giovedì 16 settembre 2010

My Generation ... will be ...

Oggi stavo vedendo un documentario, partiva da circa il 1965. Dico circa perché parlava della nascita di quello che oggi conosciamo come rock, non la sola musica ma tutto ciò che ne è derivato e che si è sviluppato negli anni.
Tutto è partito dal blues, la musica dei neri d'america quella dei bassi fondi l'energica musica della rabbia e della tristezza, ma energica. Si energia nelle parole, nel ritmo, come a dire "Ok va male ma perché rimanere qui a soffrire? Alziamoci e godiamoci questa cavolo di vita."
Che poi secondo la leggenda, il blues si dice sia nato da Robert Johnson, un tizio di colore del sud degli Stati Uniti che scomparse per un anno e una volta tornato sapeva suonare la chitarra meglio di chiunque altro, senza averla mai toccata prima, sapeva addirittura riprodurre un qualsiasi suono che sentiva fosse un pianoforte o un battito di mani con la sua chitarra ... si racconta che fu il diavolo a insegnarglielo. Poi dicono che è il metal la musica del diavolo ...
Si il discorso è un attimino deragliato dal concept originale, sapete sto pensando a quello che portò alla gente quella musica che si creò negli anni ... Rivoluzione, con la lettera maiuscola, si perché lasciate perdere gli hippie e cavoli vari loro erano sconfitti ancora prima di cominciare, una piccola nicchia che mai sarebbe riuscita a far trapelare al mondo intero la propria idea.
Questa rivoluzione è partita dall'Inghilterra che guarda caso anni dopo darà i natali ad un altra rivoluzione socio-culturale, ma ancor prima musicale, come quella del punk.
Il volume della musica iniziò ad alzarsi, i testi a farsi corposi, reali e controcorrente. Non accettabili per gli impettiti in giacca e cravatta del tempo. I giovani volevano cambiare erano una nuova generazione, quelli che la seconda guerra mondiale non l'avevano proprio vista. Si svegliarano tutto d'un tratto e il mondo iniziò a cambiare, si perché sembra strano a dirla così ma il mondo è cambiato grazie alla musica. Succederà di nuovo col tempo, come ho già detto sopratutto grazie al punk che rimescolò le carte e a mio punto di vista l'ultimo sussulto di tutto questo c'è stato tra la fine degli anni 80 e l'inizio degli anni 90 fino a metà degli stessi, insomma quel periodo che la mia generazione di neo-diciotteni del 2010 ha sfiorato.
Si perché tra la nascita e la diffusione della musica rap e della cultura hip-hop e con la bomba che fu' per il mondo intero il grunge portato alla luce dai Nirvana e da Kurt Cobain sono stato l'ultimo sussulto di libertà assoluta, di cercare di cambiare le carte in tavola di dare energia all'idea stessa di cambiamento.
Oggi, oggi mi sembra di vedere un riproposizione di ciò che era il mondo 60 anni fa', si segue ciò che viene detto dall'alto, senza pensare, senza ragionare. Sempre di più mai come ora, le mode sono dettate da chissà chi, la musica perlopiù è stata narcotizzata nessuno dei "capi" vuol correre il rischio di una nuova Woodstock che vada contro tutto e tutti.
Oggi non ce ne accorgiamo ma ogni giorno che passa spengono sempre di più quel che rimane di quella fiamma, ormai ne è rimasta la cenere. Non sto parlando della sola qualità della musica o giù di lì, ma del controllo che viene oramai esercitato su di noi attraverso il più grande mezzo di comunicazione di qualsiasi tipo di messaggio dell'ultima metà di secolo.
Se poi in futuro ci sarrano solo persono che non guardano il proprio orizzonte una mezza idea sul perché potrete averla. Non che la musica cambi tutto, ma quando ti sbattono in prima serata dei programmi dove cantano dei ragazzini a malapena adolescenti e dopo di ché questi vengono osannati nemmeno fossero le reincarnazioni di Joe Strummer, Freddie Mercury e John Lennon capisci che qualcosa non va.
Per fortuna c'è internet, ultimo baluardo di chi vuol conoscere e far conoscere, la più grande fonte di informazioni che l'uomo ha mai avuto in tutta la sua storia serve anche a questo. A diffondere le idee e la voglia di cambiare, di migliorare, anche attraverso la musica.
Anche se ancora per poco ... almeno qui a casa nostra ...

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