorno vorrò leggere qualcosa lo avrò.
Ogni notte vi offro un pezzetto di me, contenti?
Che lo accettiate o no poco conta, conta che non vorrei mai, arrivasse il giorno, che ciò che faccio ora (e a quanto sembra, anche abbastanza bene, così dicono) iniziassi a farlo come un tostapane. Metti, scalda e mangia. Sempre la stessa cosa, stessa solfa.
Per me già è difficile credere che qualcuno legga per davvero queste righe, ancora di più che qualcuno le apprezzi, non vi dico quanto sia difficile credere che addirittura il tutto risulti bello.
Addirittura "artista", "un vero artista" qualcuno ha azzardato a dire.
Sarà, ma anche accettando tale definizione, come potrei io, che ora sto fissando un piccolo schermo, ascoltando della musica così ... essere qualcosa che piace a qualcun'altro.
Si non qualcuno, ogni tanto mi sento una "cosa", un prodotto degli eventi che nel tempo si sono susseguiti.
Un prodotto per pochi, di nicchia ma di valore oppure un prodotto da discount che vale come l'acqua nella benzina. Vie di mezzo? Per ora non ne vedo.
Pensavo a cosa, a come, sono arrivato fino a questo punto, a questo momento, l'incastro degli eventi e delle parole. Dei fatti e delle immagini, della rabbia, del dolore, della paura e dalla tristezza. Ma anche dei sorrisi, dei complimenti, dei cambiamenti ...
Infondo questo è solo l'ultimo dei modi che ho trovato per esprimermi, si perché ho toccato anche le arti "grafiche" con il supporto del mezzo informatico ovvio, perché di talento nelle mani non ho molto, infatti anche la calligrafia è scarsa da sempre. Ma quando faccio questo, quando scrivo, quando do libero sfogo alle mie idee sento più potere e fantasia nei miei polpastrelli che in un stella pronta ad esplodere.
Perché il tutto sgorga da dentro, dal profondo, della notte spesso, le fantasie che si intrecciano continuamente nella mente, creando ciò che poi cerco di trasmettere. Di trasmettervi.
Una cosa mi da sicurezza in tutto questo, so di certo di essere sempre stato io, cioè di dare ogni volta tutto ciò che ho da dare, poi i modi, le parole, qualche giro delle stesse, un piccola omissione qua e là, ma fatto sempre tutto con la massima sincerità. Ed in un mondo che sempre più si nasconde, tra una pagina e l'altra, sembra un atto tremendamente eroico essere sinceri, senza voler vivere di luce riflessa di chissà chi o chissà cosa.
Tutto è uno e uno è tutto, il concetto applicato al pensiero e alla sua trasformazione, alla sua lavorazione.
Il presente ed il passato come sempre sono un incognita, il passato è finito.
Chissà dove ... quando ... arriverò ... quello che proverò, sono sicuro, mi ripagherà di ogni cosa. In quel momento ogni parola, ogni frase, ogni colpo incassato, ogni mattonella assaggiata, sarà ripagata ed io potrò finalmente dirmi, compiuto, forse.
Infondo io ero ... forse ancora lo sono il classico bambino che alle elementari, "può ma non si applica".
Non mi applicavo, certo, non c'erano stimoli, fino molto meno tempo di quanto si possa pensare, ma sicuramente di più di quanto crediate, era così. Ora trovato non un obbiettivo, ma una ragione che mi smuove, che mi mette in moto, posso e mi applico.
Volete sapere cosa farò adesso? Ve lo dico lo stesso, rileggerò qualcosa di mio, sono l'autore preferito di me stesso. (Autore ahah, m'è uscita così scusate.)

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