giovedì 30 settembre 2010

Permettendomi riflessioni spontanee su ciò che è, che sarà, che non sarà, che non esisterà e che vorrei, tanto più che non voglio niente almeno credo


Frammenti di sentimenti ci circondano, muri invisibili vengono formati da questi sedimenti personali.
Uniti da conoscenza lontana, parvenza di visione totale sulla persona che c'è davanti, ci dividono.
Fiducia oltre il muro, forse, altro forse, un'esplosione di paura innalza questi muri qualcos'altro li distrugge, qualcos'altro ci permette di oltrepassarli, sono muri inossidabili impossibili da buttare giù, solo qualcosa più forte della magia del pensiero convulso che può passare nella mente di chiunque per un singolo momento della sua vita.
Cos'è? Non lo so. Esiste? Non lo so.
Allora di cosa vado parlando?
Parlo, cerco di parlare di come alcune cose iniziano in un certo modo, continuano in altro, portano su altre strade, inaspettate, non volute come ci sei finito lì?
Oramai sei lì non volevi questo ma tant'è e infondo ne vai fiero anche se fa male, a volte. Perché oltrepassare quel muro è costato tanto molto rimane fuori, altrettanto passa all'interno.
Non è cosa da poco se è vera, se è riuscito. Se tutto è sincero, per alcuni può esser non solo ragione di vanto ed orgoglio ma addirittura motivazione pseudo-principale della continuazione della vita e della propria esistenza.
Ci somministra qualcosa che si spera ci convinca di altro, di quel che non c'è. Bugie piazzate lì davanti e che si buttano giù e diventano parte di noi.
Io? Io non so io sto qui, forse ce l'ho fatta, forse no.
Volevo? Chi lo sa. Cosa volevo? Il presente ha distrutto ogni forma di passato, c'è il presente, domani devo pensare a domani, non ho tempo di pensare al passato, un giorno forse. Non ora.
C'è qualcosa che scorre nello spazio, nell'universo che ci circonda è intorno a noi fluisce è una fonte di energia ma non energia fisica ... energia di spirito ... di voglia d'essere di esistere.
Ora forse esisto. Prima? Forse mi nascondevo. Domani il tutto sarà passato e si ricomincia da capo.
Essere quadrati, "ragionatori" razionali e poi perdersi in sogni e fobie.
Ottimisti inguaribili, sognatori per poi sbattere davanti alla realtà quadrata della vita.
Finti, fasulli senza arte ne parte, trasformarsi essere se stessi.
Frantumare il bianco, cancellare il nero, unire i colori qualcosa di nuovo ed unico.
Di unico come ciò che cerco, come quello che forse c'è, forse ci sarà ed un giorno scomparirà.
Sentimenti fiducia e tutto il resto, si affievoliscono con i giorni, con il tempo, con la mancanza ... l'assenza, chi dice che tutto ciò rimane invariato a distanza di tempo senza contatto mente.
La gente cambia, i pensieri cambiano e se non si assimila tutto ciò volta per volta il conto diventa troppo alto, i legami non reggono, le catene delle unioni si spezzano tutto finisce, i muri tornano vuoti all'interno forti all'esterno.
Il pensiero grigio, la mente liscia i ricordi inutili il futuro vuoto.
Non so cosa è il bene, ma sono sicuro di cosa sia il male, ma non so chi sono io e dove sto.
Capire trovare cosa ci vieta di essere e che ci consente di non-essere, siamo destinati ad esaurirci e lo sappiamo e ce ne freghiamo giusto così. Ma tanto è quella la fine che ci spetta, ci spegneremo e il nostro fuoco con noi, diventeremo piccole fiamme di ricordi sparsi nel freddo universo della vita passata.
Allora di fronte a tutto questo, alla fine di tutto io cosa dovrei fare?
Si io, perché egoisticamente ora come ora, in questo momento non mi sento il salvatore del mondo, se tanto meno prima non mi chiarisco le idee, sto bene o sto male?
Sono felice? Non lo sono? Come posso essere un dispensatore di consigli come spesso faccio se prima non lo faccio per me? Ah giusto ... è un classico è un cliché del perfetto "bravo consigliere"
quelli che "Perché riesco ad aiutare tutti e non riesco ad aiutare me?".
Fanculo io odio i cliché. Preferisco tirare avanti nell'ignoranza che che fare la parte di un altro pecorone che si dilania l'anima cercando il suo perché.
Vivo così perché è così ora. Ora è così perché ci sono arrivato da solo, senza nessuno, si senza nessuno preso a calci a destra e manca posso permettermelo di dirlo.
Vero non sempre sono felice da solo, ma è altrettanto vero che a volte per evitare di fantasticare troppo ... di sognare cose impossibili cose che mai e poi mai accadranno preferisco stare da solo ... con la mia musica, che da giorni sta cambiando significato e diventa ancora più importante per la mia metabolizzazione della mia variopinta vita a tinte grigie.
Non ha senso? Trovateglielo.
Scrivo per me, non scrivo per te, te e te. Per tutti voi nemmeno. Si per me, per me perché ... perché voglio così. Mi piace buttare parole sfogando ciò che altrimenti non saprei esprimere che anche così a volte faccio fatica a nascondere, perché è vero dirò anche tutto quello che mi passa per la mente ma so muovere bene le fronde degli alberi in cui mi nascondo.
Il fiume di parole che leggete non sono altro che il vento che le muove a mio piacimento, che sia giorno o notte, che ci sia la luce o il buio.
Luce, buio.
Vita, fine-vita.
Odio, verità.
Felicità, paura.


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