giovedì 7 ottobre 2010

When stop became start

Quando si fa così tardi e sto qui, per scrivere in ore tanto tarde a volte penso: «Ehi sono solo!»
Ma poi mi rispondo: «Ah no ci sono io»
Si io, me stesso, perché me stesso alla fine è ciò di cui ho bisogno, me stesso e quando lo sono nemmeno il più grande degli tsunami "emotivi" possono buttarmi giù, tanto più non mi faccio fregare da reazioni chimiche e quant'altro. Solo che delle volte ho bisogno, si bisogno di fermarmi di smetterla di fare "l'illuminista" e scaricare tutto stare male come non mai, per due o tre giorni che di solito bastano e subito dopo eccomi qua di nuovo pronto a prendere a calci nel culo la Vita e lottare per non subire la stessa sorte.
Ah si, quando sto sottoterra a livello "emotivo" sono molto più "poetico" (ahah) bah, giudizi personali, io quando sto in quello stato e scrivo certe cose non ne vado tanto fiero, certo scrivo per sfogare, scrivo per me, scrivo perché ne ho voglia e bisogno ma mica mi piacciono tanto.
Preferisco volare col pensiero, immaginare situazioni fuori da ogni possibile razionalità inserite nella realtà dei fatti e tanto altro ancora.
Una ragione per tutto, basta trovare quella, "darsi" una ragione per fare qualcosa e vedrete che sarà tutto migliore.
Scrivo cose che non mi piacciono a volte perché ne ho bisogno.
Scrivo perché ne ho bisogno.
Scrivo perché forse mi piace.
Scrivo per me.
Vado all'università, continuo vado avanti per sovvertire quella parola, quella scritta a caratteri cubitali nel mio DNA - FALLIMENTO - . Questa volta sarà il destino avverso a fallire, forse non mi laureerò, non sarò "dottore" ma ci vado, ci provo, lotto non mi faccio trascinare è tutta la vita che combatto tante cose scritte dentro di me, contro di me, per me e di certo non voglio fermarmi adesso che sono nel momento di massimo potere decisionale sulla mia vita.
Ho appena finito le superiori, vado all'università, sono abbastanza intelligente da capire un buon numero di cose ed evitarne altre.
No, farmi fregare non ci sto, tanto meno fregarmi da solo buttandomi giù.
Riassestamento, ogni tanto ci vuole in tutto per tutti, ma poi fate come me, partite al massimo della potenza, rimanete in prima, si la velocità non sarà tanta, rischierete di bruciare tutto ma nemmeno le salite più aspre vi saranno d'intralcio.
Se poi vi fate accompagnare dalla musica giusta tanto meglio.
Non ho mai smesso di lottare, forse mai finirò, ogni tanto una pausa di riflessione e si riparte, mattone per mattone, martellata per martellata, pugno per pugno il muro lo butto giù, il muro del non essere, del non esistere. Perché io come sono vivo voglio anche essere. Respirare soltanto non mi interessa.

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